Le modalità dell'evento possono essere (i) scappiciata dal suddetto 'ciclista' (tradotto per i non messinesi: arrotata, investita, messa sotto le ruote); o (ii) presa a bastonate, sempre dal medesimo ciclista.
Io sono mattiniera e mi sveglio anche di buonumore. Vado in palestra e per arrivare in studio prendo il tram per qualche fermata (lo so potrei andare a piedi e qualche volta lo faccio, ma sono sveglia dall'alba e sono già stata in palestra!). Scendo a Cordusio o in via Cusani. Mi dirigo verso lo studio e sistematicamente rischio la vita perché i marciapiedi sono invasi dai ciclisti che corrono a più non posso e che si arrabbiano se la tua presenza li costringe a spostarsi. La regola - secondo loro - è che è il pedone che deve stare attento e spostarsi. Non viceversa.
Ora, cari ciclisti (e già vi sto facendo un complimento) capisco che a Milano ci sia il pavet, capisco che ci siamo le rotaie dei tram. Capisco che voi ve la tiriate un po' con la scusa dell'ecologia e della tutela dell'ambiente. Ma il marciapiede (lo dice l'etimologia della parola) serve per far marciare i piedi dei pedoni. Voi, carissimi bikers, dovete pedalare (hai voluto la bicicletta: pedala!) per strada.
E se per puro caso, facendo attenzione, vi trovate su un marciapiede, dovete andare a passo d'uomo. E non guardare i pedoni in cagnesco. Il marciapiede è per loro!
Ieri mattina al solito ciclista prepotente, dopo averlo evitato, ho detto: Testa di c..... Il modo in cui mi ha risposto (che metteva in dubbio la mia fedeltà coniugale e la mia moralità) non posso ripeterlo ma sono certa di avere rischiato brutto. Ecco perché alla scappiciata vedo la seria alternativa delle percosse.
C'è una bellissima canzone dedicata ai Marciapiedi di Renato Zero.
La riporto e constato con piacere che non ci sono biciclette!
Marciapiedi stanchi
La pioggia spazzerà
La polvere e i ricordi
Bagnati di città
Passi frettolosi
D'un avido via vai
Chi trascina il tempo,
Clienti attesi
E' la vita
Che
Passando sporca un po' le dita
Lungo i marciapiedi
Il vento porta via
L'ultima occasione
O la tua prima compagnia
Lì
Bambino imparerai
A camminare,
Scopri il sesso dietro un muro
O sulle scale
E' peccato o lo confondi,
Se sia giusto farlo o no
Ti domandi
E' li
La vera scuola che
Poi ti segna
Sulla pelle quello che
Non s'insegna
La palestra della vita
Sta inventando i giorni tuoi! Una sfida!
Vecchi marciapiedi
Malati di realtà,
Poliziotti e preti
Tra i fiori e oscenità
Occhi aperti
Su melma e cieli prima mai scoperti
Non scandalizzarti dei marciapiedi
Lì sta il mondo, che non sai, che non vedi
Marciapiedi screditati
Per vergogna o vanità dimenticati!
No, non ridere dei miei marciapiedi!
Lì, ero un uomo, quello a cui tu non credi
Ma se cammini, se vai avanti
È perché i marciapiedi
Sono tanti
La pioggia spazzerà
La polvere e i ricordi
Bagnati di città
Passi frettolosi
D'un avido via vai
Chi trascina il tempo,
Clienti attesi
E' la vita
Che
Passando sporca un po' le dita
Lungo i marciapiedi
Il vento porta via
L'ultima occasione
O la tua prima compagnia
Lì
Bambino imparerai
A camminare,
Scopri il sesso dietro un muro
O sulle scale
E' peccato o lo confondi,
Se sia giusto farlo o no
Ti domandi
E' li
La vera scuola che
Poi ti segna
Sulla pelle quello che
Non s'insegna
La palestra della vita
Sta inventando i giorni tuoi! Una sfida!
Vecchi marciapiedi
Malati di realtà,
Poliziotti e preti
Tra i fiori e oscenità
Occhi aperti
Su melma e cieli prima mai scoperti
Non scandalizzarti dei marciapiedi
Lì sta il mondo, che non sai, che non vedi
Marciapiedi screditati
Per vergogna o vanità dimenticati!
No, non ridere dei miei marciapiedi!
Lì, ero un uomo, quello a cui tu non credi
Ma se cammini, se vai avanti
È perché i marciapiedi
Sono tanti
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