lunedì 17 giugno 2019

La casa sul retro


Se fosse viva oggi Anna Frank avrebbe 90 anni e invece è morta a 15 anni, dopo aver vissuto gli ultimi anni della sua vita guardando il cielo attraverso una piccola finestra, sognando dapprima di diventare una stella del cinema e poi una scrittrice con la paura costante di morire. E’ morta nel modo più atroce che si possa immaginare.

Ho letto il diario di Anna Frank quando era ancora una bambina…il tono di quel libro è dapprima allegro e scanzonato per poi incupirsi sempre di più.

Ricordo che dissi a mio padre, all’epoca mio fornitore ufficiale di libri, .che pur provando a distaccarmi dalla realtà non potevo non pensare, anche quando mi veniva da sorridere, che la fine era già scritta e che da sorridere c’era ben poco.

Anna era una tredicenne come me quando lessi il suo diario, con i miei stessi capelli un po’ ribelli e gli stessi occhi luminosi. Vivace, allegra e piena di idee. Suo papà diceva che illuminava la stanza in cui entrava, vi portava un vortice di idee e di confusione. Lo stesso disse parecchi anni dopo la mia amica Francesca riferendosi a me.

Solo che io quelle idee e quell’allegria, che per fortuna non mi ha mai abbandonato, le ho avutaeper tutta la vita e le ho ancora adesso che sono ben oltre il mezzo del cammin....LEI NO.

Lei ha piano piano perso la sua allegria quando dalla Germania ha dovuto trasferirsi ad Amsterdam, quando è stata costretta a lasciare la scuola e poi a rifugiarsi in una casa nascondiglio dove per alcune (parecchie) ore della giornata bisognava stare in rigoroso silenzio. E’ stata in prigione in compagnia di stessa, del suo diario e di una finestrella in soffitta dalla quale ogni tanto guardava il cielo.

Che colpa aveva? Nessuna. Solo quella di essere nata. E come lei moltissimi altri bambini che non sono passati alla storia con altrettanta notorietà.

Il diario di Anna Frank deve servire anche a ricordare tutti loro. Bambini senza colpe, come non hanno colpe i bambini rom costretti ad elemosinare in metropolitana, i figli delle detenute costretti a condividere la cella con le mamme, i figli di chi si perde dimenticando di averli messi al mondo,

Il diario di Anna Frank è per tutti loro…bambini che non capiscono perché la loro vita debba essere diversa, bambini che si sentono colpevoli senza sapere il perché ma soprattutto senza esserlo.

Il diario di Anna Frank è anche per i bambini e ragazzi di oggi; bambini e ragazzi che, pur con un futuro incerto, hanno tutto, hanno troppo e non sanno neanche chi ringraziare.
ps la prima edizione del diario aveva come titolo: La casa sul retro

lunedì 3 giugno 2019

chi Ti cerca…Ti trova


L’ultimo film di Pedro Almodovar è semplicemente stupendo: poetico e delicato, per nulla volgare (è capitato talvolta) e, se devo fare una classifica (difficilissima perché ne ho amati moltissimi), credo che stia sul MIO podio insieme a “Parla con lei” e “Gli abbracci spezzati” …lo so, lo so, Max mi direbbe: e dove li metti “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, “Tacchi a spillo” e “Tutto su mia madre” ?a lui rispondo che “Tutto su mia madre” era sul podio sino a ieri e che continua a piacermi moltissimo. L'ho visto tante volte che potrei recitarlo io. Gli altri due appartengono ad un Pedro Almodovar sicuramente meraviglioso ma che, personalmente, amo meno.
Antonio Banderas è bravissimo e ha meritato di vincere a Cannes anche se io ho fatto il tifo per Favino sino all’ultimo.
Non sono Fabio Fazio e quindi niente spoiler per chi non l'ha ancora visto…solo un invito ad andare al cinema al più presto.
Il film nella sua ultima parte mi ha fatto pensare a quelle che ogni tanto definiamo coincidenza o casualità. Ho sempre pensato che ci sono delle cose che accadono o che vanno in un certo modo perché devono accadere o perché è così che devono andare. La coincidenza o la casualità non c’entrano nulla.
Ho incontrato Tizio per caso e mi ha detto…stavo per fare una cosa ma poi ne ha accaduta un’altra che mi ha fermato….volevo chiamare Caio per dire una cosa ma poi mi chiamato Sempronio e mi ha riferito una cosa che mi ha fatto cambiare idea.
Potrei andare avanti all’infinito ma non conosco che Caio, Tizio e SempronioJ
Scherzi a parte…pensiamoci. La vita non è un caso e come dice Vasco (miliardi di volte da me citato) tutto ha un senso anche quello che apparentemente non ce l'ha!
PAUSA PUBBLICITARIA
Vasco è in questi giorni a San Siro con sei date consecutive. Tutto esaurito e lui in grande forma. Grande Vasco che si è ripreso e che ancora riempie gli stadi!
 
Non voglio dire che dobbiamo affidarci al caso e aspettare che le cose accadono…assolutamente NO, voglio solo dire che dovremmo riflettere di più e dare più importanza o peso alle coincidenze o alla casualità perché non sempre sono tali. Chissà forse è il nostro angelo custode che ci blocca un attimo prima o che fa andare le cose come alla fine dovrebbero andare.
E tutti vissero felici e contenti? Perché no. La felicità non è un’utopia, dovrebbe essere una costante o quantomeno un’aspirazione tangibile.
Voglio chiudere con una frase (se me la ricordo bene) tratta dall’ultimo libro di Gabriele Romagnoli (La meraviglia dell’ultimo amore). Il vero amore non è quello che ti cerca, è quello che alla fine ti trova. Questo, by the way, ricordiamocelo quando vogliamo giustificare chi non ci cerca o ci ha provato ma non ci è riuscito…vuol dire che non ci ha provato abbastanza. Nulla di più.