mercoledì 18 settembre 2019

Il magico potere del riordino

Faccio una confessione. Il libro (di Marie Kondo, assoluto best seller) non l'ho letto nonostante l'abbia comprato e anche scaricato su Audible. Ho provato ad ascoltarlo per non più di 15 minuti e ho notato che l'autrice ripete ossessivamente che una volta letto il libro e applicati tutti i consigli, si smetterà di riordinare per sempre.
In altri termini, il vero segreto del libro è quello di insegnare a riordinare una volta per tutte e poi mai più [nota: questo è quello che ho compreso io].

A parte il fatto che mi chiedo come sia possibile.
Se acquistiamo altre cose dovremo prima o poi riordinarle...
E le cose vecchie... non dovranno presto o tardi essere buttate via?
Il vero punto è che a me ordinare e riordinare piace.

Mi piace riordinare i libri (non spesso ma di tanto in tanto lo faccio) e trovare quel volumetto acquistato in un mercatino che mi viene voglia di leggere o quel libro che ho letto una vita fa e che voglio rileggere o qualche libro acquistato (io compro molto anche in base al titolo, alla copertina e al mood del momento) e mai letto.

Adoro riordinare i vestiti e gli accessori...e solo così utilizzo tutto quello che possiedo. Nessuno di noi ha il guardaroba di casa Windsor (non nel senso di bellezza dei capi che contiene..perché i nostri sono più belli, ma nel senso delle dimensioni) e neanche (per stare più su Milano) quello di casa Necchi- Campiglio, ed è un dato di fatto inconfutabile che se le cose non le abbiamo sotto gli occhi non le vediamo e ci dimentichiamo di averle. Non parlo del pantalone nero..ma della camicetta acquista da H&M in preda ad un attacco compulsivo. Se l'abbiamo presa è perché ci piaceva...e allora perché non indossarla? Perché come la maggior parte delle cose che abbiamo non ci serve e ce ne siamo dimenticate....ma se la ritroviamo e la mettiamo in vista la indosseremo e pure volentieri.

Lo stesso vale per la biancheria, il cibo non fresco (attenzione alle scadenze), i medicinali, i cassetti della scrivania in ufficio...e potrei andare avanti all'infinito.

Riordinare mi rilassa, evoca ricordi quando trovo quel biglietto di auguri ricevuto secoli fa o il ritaglio di un giornaletto di G per mi aveva detto di tenere perché voleva che le compressi un body per la danza con la scritta "Teatro alla Scala", il segnalibro con scritto "Auguri Mamma, ti voglio bene", qualche vecchia foto, la borsetta di paglia comprata a Ponza e i miliardi di oggetti frutto di attacchi compulsivi che spesso mi provocano ilarità, altre volte incredulità (come ho fatto a comprare una simile cretinata?) e altre incazzatura😠.
 
Tutto questo ovviamente ha un rovescio della medaglia: a riordinare si perde un tempo infinito e tante volte provoca angoscia proprio perché ci rendiamo conto di avere tanta (troppa!) roba inutile.
Che fare?
1. smettere di comprare e cercare di ridurre al minimo gli attacchi compulsivi. Sarà come gustare un gelato dopo mesi di dieta 😎
2. avere il coraggio di buttare (ma non come dice George per poi riacquistare!)
3. Indossare la camicetta di H&M come se fosse di YSL.

Buon riordino a tutti (questo è il mese giusto)

domenica 1 settembre 2019

...ha abbandonato

Le chat di whatsapp possono diventare un’arma di distruzione di massa.
Ci sono chat di famiglia, tra amiche o di classe (le peggiori perché ci danno la misura del tempo che passa inesorabile) in cui si pubblica di tutto dalle foto delle vacanze, alle informazioni di servizio, dagli auguri di compleanno, Natale, Pasqua e così via fino agli immancabili tramonti. Cosa fare? Resistere, postare il meno possibile e fare in modo che tali chat adempiano solo allo scopo per cui sono state create. Tenere in qualche modo unito un gruppo di persone lontane nel tempo e nello spazio ma legate da affetto e da un pezzo di vita condivisa. Nella mia chat di classe, tutto sommato, funziona così.

Poi ci sono le chat con uno scopo più specifico: un gruppo unito da un interesse comune: un hobby, un lavoro, un evento, una cena, ecc. ecco in questo caso andrebbero messe delle regole ferree. Se la chat serve per parlare di marmellate è solo di quello che bisogna parlare...niente tramonti o albe, foto di posti meravigliosi, auguri e soprattutto niente ringraziamenti...non è maleducazione ma sopravvivenza😊.

Due cose. Perché continuare a comunicare a tutti dove siamo, cosa stiamo facendo, ecc. se abbiamo fatto una bella vacanza non è più bello raccontarlo alla prima occasione?!
Sto finendo per rimpiangere le noiosissime serate a guardare le diapositive delle vacanze!
Passi per Instagram o Facebook...andare a curiosare è una scelta ma la chat di whatsapp no quella ci costringe a guardare per capire se il messaggio è importante o se richiede una risposta.

Ci troviamo in un circolo vizioso. Siamo sempre connessi, comunichiamo in tempo reale ogni nostro spostamento, ogni esperienza e persino ogni stato d’animo e quando ci incontriamo, non avendo nulla da dire guardiamo, Instagram.

Personalmente se al ristorante i miei vicini di tavolo non si rivolgono la parola perché stanno tutto il tempo a guardare il cellulare, se possibile cambio tavolo.
Ieri accanto a noi c’era una coppia. Lei ha guardato tutto il tempo il cellulare e lui per ammazzare il tempo continuava a rileggere la lista dei piatti del giorno 😂😂😂
La seconda cosa è che sono felice di non avere una figlia in età scolare. Pare che le chat di classe abbiano causato più morti di un’epidemia 😲😲