domenica 22 settembre 2013

Tu sai chi sono io!

Le vacanze sono passate da un pezzo e questo potrebbe sembrare un libro da leggere sotto l'ombrellone. È invece no....pur essendo leggero, divertente e glamour è libro che fa riflettere.

Paola Jacobbi, giornalista di cinema e costume, esperta di celebrities, e inviata di Vanity Fair a tutti i festival del cinema più importanti, da Venezia a Cannes, dai Golden Globe agli Oscar, ha costruito attorno alla sua personale esperienza ed alla sua personale conoscenza di vizi e virtù delle dive di Hollywood e di casa nostra, un libro intelligente e sincero in cui ha provato a guardare quel mondo dorato attraverso gli occhi di una persona normale, che poi altro non sono che gli occhi di Paola, che pur vivendo in quel mondo da sempre e da vicino ne mantiene un consapevole distacco.

'Tu sai chi sono io' (Paola Jacobbi, Bompiani, 2013) è il primo romanzo di Paola ma il suo piacevolissimo modo di scrivere è noto a tutti quelli che leggono Vanity Fair e che hanno letto i suoi libri precedenti (citati nel post http://liuzza.blogspot.it/2012/12/fashion-chic-la-page.html).

È la storia di una ragazza normale che, trovatasi improvvisamente disoccupata capita per caso al seguito di una starletta nostrana in un'isola (inventata da Paola ma che tanto potrebbe somigliare alle isole dei Caraibi dove vengono fotografate le star a Natale o all'inizio della stagione) in cui si intrecciano per caso storie, drammi, vizi e virtù dei vari protagonisti, tutti diversi tra di loro ma tutti accomunati da un'inquietudine di fondo (uno dei mali del nostro secolo) e tutti assolutamente reali. Basta soffermarsi un attimo su ciascun personaggio per trovarvi la versione romanzata, ma neanche tanto, dei protagonisti del nostro star system e dei loro cortigiani.

Paola, con la sua penna arguta, intelligente e mai banale, ha inventato una storia che è e potrebbe essere verissima. Una storia di star viziate, di uomini senza scrupoli, di solitudine e di vendetta, di amicizia e di amore. 

'Volevamo cambiare il mondo e invece il mondo ha cambiato noi' ....per arrivare a leggere questa frase bisognerà finire il libro ed è a quel punto che si capirà che il mondo delle star è bello e glamour finché resta sul tappeto rosso e che la vita vera è un'altra cosa e, perché no, è anche molto meglio!

Buona lettura a tutte le mie 'lettrici' nella speranza che Paola scriva presto un nuovo romanzo!  

La mia stella⭐

La mia stella se n'è andata....dopo avere combattuto per oltre un anno, è tornata tra le stelle.

È stato un anno di speranze, di amore, di amici meravigliosi che non hanno mai smesso di farle sentire il loro affetto, di dolore, di speranze, di delusioni, di forza e di tanta stanchezza.

È stato per me un anno felice in cui sono stata accanto ad una persona meravigliosa, è stata il mio buongiorno e la mia buonanotte, tutti i giorni e tutte le notti, la mia speranza e la mia paura, la mia forza e la mia allegria.

È stato un anno in cui ho provato a fare le cose che non lei poteva fare: come mangiare Sushi, fragole e gelati; in cui sono uscita tutte le sere per avere qualcosa da raccontarle al mattino; in cui ho preso spesso il treno per andare a trovarla (fino all'ultima tremenda mattina di settembre); in cui ho visto i suoi occhi brillanti e luminosi dietro un volto coperto dalla mascherina; in cui ho fatto con lei passeggiate sotto il sole di luglio, condiviso segreti e sciocchezze, scoperto affinità e similitudini, mandato e ricevuto un'infinità di baci, di abbracci, di stelle e di cuori, seguito in TV l'elezione del nuovo papa, cercato portafortuna da regalarle (compresi i cioccolatini a forma di coccinella che non riuscivo a trovare). 

È stato un anno di paure, di grandi gioie e di tanto amore!

È stato un anno in cui lei ha dato forza a me. Stai serena, mi diceva, è tutto a posto. 

È stato l'anno più bello della mia vita ed è finito una mattina di settembre.

La mia stella é tornata tra le stelle ma quello che è stato resterà per sempre e la mia stella continuerà a brillare anche per me.

mercoledì 4 settembre 2013

100 post.....e un viaggio a Cuba!

Siamo arrivati a 100 post, sono davvero molto contenta e non finirò mai di ringraziare chi mi ha incoraggiato ad iniziare, chi mi ha dato e continua a darmi spunti, chi mi legge durante la pausa pranzo, chi mi manda commenti su FB, via email e sul blog. 
Abbiamo parlato di tutto: di uomini, di amore, di donne che amano troppo, di amicizia, di bambini, di usi e costumi, di cucina, di moda, di malattia e voglia di vivere, di libri e di film, di viaggi e vacanze, di sex and the city, di canzoni e cantanti. E di tanto altro. 
Ogni tanto ho paura che gli argomenti possano esaurirsi ma poi penso che ogni post è  come una chiacchierata tra amici. E le chiacchiere tra amici, si sa, non finiscono mai!  

E adesso CUBA. 
Quest'anno abbiamo interrotto la (bellissima) tradizione del viaggio autunnale per fare una lunga vacanza estiva.
Una settimana dai miei al mare e poi Cuba con George e due nostre amiche, Sabrina e Marina. 
Sabrina questa volta non ha temuto di aver perso il passaporto perché gliel'ho restituito (munito di visto!) prima di partire. È arrivata in aeroporto in perfetto orario. Quando l'ho vista ci sono rimasta male perché prima di partire le avevo regalato un capello di paglia e pensavo non lo avesse portato. E invece lo aveva in valigia e lo ha usato tantissimo. 

Marina è arrivata con paio di scarpe rosse a suo dire comodissime e ha esordito dicendo al ritorno le butto via. Purtroppo le scarpe hanno avuto alterne vicende: si sono rotte ben due volte e sono state oggetto di altrettante riparazioni, prima all'Havana e poi a Remedios (come abbia potuto trovare un calzolaio a Remedios resta un mistero!) e sono anche state dimenticate (e recuperate) sul taxi di Fernando a Santiago de Cuba. Il giorno della partenza per l'Italia non le indossava più!

Infine il MIO cappello, dimenticato dovunque è stato sempre recuperato da tutti tranne che da me. E infine è stato dimenticato sull'aereo di ritorno:-(

Sono stati 15 giorni itineranti tra le città dell'isola: abbiamo dormito in casas particulares, viaggiato in aereo (volo interno da Havana a Santiago), pullman, taxi, bici taxi, coco taxi e carrozza! Abbiamo conosciuto la gente del luogo, mangiato nelle case e nei paladar, ballato e cantato!!
Soltanto alla fine ci siamo concessi un we al mare in un resort al Cayo Santa Maria (spiagge bianche e mare verdeazzurro trasparente).  

Mi piace molto, quando viaggio, passeggiare e guardarmi attorno anche da sola. Non guardo quasi mai la guida (anche se poi seguo George e le cose più importanti le vedo) e torno con un bagaglio di profumi, sapori, paesaggi, tramonti e sorrisi.

All'Havana ho amato moltissimo passeggiare tra i vicoli della vecchia città (che in parte è restaurata) l'ultima mattina quando ormai mi sembrava di conoscerla e non avevo una meta precisa, fare colazione sul terrazzo di Mary, la signora che ci ospitava, ballare la salsa (2h ore indimenticabili di lezione alla Casa del Son) e cenare alla Guarida, un ottimo paladar al Centro Havana che si trova all'interno di un palazzo fatiscente. Tutta l'Havana è fatiscente. Ed è per questo molto affascinante e malinconica anche se è indubbiamente triste pensare alla meraviglia che potrebbe essere. Ma sarebbe ancora così affascinante?

Santiago de Cuba è la città - tra quelle che ho visto - più povera di Cuba ma forse anche la più autentica. Si canta ovunque e alla Casa della Trova ho trascorso uno dei pomeriggi più belli della mia vita con un bravissimo chitarrista e un'anziana ed elegante signora che cantavano improvvisando. Abbiamo cantato insieme 'La historia di un amor', un bolero panamese scritto nel 1956 ed interpretato da numerosi artisti sudamericani e spagnoli.  
Quella stessa sera sono stata invitata a ballare ben due volte da altrettanti cubani;) io forte della lezione di salsa e del vestito cubano ho accettato! 
I suddetti cubani pensavano fossi cubana anch'io. Solo vedendomi ballare hanno capito che così non era:-) 

Il centro storico di Camaguey è diventato patrimonio dell'Unesco nel 2008. È piccolo e sembra un labirinto con tante stradine piene di case coloniali molto ben tenute o in corso di restaurazione e tre piazze bellissime.
Abbiamo conosciuto una coppia di artisti (pittori) cubani che si chiamano Ileana Sanchez e Joel Jover. La loro casa pazza (loca), come l'ha definita lei, è un museo: ci sono oggetti di antiquariato e vintage, pappagalli
 e tartarughe, il tutto accompagnato dal sorriso contagioso di Ileana. George ed io ci siamo regalati un quadro che si chiama 'Te cuelgo por el huevo'!
Di Camaguey non dimenticherò mai il sorriso di Sonilde, la ragazza che si occupava di noi nella casa che ci ospitava.

Prima di arrivare a Trinidad abbiamo fatto una breve sosta nel centro di Sancti Spiritus (che è la provincia nella cui circoscrizione si trova Trinidad): la cattedrale Parroquial Mayot del Espiritu Santo è la chiesa più bella che ho visto durante questo viaggio. 

Trinidad è un presepe. È patrimonio dell'Unesco dal 1988 e le sue case coloniali, tutte tenute benissimo, si snodano tra viottoli di pietra, musica a tutte le ore e mercatini di prodotti artigianali. La casa che ci ospitava era piena di persone con una cucina viva e allegra. La nostra stanza aveva due finestre da cui entrava un bel freschetto e ci siamo assopiti ascoltando la musica che entrava da fuori.

Cienfuegos è una città più moderna prevalentemente di mare. Il malecon (lungomare)è più bello di quello dall'Havana. Al Palacio Azul, un piccolo hotel coloniale che si trova a Punta Gorda, ho bevuto il Mojito più buono della vacanza (e non sono stati pochi!!) 
Nel tardo pomeriggio, come spesso accade in questa stagione è arrivato il temporale. Mi sono rifugiata a leggere sul divano della casa che ci ospitava e ho chiesto al proprietario se potevo stare li'. La risposta è stata: Mi casa es tu casa

Santa Clara è una città in cui tutto ruota attorno al Monumento dedicato a Che Guevara inaugurato nel 1997. È un posto immenso e molto suggestivo ma non pacchiano. Per assurdo, nonostante l'imponente struttura si avverte meno che nel resto del paese la speculazione sulla figura del Che. 
Come dice Toto' (nella splendida 'a livella') da morti siamo tutti uguali. E infatti la lapide del Che, nonostante il monumento sia interamente dedicato a lui, è collocata in mezzo a quelle degli altri soldati morti durante la Rivoluzione.    

E infine Remedios, piccola cittadina che ricorda Trinidad, dove ci siamo fermati a pranzo nel più antico caffè della città prima di andare al mare. 

Cuba è un'isola bellissima, molto verde e con un clima tutto sommato gradevole. È molto caldo e umido nelle ore centrali della giornata ma è quasi sempre ventilato. 
Si mangia sano ma poco vario. Prevalentemente riso, gamberi, aragoste e pesce simile al nostro merluzzo, poca carne, tanta verdura e frutta meravigliosa (banane/platani - mango - papaya - ananas e gujaba). Però i cubani non sono magri, soprattutto le donne. Probabilmente abusano di chicharrita de platano (
sembrano patatine fritte e invece sono banane!), riso, che si sa gonfia la pancia, e alcol! O forse la pancia fa da contrappeso al sedere sporgente:-)?
Indossano sempre e a tutte le età canotte strette e scollate, bermuda o shorts.  

I cubani sono tutti fieri e allegri, non felici ma allegri, e vivono con il poco che hanno e con ritmi rilassatissimi. 

Non so dire, perché non l'ho studiato e non basta certo una vacanza a Cuba per capire, se la politica di Fidel stia facendo danni. Certamente sono fuori dal mondo (è tutto fermo a 50 anni fa e mi ricorda il sud Italia di quando ero bambina) anche se questo essere fuori dal mondo è diventata un'attrazione per la principale risorsa economica del paese: Il Turismo. Le vecchie macchine americane ne sono un esempio. Si pensa che a Cuba ci siano solo quelle e invece è pieno di macchine più moderne senza arrivare ai SUV o alle macchine sportive.

L'isola è giovane e con un grande fervore intellettuale. Il popolo è fiero perché sono stati per troppo tempo dominati e schiavizzati; sono molto legati alla rivoluzione, al Che e a Fidel perché, pur nel disastro economico in cui si trovano, sono diventati finalmente indipendenti e hanno conquistato un'identità.
Per carità manca dall'acqua fino al sale (come si dice a Messina) ma l'istruzione, la sanità e la sicurezza funzionano benissimo. Tutti hanno, bene o male, un lavoro e se si pensa che ancora nel XX secolo erano schiavi è un grande passo avanti di cui è giusto andare fieri. 

Pensavo, passeggiando all'Havana, ai paesi del medio oriente o ai paesi dell'est dai quali la gente fugge o è fuggita per via delle guerre. 
Cosa hanno trovato fuori quando e se sono arrivati vivi in un altro paese? Abusi e sopraffazione - specialmente le donne - umiliazione, spaesamento e altra povertà.
I cubani a Cuba sono e si sentono più protetti. Io se fossi in loro continuerei ad essere fiera del popolo a cui appartengono e delle conquiste fatte. Chissà cosa riserverà loro il futuro. 

Cosa ricordo di questa vacanza? Tanti bicchieri di succo di mango, centinaia di bottiglie di acqua Ciego Montero (la no. 1 en Cuba! ma forse sarebbe meglio dire la unica en Cuba visto che praticamente non ce ne sono altre), i pavimenti più belli che abbia mai visto (in quasi tutte le case anche le più umili), il Mojito, il Cuba Libre e tutte le persone che ho conosciuto.

Ps a Cuba non esiste la CocaCola ma la TuCola che ha un gusto leggermente diverso. George si è giustamente chiesto come faremo a preparare il Cuba Libre a Milano senza la TuCola:-) 

Foto Fernando