domenica 25 novembre 2012

sulle orme di mosè

sono finalmente in vacanza....dico finalmente perche' le aspettavo da agosto; ormai da qualche anno Geroge ed io ci siamo uniti ad un gruppo di geografi (e siamo diventati soci della societa' geografica italiana) che organizzano, in questo periodo dell'anno, dei viaggi bellissimi.
 
Questo il programma di quest'anno:
 
1° giorno

ROMA – CAIRO – ALESSANDRIA
 
2° giorno
ALESSANDRIA
...........visita della città, il Patriarcato copto, la Colonna di Pompeo, le catacombe di Kom el-Shuqafa e il Teatro romano.
3° giorno
ALESSANDRIA
........ visita istituzionale alla ricostruita, moderna Biblioteca Alessandrina........completamento del tour della città: visita alla Moschea di Abu Abbas e alla Cittadella di Qaitbay dall’esterno.

4° giorno
ALESSANDRIA – ISMAILIA
.... partenza in direzione di Ismailia, attraversando la regione del Delta del Nilo. .....visita dell’area archeologica di San el-Hagar, Tanis e Tal Basta, nella regione di Sharqiya, siti particolarmente importanti nella storia dell’Egitto antico. Tanis, ad esempio, è stata la capitale della parte nord dell’Egitto durate la XXI dinastia ed è stato uno dei più importanti porti che ne hanno fatto un centro commerciale e strategico di primo piano. Continuazione per Ismailia ....
 
5° giorno
ISMAILIA – SUEZ – MONASTERO SANTA CATERINA
...... partenza in direzione di Suez. Sosta ai Laghi Amari. Proseguimento e sosta ad Ain Musa, che la tradizione identifica come il luogo delle cosiddette Sorgenti di Mosè. Continuazione per la località turistica di Ras Sedr, sul Mar Rosso/Golfo di Suez....proseguimento lungo la penisola del Sinai fino al Monastero di Santa Caterina.
6° giorno
MONASTERO SANTA CATERINA – NUWEIBA – AQABA
alle ore 2.00 di notte salita facoltativa sul Monte Oreb (2244 metri di altitudine. Si partirà da una quota di 1500). Arrivo in cima all’alba (intorno alle 5.00) per ammirare il sorgere del sole. Al rientro, visita del Monastero e del Museo
 Attraversamento della Penisola del Sinai in direzione di Nuweiba. ....., imbarco a Nuweiba sul traghetto per Aqaba. Arrivo ad Aqaba, in Giordania
 
7° giorno
AQABA – WADI RUM – PETRA
.....visita della città e mini-crociera, di circa tre ore, sul Mar Rosso/Golfo di Aqaba a bordo di una barca con il fondo trasparente per ammirare i fondali del Mar Rosso. Nella tarda mattinata, partenza per il deserto di Wadi Rum. Pranzo in un campo tendato di beduini. Nel pomeriggio, escursione nel deserto a bordo di "fuori-strada". Rientro nel campo e partenza per Petra.
 
8° giorno
PETRA
....... visita dell’area archeologica di Petra
 
9° giorno
PETRA – WADI MUJIB/MAR MORTO – MONTE NEBO – MADABA – AMMAN
.....partenza per Kerak e visita al castello. Arrivo presso il Dead Sea Spa Hotel, situato in riva al Mar Morto, e tempo libero per fare un bagno ......., visita del Monte Nebo. Visita di Madaba. Proseguimento per Amman......
10° giorno
AMMAN
........visita della città: visita all’anfiteatro romano, alla Cittadella, alla Moschea di Abu Darwish.
 
11° giorno
AMMAN – ROMA
 
Il primo anno ci siamo uniti quasi per gioco e per provare...non eravamo mai stati in Marocco e abbiamo detto: perche' no? E' stata un'esperienza bellissima. Tutti professori universitari piu' grandi di noi (i ragazzi ci sono ma sono davvero una minoranza), tutta gente rilassata, senza fretta e senza il blackberry...10 giorni senza conference call, con gente che se ti parla ti guarda in faccia (a milano non ti guarda in faccia piu' nessuno perche' tutti guardano il display del bb). Sono viaggi culturali per nulla pesanti, anzi  sono molto interessanti perche' tutti raccontano qualcosa della loro esperienza di vita e culturale. Dalla geologa allo storico mediovale e poi, ovviamente, ci sono tanti contributi dei geografi. Ci divertiamo moltissimo e ogni anno ci iscriviamo prima ancora di vedere il programma.
 
ps io lo scorso anno in grecia ho raccontato la storia d'amore tra la Callas e Onassis ...adesso mi devo preparare su Rania di Giordania.


martedì 20 novembre 2012

di mamma ce n'è una sola?

Quanto belle parole e frasi fatte sul rapporto madre figlio: "l'amore delle mamme non si divide, si moltiplica", "di mamma ce n'è una sola", "la mamma è sempre la mamma"...e potrei continuare all'infinito.

Un altro luogo comune è che la morte di un figlio è innaturale per un genitore perchè è nella natura delle cose che un genitore muoia prima di un figlio.

Ma è nella natura delle cose che un genitore muoia quando il figlio è ancora un bambino?

La perdita in quei casi segna un momento e un dolore incancellabile per tutta la vita. Ma non è il dolore della mancanza della mamma (o del papà). Perchè di amore spesso se ne riceve tanto e tanto di più da persone che non per forza sono la mamma (possono diventarlo o anche no ma non è questo che determina il grado di amore che possono dare), e che si inseriscono a passi felpati nella vita di persone (bambini per lo più) pronti ad accoglierle.
Una mia cara amica racconta sempre di una sua vicina di casa "signorina" (come si diceva ai tempi) che l'ha amata quanto e forse più di una madre e che ha avuto nella sua vita un ruolo fondamentale e che - secondo lei - esisteva ed era venuta al mondo per occuparsi di lei. Mi piace molto condividere questo pensiero perchè è come se nella scelta (ho detto sempre che credo molto nell'amicizia perchè è una scelta e non un legame di sangue!) ci fosse un qualcosa di "disegnato" (dalla naturale evoluzione delle cose): tu sei venuto al mondo per occuparti di me! Bellissimo pensarlo e bellissimo sentirselo dire. 

Tornando al punto credo che il dolore per un bambino non sia tanto e non solo l'assenza di un genitore, quanto il dolore per la perdita in sè, il dolore per la diversità: un bambino senza un genitore vede la sua vita diversa (e anche diversamente organizzata) da quella degli altri bambini.

Ho già scritto altre volte che secondo me le cose che accadono nella vita bisogna accettarle, che non si può vivere cercando di cambiare l'ordine delle cose perchè si arriva a cinquant'anni accorgendosi di non avere vissuto. E' vero i cinquant'anni di oggi sono i quaranta (e a volte anche meno) di un tempo, ma resta il fatto che non è giusto perdere metà della propria vita a farsi domande.

Come sarebbe stato se...non lo sappiamo. Sappiamo com'è e ed è com'è che doveva essere.

Ho appena finito di leggere il libro di Massimo Gramellini "Fai bei sogni" (Longanesi, 2012). Grazie Giusy per avermelo regalato.

martedì 13 novembre 2012

tanto costa poco....

in questo periodo ricevo in continuazione e-mails (peggio per me che lascio l'indirizzo e mail nei negozi!) che propongono sconti e offerte speciali, vedo cartelli con scritto "vendita promozionale" dappertutto e poi...poi ci sono le svendite.
Una volta le svendite delle grandi marche (a Milano era storica quella di Valentino) erano rare ed era un'occasione eccezionale essere parte degli invitati - altamente selezionati - ad una svendita.
Adesso ce ne sono a migliaia ad ogni stagione e, ad eccezione di qualche raro caso, sono aperte a tutti. In fondo se svendita è meglio avere più acquirenti possibile!

Ma a cosa serve? E' una cosa che mi chiedo da sempre...(e ancora di più in questo periodo di crisi).

Quando ero piccola tra i negozi c.d. low cost esisteva solo benetton (che adesso non è più tanto low cost!).

Adesso (da almeno 10 anni a questa parte) gli unici negozi che mantengono alto il livello del fatturato a parte il lusso, che non fa testo e si collega ad altri meccanismi, sono le catene low cost da Zara a H&M, Mango, Berska, e altre migliaia di cui risparmio l'elenco (anche perchè non sarei in grado di farlo in dettaglio).

non sono snob (o forse si) ma non è questo il punto.

Il punto è che mi chiedo e mi sono sempre chiesta: ma è davvero un risparmio? comprare alle svendite, nelle catene low cost o ai saldi è davvero un risparmio?
La mia risposta è no. E no perchè scatta la sindrome "ma dai fai un affare!!",  "ma tanto costa poco"; ma quell'affare o quel capo a poco prezzo mi serve davvero?
Non sarà che piuttosto che guardare all'utilità o alla necessità dell'acquisto ci facciamo attirare dall'offerta? Ma se compriamo una cosa che non ci serve o che è la ventesima che abbiamo, che affare è?
Lo shopping compulsivo o meglio ancora quello fatto per il puro gusto di farlo, se non ci fa andare in rosso, fa bene all'umore e fa girare l'economia, per cui ben venga. Ma non cerchiamo di giustificarlo pensando che si tratti di un affare. E quando saremo davanti all'ennessima maglietta low cost chiediamoci sempre: si è vero costa poco ma mi serve?
io da un po' di tempo lo faccio, non ho ancora raggiunto ottimi risultati ma quando alla fine passo avanti mi sento meglio e - questo lo dico a bassa voce (per paura che George mi possa ascoltare) - anche più autorizzata a comprare, senza farmi troppi problemi, una cosa (non duecento!) che mi piace e che - affare o non affare - sarà mia!!

ps Becky la protagonista della saga di Sophie Kinsella "I Love Shopping" diceva che una delle più belle senzazioni che si possa provare (se sei una shopaholic) è stringere tra le mani il sacchetto nuovo di un negozio e sapere che quello che c'è dentro è TUO!!

mercoledì 7 novembre 2012

un senso......

Voglio trovare un senso a questa sera
Anche se questa sera un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa vita
Anche se questa vita un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa storia
Anche se questa storia un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa voglia
Anche se questa voglia un senso non ce l'ha

Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà...
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...

Voglio trovare un senso a questa situazione
Anche se questa situazione un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa condizione
Anche se questa condizione un senso non ce l'ha

Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà...
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...
Domani un altro giorno... ormai è qua!

Voglio trovare un senso a tante cose
Anche se tante cose un senso non ce l'ha

Questa è una delle mie canzoni preferite...non solo tra quelle di Vasco ma in assoluto.

Ho ripensato a questa canzone l'altra sera vedendo in TV Castellitto e Penelope Cruz che presentavano il film 'Venuto al mondo'.

La coppia Castellitto-Mazzantini non mi piace molto: lui non è un grande attore (anche se qualche film buono lo ha fatto) e lei per esprimere un concetto usa più parole di Tolstoj. Però 'Non ti muovere' era un gran bel libro ed è venuto fuori anche un bel film. Ho trovato invece pessimo 'Venuto al mondo' (il libro ovviamente perchè il film non credo che andrò a vederlo) per la banalità dei concetti espressi, per l'uso spropositato delle metafore e perché in fondo la storia è scontata. L'idea di avere un figlio a tutti i costi per legare a se un uomo è mortificante per qualsiasi donna. Nel finale forse si riscatta ma non è un libro che consiglio.

Tornando a Vasco, Un senso è la giusta conclusione di quel bel film e ricordo che qualche anno fa l'ho rivisto in televisione proprio per aspettare la canzone finale che invece è stata tagliata per dare spazio alla pubblicità:-(

Com'è vero che niente ha un senso e proprio quel non senso è il senso stesso delle cose. È inutile sforzarsi per cercare di capire il perché certe cose accadono, penso alle cose brutte come la malattia o addirittura la morte ma anche a quelle belle come l'amore o una gioia inaspettata.
Il domani arriva comunque e come diceva Rossella O'Hara 'Domani è un altro giorno!'

domenica 4 novembre 2012

L'acustica perfetta

La scorsa settimana ho letto su Io Donna che il 31 ottobre sarebbe uscito il nuovo romanzo di Daria Bignardi (L'acustica perfetta, Mondadori). L'ho comprato proprio il 31, l'ho letto in due giorni e, come mi è già successo con il precedente, mi ha lasciato da pensare. 

Il giorno in cui l'ho comprato, in coda alla cassa della Rizzoli in Galleria ho fatto amicizia con una signora: entrambe avevamo preso 5 libri e 3 dei cinque erano gli stessi. Anche lei aveva acquistato il romanzo della Bignardi e mi ha detto che il primo libro (Non vi lascerò orfani) le era piaciuto molto mentre il secondo (un Karma pesante) un po' meno ma voleva darle ancora fiducia.

Un po' il mio stesso pensiero, in effetti.

Anche il primo libro è un romanzo ma parte da una storia vera (l'improvvisa morte della madre) e pur essendo un libro che nasce da un lutto finisce con l'essere una storia di vita e di allegria. Senz'altro una lettura più facile.

Gli ultimi due romanzi sono, invece, molto profondi, parlano di donne forti e risolute (ma solo in apparenza) e di uomini meno problematici e più semplici (come tutti gli uomini in fondo). Parlano di relazioni di coppia complesse e complicate (quale relazione tra due persone vere e intelligenti non lo è), parlano d'amore.

Ci sono certi libri che ti lasciano una sensazione di benessere, altri che ti lasciano una certa euforia (mi è appena accaduto con la biografia di Agassi, Open), altri ancora che non ti piacciono proprio e non vedi l'ora di finirli per passare ad altro (quando non li lasci a metà) e altri che non ti lasciano niente (succede spesso con i gialli).
Nessuna di queste sensazioni mi è rimasta questa volta come, peraltro, la precedente. E' un libro che che mi ha lasciato una certa inquietudine positiva, una voglia di pensare e ripensare ai protagonisti per capirne sfumature e cose non dette. 

E' una storia d'amore per niente banale che mi ha fatto riflettere su cosa è l'amore. E' possibile che pur amandolo/a non si riesca a comprendere nè a conoscere completamente chi ci sta accanto? e' possibile che in fondo chi ama tende a prendere (o addirittura a pretendere) più che a dare? L'amore è in fondo un sentimento egoista? 

Non racconto la storia perchè a raccontarla perderebbe di significato. Posso dire solo che è il pretesto per raccontare sentimenti, ricordi, paesaggi (liguria e sardegna piene di profumi).
Si legge tutto di un fiato e - adesso che l'ho letto - posso dire che la signora della libreria ha fatto bene a comprarlo. E anch'io!

Io adesso mi devo un po' distrarre e ho già iniziato un giallo di Camilleri; ormai si somigliano tutti ma sono molto affezionata ai luoghi di Montalbano e tra un libro "vero" e un altro è quello che ci vuole.