domenica 25 marzo 2018

Cosa leggo oggi?

Leggere richiede impegno e dedizione. Anche se si leggono gialli, che tendenzialmente sono considerati più leggeri, bisogna dedicare del tempo. 
Il tempo che si impiega a leggere un libro non è mai tempo perso. Però mi permetto di dire che non si deve perdere tempo a leggere libri brutti o inutili. 
Come scegliamo i libri che leggiamo? 
Al primo posto metterei la conoscenza dell’autore: abbiamo letto altri libri che ci sono piaciuti e (a volte capita) anche se l’ultimo ci ha po’ deluso, gli diamo sempre una seconda possibilità. 
Premi/ riconoscimenti o best seller: io un po’ diffido dai premi ma devo dire che ultimamente mi sono ricreduta. I best seller sono tendenzialmente libri facili con un pubblico conseguentemente molto vasto. Ce ne sono alcuni che non mi sognerei mai di leggere (tipo 50 sfumature di grigio), altri che non leggo perché non mi piace il genere (fantasy o horror) e altri ancora che ho amato. Primo tra tutti Open di Andrè Agassi ma anche Non ti muovere di Margaret Mazzantini (il successivo l’ho trovato pessimo), Caos Calmo di Sandro Veronesi e più recentemente, L’Arminuta di Donatella Di Pietrantonio (su questo ero scettica per via del premio ma mi sono ricreduta a pag. 2). 
Poi ci sono gli ever green. Io non salto mai i gialli di Sellerio. Da Camilleri a Malvandi, passando per Alicia Gimenez Bartlett, Antonio Manzini e Esmahan Aykol.
Il passaparola o il regalo: leggo sempre i libri che mi regalano o mi consigliano. Chi regala o consiglia un libro perché lo ha amato, è sempre sincero. 
Curiosità: questa di solito è alla base della ‘spesa’ in libreria che mi trovo a fare di tanto in tanto. Mi attirano i titoli e le copertine. Quelli di Neri Pozza sono Top e devo dire che ho scoperto dei libri stupendi. 
Recensioni: dipende da chi le fa. 
Intervista all’autore o campagna promozionale: ecco su questo avrei qualche dubbio. Ho recentemente letto (anche abbastanza in fretta perché la scrittura era facile) un romanzo di un’esordiente molto giovane (Sally Rooney). Era una storia d’amore, di amicizia, di tradimenti? Non l’ho capito. L’ho trovato inutile, privo di slanci e in fondo stupido. Ma la scrittrice era stata intervistata dai principali inserti culturali della domenica e da alcune riviste. Quando si dice l’editore🙄
Qualche consiglio: andiamo a comprare i libri in piccole librerie. Ne ho appena trovata una in via San Vittore. Il libraio deve avere letto i libri che consiglia. 
Non perdiamo tempo a leggere libri insulsi...il tempo guadagnato lo si potrà utilizzare per leggere un libro bello!
Leggere è uno dei modi migliori per impegnare il tempo. 
Libro, Kindle, iPad. Libreria, Amazon o biblioteca. Tutto d'un fiato o 10 paginette al giorno. 
Ognuno ha il suo modo. Ma leggere deve essere di tutti. 

domenica 11 marzo 2018

What I was Wearing

What I was Wearing é una poesia di Mary Simmerling contro la violenza di genere.

Non ho trovato una traduzione e non voglio farla io perché perderebbe di certo.

La riporto qui di seguito:



Credevo fosse un tema superato dai tempi del film con Jodie Foster (The Accused) in cui lei, vittima di violenza sessuale, è costretta a difendersi perché il suo atteggiamento e il suo abbigliamento sarebbero stati provocatori.

Non sto scrivendo della violenza di genere né tanto meno delle molestie. Sono temi troppo delicati (e a volte strumentalizzati). Ho detto in passato come la penso (come molti, spero) nel post Uno schiaffo tira l'altro.

Il tema dell'abbigliamento provocatorio é un tema scivoloso. Non mi appartiene ma credo che spesso rappresenti insicurezza e quasi mai voglia di provocare (o meglio è una voglia di essere attraente che deriva dall'insicurezza). A volte rappresenta cattivo gusto, altre voglia di emulare un personaggio famoso e più figo o un corpo che si desidererebbe avere.
Ma mai, credo mai, rappresenta accettazione del rischio di violenze o di molestie o addirittura consenso.
Ripeto può essere di cattivo gusto in certi contesti ma non giustifica alcuna reazione violenta. Nessuna, mai!

Imparare a vestirsi in modo adeguato alle circostanze non è sempre facile. Bastano a mio avviso pochi accorgimenti: il clima, il luogo e, per quanto mi riguarda, l'età.
Piuttosto che pensare che una donna vestita in modo provocante e inadeguato possa essere vittima di violenza pensiamo che è inadeguata e basta; che dovrebbe imparare che oltre le gambe c'è di più, che se ti piace la minigonna devi indossarla, ammesso che ti stia bene, solo in certi contesti.
L'abito fa il monaco...o meglio non dovrebbe farlo ma lo fa...perché è il primo biglietto da visita.

Il mese prossimo andrò in Oman e stamattina ho guardato qualche sito di viaggi per vedere cosa si può indossare. Ecco io per rispetto al luogo nel quale andrò da ospite, osserverò le regole (così come in Iran ho indossato il velo per 10 giorni). Posso criticarle ma non contestarle per affermare la mia personalità se decido di andare in vacanza. 
Lo stesso ragionamento andrebbe fatto nel quotidiano. Dove sto andando? Piove? Avrò riunioni di lavoro? Devo uscire a cena? Mi piace ma non mi sta bene? E così via....
Ma nessuna (il femminile é d'obbligo) dovrebbe essere costretta a pensare....mi potrebbero violentare?

Per saperne di più sulla poesia e su una mostra ispirata al suo testo, leggete qui:
https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2017/09/what-were-you-wearing-cosa-indossavi.html

domenica 4 marzo 2018

Un maglione nero e un paio di UGG

Li ho comprati durante l'inverno. Lo so la reazione spontanea di chi legge il titolo di questo post è di curiosità ma poi, quando si apprende che volevo solo comunicare l'acquisto, la curiosità si trasforma in un bel ....e chissenefrega!!!!
Nessuno è ovvio.
Ma adesso vado avanti.
Non so se è mai capitato a qualcuno di desiderare qualcosa: non parlo di una Birkin ma qualcosa di affordable, e di continuare a pensare ma no questo mese risparmio....ma sì un maglione nero a collo alto lo trovo anche il prossimo anno, per adesso ne prenderò uno da Zara ...ma il pensiero va sempre (o meglio spesso) al maglione bello e morbido di cachemire che tanto avremmo desiderato e che ci saremmo potute tranquillamente permettere con un po' di pazienza in alternativa ai 10 maglioncini sempre neri: di Zara, di misto cachemire, di non so che, che ai nostri occhi appariranno sempre come un ripiego.
A me é successo con il maglione nero e con gli Ugg che desideravo da quando sono usciti e che non avevo mai il coraggio di acquistare...troppo costosi, mi dicevo, in fondo a Milano non mi servono, a G e a George non piacciono (e infatti non devono metterli loro!), io vivo a Milano non in montagna ..ecc. 
E invece li ho acquistati, da sola durante una pausa pranzo di qualche mese fa. Li ho utilizzati moltissimo, sembrano pantofole e - per giustificare il mio acquisto-  qui a Milano nevica da tre giorni e come diremmo a Messina: mi sto scialando.
 
E se trasportassimo questo esempio dallo shopping alla vita? I desideri vanno coltivati e mai abbandonati.
Se desideriamo fortemente una cosa...dovremmo avere la pazienza di attendere, fare piccoli passi per realizzarla, non accontentarci. Perché spesso l'obiettivo è più a portata di mano di quanto non sembri e a volte viene abbandonato quando è ad un piccolo passo dalla realizzazione.

Pensiamoci non è solo ottimismo è concretezza. La mia amica Simonetta dice spesso che volere è potere, non è una sua frase ma immagino rispecchi il suo pensiero perché è semplicemente realista. Essere realisti non vuol dire, come molti pensano, accontentarsi, non mirare troppo in alto. Spesso si dice in un'accezione negativa ma dai siamo realisti! E infatti siamo realisti: cosa abbiamo meno di tanti altri che vanno avanti e ci riescono?!?
Non facciamo diventare il realismo un alibi ....perché non c'è niente di più bello di camminare sulla neve in città con indosso un paio dì Ugg😜