domenica 11 marzo 2018

What I was Wearing

What I was Wearing é una poesia di Mary Simmerling contro la violenza di genere.

Non ho trovato una traduzione e non voglio farla io perché perderebbe di certo.

La riporto qui di seguito:



Credevo fosse un tema superato dai tempi del film con Jodie Foster (The Accused) in cui lei, vittima di violenza sessuale, è costretta a difendersi perché il suo atteggiamento e il suo abbigliamento sarebbero stati provocatori.

Non sto scrivendo della violenza di genere né tanto meno delle molestie. Sono temi troppo delicati (e a volte strumentalizzati). Ho detto in passato come la penso (come molti, spero) nel post Uno schiaffo tira l'altro.

Il tema dell'abbigliamento provocatorio é un tema scivoloso. Non mi appartiene ma credo che spesso rappresenti insicurezza e quasi mai voglia di provocare (o meglio è una voglia di essere attraente che deriva dall'insicurezza). A volte rappresenta cattivo gusto, altre voglia di emulare un personaggio famoso e più figo o un corpo che si desidererebbe avere.
Ma mai, credo mai, rappresenta accettazione del rischio di violenze o di molestie o addirittura consenso.
Ripeto può essere di cattivo gusto in certi contesti ma non giustifica alcuna reazione violenta. Nessuna, mai!

Imparare a vestirsi in modo adeguato alle circostanze non è sempre facile. Bastano a mio avviso pochi accorgimenti: il clima, il luogo e, per quanto mi riguarda, l'età.
Piuttosto che pensare che una donna vestita in modo provocante e inadeguato possa essere vittima di violenza pensiamo che è inadeguata e basta; che dovrebbe imparare che oltre le gambe c'è di più, che se ti piace la minigonna devi indossarla, ammesso che ti stia bene, solo in certi contesti.
L'abito fa il monaco...o meglio non dovrebbe farlo ma lo fa...perché è il primo biglietto da visita.

Il mese prossimo andrò in Oman e stamattina ho guardato qualche sito di viaggi per vedere cosa si può indossare. Ecco io per rispetto al luogo nel quale andrò da ospite, osserverò le regole (così come in Iran ho indossato il velo per 10 giorni). Posso criticarle ma non contestarle per affermare la mia personalità se decido di andare in vacanza. 
Lo stesso ragionamento andrebbe fatto nel quotidiano. Dove sto andando? Piove? Avrò riunioni di lavoro? Devo uscire a cena? Mi piace ma non mi sta bene? E così via....
Ma nessuna (il femminile é d'obbligo) dovrebbe essere costretta a pensare....mi potrebbero violentare?

Per saperne di più sulla poesia e su una mostra ispirata al suo testo, leggete qui:
https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2017/09/what-were-you-wearing-cosa-indossavi.html

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