mercoledì 31 dicembre 2014

L'anno che verrà

Non ho particolari buoni propositi o progetti per il nuovo anno ...sono solo contenta che domani partiremo per una bella vacanza in Marocco, George ed io.

L'anno che sta per finire è stato particolarmente pesante e intenso....forse sono solo io ad essere più vecchietta ma sono davvero stanca.

Il 24 dicembre sono uscita di casa alle otto e un quarto e mi sentivo contenta perché la sera prima ero tornata tardi da Livorno dove si era chiusa un'operazione che seguivo ormai da mesi ma soprattutto ero contenta perché stavo uscendo di casa dopo le otto e non dopo le sei come mi accadeva nelle ultime settimane. Il lavoro era tanto e arrivavo in studio alle sette per portarmi avanti, come dicono qui a Milano.

A volte basta poco....e ho deciso che questo sarà il mio buon proposito per il nuovo anno 'vedere sempre il bicchiere mezzo pieno'.

Pensare positivo, cogliere sempre il bello o il senso delle cose migliora di gran lunga la qualità della vita

Non è stato un anno favoloso anche se Facebook vorrebbe che dicessimo di sì, ma è stato un anno intenso e mi voglio ricordare solo le cose belle.
È stato un anno di nuove esperienze e conoscenze, di libri letti, di film e spettacoli visti, di qualche weekend con amici, di lunghe chiacchierate con le amiche, di litigate e riappacificazioni con George, dei diciotto anni del nostro topolino, della maratona di Milano, dell'arrivo di bimbi meravigliosi nelle vite dei nostri amici, della houseboat ad Amsterdam, della casetta nel Marais con George, Giada e Antonio, della notte a ballare in giardino a Ortoliuzzo, delle lunghe camminate a piedi da via Monte Rosa fino in studio, del nuovo ufficio più grande del precedente.

L'anno che sta arrivando tra un anno passerà (grande Lucio Dalla!) e il mio augurio e che sia per tutti l'anno del bicchiere mezzo pieno. Sempre!

 

sabato 27 dicembre 2014

Paddington

Quando ero piccola nella mia cameretta di Messina c'era un quadretto a specchio (chi appartiene alla mia generazione ricorda di sicuro il genere) con l'orsetto Paddington. Credo mi fosse stato regalato da mio fratello Guido. Arrivava da Londra e per me quello è sempre stato il simbolo di Londra. Paddington invece del bus a due piani, della cabina telefonica rossa o del bobby (il poliziotto londinese).

Nelle ultime settimane la città si è riempita di cartelloni con l'immagine dell'orsetto che per anni ha abitato la mia cameretta....e così ieri ho proposto a Giada di andarci. Lei non conosceva Paddington ma quando ha visto che il film è stato prodotto dagli stessi produttori di Harry Potter e che tra gli attori c'era Nicole Kidman che a lei piace molto, si è decisa ad accompagnarmi.

Siamo andate alle 14.30 in un cinema pieno di bambini in un'atmosfera natalizia, rilassata e anche un po' assonnata.

Il film è assolutamente godibile quanto prevedibile. C'è tutto: l'orsetto orfano, l'abbandono, la famiglia diffidente che lo accoglie e poi si affeziona, l'orsetto che combina guai a mai finire ma che aiuta anche a sventare un ladro, la cattiva, la lotta tra il bene e il male e il lieto fine in un trionfo di marmellata di arance!

È un film da vedere soprattuto in questi giorni in cui a Milano è arrivato l'inverno (George mi sta come sempre anticipando il bollettino neve dei prossimi giorni e io continuo a chiedermi perché non abbia fatto il meteorologo) perché fa parte del Natale. È il giusto coronamento di questi quattro giorni di riposo forzato. Si ride e ci si commuove. 

E perché ogni tanto rilassarsi al cinema del pomeriggio con la figlia diciottenne che ti dedica due ore del suo tempo, dimenticare tutto e tornare bambini, fa bene all'anima e ci fa sentire meglio.

Buon Natale a tutti!



domenica 21 dicembre 2014

Claudia, Gianni ed io

Mi sono sempre chiesta (senza avere una risposta) cosa determini i gusti delle persone.
Il mio colore preferito è il blu..
Non mi piace il fegato ..
Impazzisco per le melanzane sottolio.....
Uno dei miei cantanti preferiti è Gianni Morandi....

Quando ero ragazzina Gianni Morandi era già un cantante famosissimo che però piaceva alle mamme. Alle mie coetanee piacevano i Duran Duran, ai più colti gli U2 e comunque erano gli anni in cui impazzava la musica straniera. Faceva più figo dire che la musica straniera era migliore (questa peraltro è una caratteristica degli italiani: gli altri sono sempre meglio di noi!)

A me piaceva (e piace) la musica italiana. Ascoltavo Baglioni, Battisti, Ornella Vanoni e Mina, prendendo in prestito la musica italiana che ascoltavano i miei fratelli e mio papà. 

Gianni Morandi invece era un mio mito. E in questo non sono mai stata influenzata da nessuno. Mi piaceva e basta.

Una volta venne in concerto a Messina e l'ho conosciuto. Ho ancora un cd con il suo autografo.

Pensavo di essere l'unica della mia generazione ad amare Gianni.....fino a quando una mattina di parecchi anni fa quando vivevo già a Milano una mia collega, che poi sarebbe diventata una carissima amica, disse di punto in bianco A me piace molto la musica italiana e impazzisco per Gianni Morandi. Non ci potevo credere. Avevo finalmente un'amica nata e cresciuta ad oltre 1000 km da me (lei è di Brescia) con cui condividere la mia passione.

Claude ed io abbiamo visto insieme tantissimi concerti di Gianni Morandi e mi piace pensare che sia anche grazie a questa passione comune che oggi siamo amiche. Grazie Gianni!

Io ho sposato George che ama la musica in generale (direi che a differenza di me è proprio un intenditore) ma non disdegna affatto quella italiana.

Il marito di Claude è ancora più intenditore del mio ed è di Bologna....lei è rimasta fedele a Gianni più di me.

Gianni Morandi ha appena compiuto 70 anni e li ha festeggiati con l'uscita di un cd dal titolo 7.0 che sono sicura che George ha già messo sotto l'albero per me.

Questo post è il mio regalo per il suo compleanno!

sabato 6 dicembre 2014

Chi non sa fare ....non sa comandare

Mia nonna Lina, all'anagrafe Carmela Veroux, non soltanto sosteneva di essere nobile ma era proprio nobile inside.

I suoi parenti erano di origine francese e credo che nella sua famiglia ci fosse qualche marchese. Ricordo che una volta venne a prendermi la mamma di un'amica il cui marito apparteneva ad famiglia di origini nobil, mia nonna non resistette e sulla porta le disse: sa signora che anch'io ero marchesa. Avrei voluto morire.

Mia nonna Lina era nobile inside. Lei non faceva niente ma - a suo dire - sapeva fare tutto. Se vedeva qualcuno pronto ad uscire era lì a commissionare qualcosa. Mi prenderesti e mi porteresti erano le sue frasi ricorrenti.

Per un periodo della sua vita ha vissuto da noi; ricordo che una volta disse al Sig. Battaglia, autista di mio padre che era lì ad aspettarlo, Sig. Battaglia le dispiacerebbe andare a prendermi un chilo di patate? Il signor Battaglia, che non era un nostro dipendente ma lavorava per l'ente di cui mio padre era il presidente, e quindi in servizio, le rispose: si, mi dispiacerebbe molto. Grandissimo!

La nonna Lina mi ha insegnato un principio di fondamentale importanza: cu non sapi fari non sapi cummanari (la traduzione è nel titolo del post). Lei lo applicava e anch'io, come dice Giada, sono abbastanza comandina e, probabilmente, anche un po' nobile inside.
Pensare di saper fare tutto ma solo all'occorrenza serva ad avere la coscienza a posto: Io, se fosse necessario, saprei farlo ma per fortuna c'è chi lo fa per me!

George, che io sappia, non ha origini nobili ma è nobile inside e outside.

George è ancora più avanti di me e della nonna Lina. Lui non comanda, lui semplicemente si muove come se vivesse a Downton Abbey con un maggiordomo personale.

George non chiude gli sportelli perché sa gia che c'è qualcuno che lo farà dopo il suo nobile passaggio. George fa solo la parte creativa delle cose, il lavoro ordinario (leggi riordinare) lo lascia agli altri. George tutte le mattine fa colazione presto, si alza da tavola e non rimette MAI la sedia al suo posto. Lo so perché tutte le mattine anch'io vorrei fare colazione ma prima devo evitare di sbattere contro la sedia di George. 

Qualche settimana fa George è rimasto a casa con l'influenza. Al mio ritorno la sera lo trovavo in giacca da camera immerso nella lettura. In giro per casa tazze di tea sparse qua e là e musica classica di sottofondo.

Temo però che Carson, il maggiordomo di Downton Abbey, fosse in ferie perché toccava a me riordinare tutto sotto lo sguardo impassibile e regale di un George malatino ma sempre in grande spolvero!