domenica 30 dicembre 2012

The doctor is in....

sono a casa malata. Sto provando in tutti i modi a rimettermi perché vorrei provare a raggiungere i miei in Sicilia almeno per la cena del 31. E poi (incrociamo le dita) qualche giorno a Londra.

Comunque non divaghiamo...sarà l'influenza, sarà stata la visita di mio fratello Andrea (infinitamente più accurata di quella del più scrupoloso dei medici. Andrea è ipocondriaco all'ennesima potenza!), sarà la vista dei medicinali sul comodino...fatto sta che mi sono ricordata di una cosa...

La mattina prima di uscire di casa ascolto sempre la radio. Su Radio2 (la Radio preferita da me e da George, ma questo forse l'ho già detto) alle 8 in punto va in onda un programma che anche se sei inc....nero, ti mette di buon umore. Il ruggito del coniglio (condotto da Marco Presta e Antonello Dose). E' un programma di attualità che però guarda al lato divertente, e quindi spesso terribilmente drammatico, delle cose.
Insomma i due partono con la lettura dei giornali o con il raccontare un fatto di attualità appena accaduto (che ne so: Kate è incinta, Obama nel suo discorso ha detto che un cane è abbastanza, la Fornero ha pianto in pubblico, ecc.) e chiedono agli ascoltatori: raccontateci di quando è successo a Voi.

Quel giorno il tema era: diteci quando avete utilizzato l'ufficio in modo improprio.
E' inutile dire che gli italiani (che sono simpaticissimi, non c'è che dire!) in ufficio sembra facciano di tutto fuorchè lavorare.

Io ho raccontato che in ufficio faccio le iniezioni (si si, le intramuscolo proprio lì).
Ho imparato da ragazza poichè mia madre sostiene che bisogna saperle fare ed in effetti saperle fare mi è stato utile eccome. 
Quando le faccio a qualche collega nessun problema: si presenta con farmaco e attrezzatura necessaria (ovvero siringa, disinfettante e cotone idrofilo. Anche se sono tutte cose che di solito ho già), chiudiamo la porta e in un attimo è fatta (come nella pubblicità).

Il peggio è accaduto anni e anni fa quando una mia cara amica (all'epoca anche collega di studio) ebbe l'ardire di dire al nostro capo dell'epoca (più ipocondriaco di mio fratello e di Carlo Verdone messi assieme) che io sapevo fare le iniezioni. Il suddetto che a malapena sapeva il mio nome prese a telefonarmi ogni sera ed iniziava il seguente dialogo: come stai? bene grazie, e tu? Nessuna risposta. Ti disturbo? no figurati. Ci vediamo domattina alle 8? Si certo, che problema c'è? (e qui Simo direbbe...e la sventurata rispose).

Ma non finiva qui ...il suddetto non si scomodava a venire nella mia stanza ma pretendeva che io andassi nella sua e che chiudessimo la porta; ora io comprendo il pudore, ma tra il rischio che qualcuno potesse vedere il suo di dietro e quello che qualcun'altro pensasse a me come ad una Monica Lewinsky un po' cresciutella, onestamente avrei preferito di gran lunga il primo.

Per fortuna la mia sempre amica ha sparso la voce e così tutti hanno presto saputo che io non arrivavo alle 8 per eccessiva dedizione al lavoro e che non mi chiudevo dentro con il capo per ottenere una promozione (che infatti - nonostante la cura sia stata completata con successo - non ho ottenuto!)


domenica 23 dicembre 2012

pandoro o panettone?

...sono i dolci tipici del Natale e sebbene uno sia veronese e l'altro sia nato a Milano, sono presenti in tutte le tavole di Natale accanto ai dolci tipici delle tradizioni locali.

Quando eravamo bambini impazzivamo per il pandoro. Il taglio e la distribuzione delle fette (o fettone quando non si tagliava a metà) era preceduto dallo spargimento dello zucchero a velo.
Il procedimento era sempre lo stesso:
- il pandoro veniva estratto dalla scatola e lasciato nella busta di plastica trasparente;
- si apriva la bustina con lo zucchero a velo;
- si spargeva lo zucchero sul pandoro ancora dentro la busta di plastica;
- si richiudeva l'involucro di plastica e con mani abili si agitava per fare in modo che lo zucchero si distribuisse bene.
E noi bimbi eravamo lì a guardare ammirati in attesa del tanto agognato taglio.

E poi c'era il panettone. Pieno di uvetta e canditi che alle feste dei bambini non sia apriva neanche.

L'altro giorno la mia amica Sabrina mi ha ricordato che ha iniziato ad apprezzare il panettone dopo che io le avrei detto: mangi ancora il pandoro? non ti sei evoluta. A quarant'anni si mangia il panettone.

Non ricordo di averlo detto ma è esattamente quello che penso. Il pandoro ha un gusto dolce e melenso mentre il panettone ha un gusto più deciso e pieno di personalità.
Se a 10 anni, o anche prima e dopo, si è ancora bambini e i gusti, come la personalità, non sono ancora decisi, a quarat'anni non si può mangiare il pandoro, bisogna evolversi (così avrei detto io a Sabrina!) e passare al panettone. Che, a mio parere, è 10.000 volte più buono!!

In fondo è come con la verdura. I bambini che la mangiano si contano sulla punta delle dita ma da adulti la mangiamo più o meno tutti (tranne George!)

Ma comunque Pandoro o Panettone è arrivato anche quest'anno il Natale...inizierà un nuovo anno e si faranno le liste dei buoni propositi (già fatte a settembre ma senz'altro da rivedere perchè non rispettate) e tra questi ci sarà senz'altro il proposito di andare più spesso in palestra per smaltire il panettone (o il pandoro che è anche più calorico!)


 

mercoledì 19 dicembre 2012

verde, bianco e rosso

In questa frenetica settimana di auguri di Natale, lunedì George ed io siamo rimasti a casa e abbiamo visto Roberto Benigni decantare la Costituzione Italiana.

Ha detto e dimostrato che la Costituzione è scritta in modo semplice, è evoluta, è solidale, è aperta, è lungimirante, è internazionale e, soprattutto, è poetica.

Ricordo che qualche anno fa ho dovuto tenere una lezione sui principi fondamentali della Costituzione ad una classe di ragazzi extracomunitari nell'ambito di un progetto di indirizzo al lavoro in Italia.
La sera prima al telefono con la mia amica Nati (che insegna Diritto) l'abbiamo ripassata; in effetti ho realizzato in quell'occasione che pur avendo avuto 30 e lode in diritto costituzionale, non l'avevo mai letta tutta di seguito soffermandomi su ogni articolo (all'unveirsità si finisce per studiare i sistemi, le forme di Stato e di Governo, ecc.).

Benigni ha recitato gli articoli e li ha commentati ad uno ad uno evidenziando che i nostri principi li hanno copiati in tutto il mondo, che la costituzione non fa paura ma anzi protegge (immagine bellissima), che l'art. 2 è talmente poetico che potrebbe tranquillamente concludersi con ...e il naufragar mi è dolce in questo mar!

Eccola per un ripassino:

Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Art. 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Art. 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
Art.7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Art. 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.
Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Benigni e la mia amica Nati, arrivati alla fine hanno detto la stessa cosa: questo è il mio preferito ed in effetti è anche il mio. Ho atteso tutto il tempo la fine (come quando si guarda un film già visto più volte per attendere la scena finale o la canzone che scorre sui titoli di coda) per ascoltarlo.
La bandiera è come l'inno nazionale (anche quello spiegato da Begnini anni fa durante un festival di Sanremo) e deve essere rispettata e amata perchè è segno di appartenenza e fierezza. Siamo Italiani e anche se abbiamo mille ed un difetto, anche se abbiamo una classe politica non all'altezza (questo blog è lieve quindi parlare di politica è difficile), anche se tutto va a rotoli, viviamo nel paese più bello del mondo e dobbiamo essere fieri di essere parte di uno Stato che ha pensato e scritto questa Costituzione!!


Art. 12
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni. STUPENDO!!

martedì 18 dicembre 2012

fashion, chic, à la page....

....le mie amiche dicono che io sono tutte queste cose e ogni tanto si rivolgono a me per sapere dove possono acquistare qualcosa, dove si trova quel tal negozio, ecc.

Mi piace tanto fare da consulente e penso sempre che il mio piano B (e si perchè bisogna sempre avere un piano B) sarà fare la consulente di moda, la personal shopper o l'assistente personale di Miuccia Prada! Nel frattempo mi diletto a dare consulenze alle amiche.

Qualche giorno fa Francesca (che quanto ad eleleganza e chiccheria non è messa affatto male, anzi!) mi ha chiesto di indicarle qualche libro carino sulla moda da potere regalare alle amiche per Natale.

Ecco i miei consigli:
- Guida all'eleganza di Genevieve Antoine Dariaux, Mondadori (da questo libretto pubblicato per la prima volta negli anni Sessanta  è stato tratto il romanzo Elegance. Ne ho parlato in questo blog:http://www.liuzza.blogspot.it/2012/06/icome-intimo.html)
- La parigina - guida allo chic di Ines de la Fressange, L'Ippocampo (anche a questo ho dedicato un post:http://www.liuzza.blogspot.it/2012/06/bastano-sette-capi-e-adesso-come-faccio.html)
- Buccia di Banana, lo stile e l'eleganza dalla A alla Z di Giusi Ferrè, Rizzoli.
Guardaroba perfetto di Carla Gozzi, Rizzoli.

E poi aggiungo due libretti deliziosi che ha scritto la mia amica Paola  (sempre avanti!) prima che scoppiasse il boom dei libri sull'arte del vestire e dell'essere alla moda come quelli che ho citato sopra. Paola ha un modo di scrivere che amo molto perchè sa essere ironica e divertente e poi è sempre attendibile e competente.
Voglio quelle scarpe! e Pazze per le borse! di Paola Jacobbi, Sperling & Kupfer.

Francesca ha seguito il mio consiglio, è andata ad acquistare i libri e ne ha preso uno anche per me: La Milanese chic di Fabiana Giacomotti, Baldini & Castoldi.
Grazie Franci lo sto divorando perchè non si finisce mai di imparare.

Ecco i must della perfetta milanese chic:
- la scarpa stringata maschile (ne ho due paia!)
- jeans che non ridicolizzino le forme (parole sante!)
- il gioiello della nonna;
- pashime autentiche (la milanese sa dove acquistarle...devo scoprirlo!)
- chiodo di pelle nera (in effetti questo lo dice anche Ines de la Fressange senza precisare il colore)
- giacche di buon taglio da indossare su jeans o sulla gonna lunga (questa la eviterei...il mio 1m e 60cm non me lo consente)
- camicia bianca (ce l'ho ma credo me ne serva una nuova!)
- poco trucco (non truccarsi affato vale?)
- gonna a pieghe piatte (stile Miuccia Prada, la mia futura datrice di lavoro).
- pezzo unico di stilista sconosciuto.

Mah diciamo che sono sulla buona strada...

ed ancora le regole dello stile milanese:
- apparente casualità...in altre parole: ogni pezzo del guardaroba è scelto con cura ma deve sembrare non troppo studiato   
- mescolare....mai vestire monomarca o con il logo a vista
- togliere...prima di uscire guardarsi allo specchio. Ci sarà sempre qualcosa da togliere
- massimizzare l'investimento ...non troppi acquisti ma un singolo capo buono a stagione. E' bello poi poter dire. No, non è nuovo ...lo possiedo da secoli.

domenica 16 dicembre 2012

Bianco Natale!

La neve a dicembre mi piace molto perché fa tanto Bianco Natale.
Venerdì  il mio alberello di Natale era così!

Però Bianco Natale a parte, dovevo andare a Roma. Il primo sms l'ho ricevuto da George: stai tranquilla gli autobus vanno!

Ed in effetti andavano ...a 2 all'ora ma andavano. Però ero in anticipo e sono arrivata sana e salva alla stazione della metropolitana e poi in stazione centrale. Il treno è anche partito in orario. 
Insomma qualche piccolo disagio ma niente di più.

La nevicata (peraltro quasi mai improvvisa: a Milano era annunciata da qualche giorno) è una perturbazione meteorologica eccezionale!!
In Italia pochissime sono le città in cui nevica regolarmente; nelle altre (Milano inclusa) si crea qualche disagio. E allora?

Se Pisapia acquistasse più mezzi spargisale o spalaneve (o non so come si chiamano) si griderebbe allo scandalo perché a quel punto ci si ricorderebbe che a Milano nevica solo un paio di volte l'anno (ci vivo da 20 anni e credo sia una statistica valida).

E allora io mi chiedo. Ma me lo chiedo davvero.  Perché quando nevica si sentono sempre e solo le seguenti frasi?
1. IL GIORNO PRIMA: Domani sembra che nevichi. Come farò ad andare al lavoro (non è una domanda è una lamentela).
E se ci andassi come tutti gli altri che ci vanno? Magari con più disagio, magari con un po' di ritardo, ma al lavoro ci si arriva (io non abito in centro e non ho mai perso un giorno di lavoro causa neve!). Non siamo a Roma. Siamo a Milano: la città è piccola e i mezzi funzionano!
2. IN ATTESA DELL'AUTOBUS (qui le frasi tipiche aumentano): io quasi quasi vado a casa. Ogni scusa è buona. Sapevi già di non volere andare al lavoro ma che in fondo era sbagliato e allora sei venuto alla fermata nella speranza (di certa realizzazione) che l'autobus sarebbe arrivato in ritardo! E adesso ti senti a posto. Complimenti!
Oppure: ma quanto tarda? Ma passerà? E al ritorno come facciamo?
Questa mattina c'era un padre (con evidente accento napoletano quindi non nato in una tormenta di neve!) che diceva al figlio al telefono: non hai neanche provato ad uscire! Che vuol dire poi come torno? Torni con i mezzi pubblici nello stesso modo in cui sei andato! Hai solo 19 anni, anche quando stasera dovessi avere difficoltà, qual è il problema!
Grandissimo. Avrei voluto baciarlo (vabbè magari abbracciarlo).
3. SULL'AUTOBUS: Ma come va piano! Arriverò in ritardo.
Al telefono: si mamma ho preso l'autobus, pensa che è arrivato con 30 minuti di ritardo (e sti c...direbbe il grande capo!) E si adesso va ma piano! E che ne so quando arrivo. Speriamo...
La conversazione avveniva tra donna cinquantenne e (suppongo) sua madre. No comment.
4.IN METRO: ho letto - neanche tanto involontariamente - una mail che la signora accanto a me stava scrivendo (spero per lei che non scrivesse a qualcuno su cui voleva fare colpo!): ho preferito non prendere la macchina dal box e ho preso il pulmann dei peones e adesso sono in metro. Spero di arrivare dopo questo calvario! Calvario? No comment

Comunque in autobus ad un certo punto non ho resistito e ho detto alla mia vicina: ma che chiamano a fare? Ma che parlano a fare? Nevica è normale che ci sia qualche disagio. Scusi lo sfogo ma io non tollero la banalità! E lei: tranquilla neanche io. Non sarai mica della bilancia?
Abbiamo iniziato a chiacchierare e ci siamo piaciute subito. E' venuto fuori che lei voleva studiare legge  e invece si è laureata in lettere e che a me me è successo l'esatto contrario.
Insomma non sono snob e intollerante è solo il segno zodiacale!


martedì 11 dicembre 2012

e se si avverasse la profezia maya?

Mi chiedo da sempre perchè le due settimane che precedono il Natale sono una frenesia di aperitivi, feste, saluti, baci e abbracci, quando dall'8 gennaio (se non prima) siamo tutti di nuovo operativi (e potremmo vederci con più calma!). Farsi gli auguri è bellissimo e anche festeggiare il Natale; in tempi di crisi poi può essere visto come un momento in cui si scacciano via i brutti pensieri, si fanno regali piccoli ma utili, non se ne fanno proprio, insomma può essere un momento di riflessione e di bilanci (in tutti i sensi).
C'è però questa frenesia della festicciola, dei saluti, del brindisi.

La mia amica Claudia ogni tanto si diletta a scrivere poesie o a mandare messaggi in rima; quest'anno a ferragosto aveva proposto a noi amiche di vederci più spesso (Un altro anno e' passato e il Ferragosto l'ha segnato, forse a settembre bisognerebbe darsi da fare per vedersi di piu' prima che un altro Ferragosto stia per arrivare! Un bacio e auguri). E' inutile dire che da ferragosto ad oggi forse l'ho vista due volte.

E allora ho deciso di fare un patto con me stessa. Le amiche le voglio vedere sempre (non solo prima delle vacanze di Natale e prima delle vacanze estive), voglio organizzare più cene, voglio regalare più tempo a me stessa e a loro.

Perchè il Natale è bello ma l'amicizia lo è ancor di più e allora non bisogna aspettare l'occasione per vedersi ma cercarla e sforzarsi di trovarla!

Però forse quest'anno un motivo in più per fare di tutto per vedersi prima in effetti c'è: il 21 dicembre 2012 è la data del calendario gregoriano nella quale secondo alcune credenze e profezie, prive di qualsiasi rilievo scientifico, si dovrebbe verificare un evento, di natura imprecisata e di proporzioni planetarie, capace di produrre una significativa discontinuità storica con il passato: una qualche radicale trasformazione dell'umanità in senso spirituale oppure la fine del mondo. L'evento atteso viene collegato temporalmente alla fine di uno dei cicli (b'ak'tun) del calendario maya (fonte wikipedia).

ps per Natale - se non finisce il mondo - regaliamo libri!!!

martedì 4 dicembre 2012

Prima dell'alba



Nella mia vita ho visto tantissimi tramonti. I più belli in assoluto sono quelli dalla mia casa al mare: il sole tramonta dietro le isole eolie.
Le albe sono più rare perché bisogna svegliarsi presto apposta.
Di albe che ricordo bene ne avevo viste due e adesso sono arrivata a tre.
Ho visto l'alba sul monte Sinai (dove Mosè ricevette le tavole della legge). In realtà il Sinai è l'intera catena montuosa mentre il monte si chiama Oreb. Per arrivare in cima ci sono due strade: la prima - più breve - è fatta da 3000 gradini di pietra, mentre la seconda è una salita, neanche troppo ripida, di strada sterrata e pietre lunga circa 5 km. La parte finale per raggiungere la vetta è lunga 2,5 km: c.ca 750 gradini e non ci sono strade alternative!
Li ho percorsi a fatica ma sono arrivata in cima prima dell'alba (eccomi in foto). La salita è un'esperienza bellissima che nel nostro caso è stata illuminata dalla luna piena. Siamo partiti alle 2 notte e siamo tornati giù verso le 8 del mattino. Lungo la strada abbiamo incontrano cammelli e tende di beduini dove ci si poteva fermare per un attimo di riposo o per scaldarsi. Mentre salivamo vedevamo da una parte la luna tramontare e dall'altra la luce del giorno. Arrivati in cima abbiamo atteso il sorgere del sole e siamo tornati giù piano piano (la discesa è molto più pericolosa della salita) alla volta del Monastero di Santa Caterina che è una meraviglia!

ps prima dell'alba succedono sempre cose meravigliose perché la notte è il momento delle verità, delle grandi rivelazioni e delle scelte. Le grandi scelte infatti spesso si fanno dopo una notte insonne!

ps 1 prima dell'alba è anche un delizioso film del 1995 con Ethan Hawke e Julie Delpy . È la storia di due ragazzi che si incontrano in treno. Lei è francese ed è appunto diretta a Parigi, lui è americano ed è diretto a Vienna dove prenderà il volo per gli Stati Uniti il giorno dopo. Lui la convince a scendere dal treno e a tenergli compagnia per una lunga notte a Vienna. La note trascorre tra chiacchiere, battute e confessioni e, ovviamente, i due si innamorano. Ma alla fine di quella notte si lasciano .....andare.
È un film che mi ha fatto sognare per anni. Ho fantasticato sul se i due si fossero mai ritrovati dopo quella notte (era il 95 i cellulari non erano ancora diffusissimi e lui abitava dall'altra parte del mondo).
Poi qualche anno fa è uscito il sequel: prima del tramonto. E lì ho avuto due conferme. I sequel dovrebbero essere aboliti dalla faccia della terra (sognare come sarebbe stato era di gran lunga meglio di quello che ho visto!) e attendere un alba è molto più bello che attendere un tramonto!