lunedì 31 dicembre 2018

Dry clean only!

Se sull’etichetta di un abito o di un qualunque capo di abbigliamento c’è questa scritta, io personalmente tiro un sospiro di sollievo. Non dovrò pensarci io ma la gentilissima Signora Claudia. Il lavaggio a mano ancora ancora ma la lavatrice, o meglio l’uso corretto della lavatrice, è lo spauracchio di tutte noi. In casa la vogliamo usare in via esclusiva oppure a averne il controllo assoluto se diamo istruzioni a qualcuno. Ci sono uomini single, mariti, compagni, fidanzati, significant others e coinquilini che svolgono con discreto successo alcuni compiti domestici ma tra questi non rientra mai e DICO MAI, l’uso della lavatrice. Nelle coppie eterosessuali è appannaggio della donna.
La mia amica Donatella, sposatasi giovanissima, quando la incontrai al ritorno dal viaggio di nozze mi raccontò fiera di avere fatto la sua prima lavatrice e di essere rimasta ipnotizzata.
Alessandrina, come mia suocera, odia il lavaggio a secco. Sostiene sia poco igienico e a casa sua la lavatrice funziona a ciclo continuo.
Nati, come me, non si fida di nessuno (delega al massimo la stenditura) e ieri ci siamo fatte quattro risate su whatsapp raccontandoci le disavventure della lavatrice 🤣🤣🤣
Ricordo ancora che anni fa andai ad un convegno in cui si parlava di donne che hanno fatto più carriera dei mariti. C’erano delle coppie in cui appunto lei era, per svariati motivi, più in carriera di lui e si raccontava di come fossero distribuiti i ruoli in casa e di come avessero raggiunto il loro equilibrio. Ebbene anche lì una delle donne intervistate ci ha tenuto a precisare che la lavatrice la faceva lei!
Tanto odiamo stirare quanto amiamo fare le lavatrici, dosare il detersivo come il piccolo chimico, controllare in continuazione che il lavaggio prosegua e infine aprire l’oblò quando esce il vapore caldo.
D’altra parte un uomo davanti alla lavatrice è solo capace di chiedere: ‘come la lavo la felpa?’ e alla domanda: ‘cosa c’è scritto (sottinteso sull’etichetta)?’ rispondere seraficamente: ‘UNIVERSITY OF OKLAHOMA’!!!

lunedì 24 dicembre 2018

L'equazione della felicità

E' il titolo di un libro di Mo Gawdat regalo di Natale del mio roommate.😗
Devo ancora iniziare a leggerlo (quindi ci tornerò senz'altro) ma l'altra sera in metropolitana ho letto velocemente l'introduzione.
L'autore narra dalla sua costante infelicità quando aveva tutto e poteva permettersi di tutto tanto da essersi comprato due auto di lusso con un click durante una notte di particolare sconforto.
E' banale e lo diciamo sempre: i soldi non fanno e non danno la felicità (e tutti rispondono, peraltro anche a ragione, che è molto più infelice chi non li ha).


Sabato sera ho visto un film bellissimo Bohemian Rhapsody. La storia dei Queen ma soprattutto di Freddie Mercury che, travolto dal successo, ha acquistato una reggia con una stanza per ciascuno dei suoi gatti, dava feste da cui poi andavano via tutti, si circondava di avvoltoi ed è morto anche a causa degli eccessi in cui spesso casca chi deve colmare dei vuoti.


Io credo che non esita un concetto unico di felicità ...è tutto molto soggettivo.


Cosa è la felicità? utilizzo spesso questa parola e la utilizzo volutamente perché credo che la ricerca di una felicità che in fondo non sappiamo neanche cosa sia ci renderà sempre più infelici e che i vuoti non sempre vanno colmati con delle cose...perché poi si faranno altro spazio. I vuoti vanno curati, capiti e magari svuotati ancora di più.


La felicità non è un attimo è uno stato mentale.


E' la filosofia di vita di chi sorride, di chi non si incazza mai, di chi è capace di chiedere scusa, di vede il bicchiere mezzo pieno. E' felicità è la chiacchiera con un amico, lavorare da casa il venerdì mattina in tuta immersi nel silenzio più totale, mangiare sushi leggendo un libro al sushi bar della rinascente, correre all'alba e sentire le dita che a poco a poco si scaldano, una cenetta take away o ordinata on line, far sorridere un'amica mentre sta piangendo, cantare a squarciagola le canzoni di Vasco, condividere un ufficio improvvisato al piano terra per fare spazio agli altri, dimostrare ogni giorno il proprio amore a chi si ama veramente.


Se ci pensiamo tutti possiamo fare nostra lista.


Buon Natale 💛🎅🎄💛

domenica 25 novembre 2018

E tu?...dove l'hai avuto?

Domenica mattina, sole primaverile...in attesa di prendere un aereo incontro due donne che non conosco ma che come me vanno a Milano. Nessuna delle due ci vive. Ci vanno per controlli medici. Quando scoprono che anch'io mi reco spesso nello stesso ospedale, in cui andranno loro nei giorni successivi al nostro incontro, iniziamo a chiacchierare come se parlassimo del tempo.
Tu dove l'hai avuto? E quando?
Ah bene è passato un po' di tempo!
Chi ti ha seguito? Quanti cicli di chemio hai fatto? E adesso ogni quanto fai i controlli?

Una volta George mi ha accompagnato a Chianciano Terme per assistere alla serata finale di un concorso letterario a cui anch'io avevo partecipato. Si chiamava Donne sopra le righe e bisognava scrivere un racconto breve o una poesia che avesse ad oggetto la malattia....quella malattia!
In quell'occasione George ha notato che tra di noi scrittrici in erba, tutte accomunate dalla stessa esperienza si era creata immediatamente una complicità solidale. 

Ecco lo stesso è accaduto quella domenica mattina e ahimè accade sempre più spesso.
La malattia (quella malattia!) non sarà mai completamente debellata ...ma si potrà prevenirla con uno stile di vita sano, curarla per tempo con una prevenzione accurata e costante e infine sconfiggerla! Questo è l'obiettivo.
L'obiettivo è che succeda a tutte (e a tutti) quello che è successo a noi una domenica mattina di ottobre. Parlarne come si parla del tempo...ed essere lì in attesa dell'aereo perché la malattia è stata sconfitta ma la vita NO!

sabato 17 novembre 2018

Poteva andare peggio...

Se mi fossi fatta male o se fossi rimasta a Londra ☹️☹️

Mi spiego meglio. Milano, Giovedì mattina, cielo nuvoloso ma senza pioggia, ho un aereo per Londra alle 10 c.ca. Decido di non prendere il taxi perché ho tempo per arrivare in aeroporto con i mezzi.
Esco di casa e mi passa l'autobus sotto gli occhi. Di solito corro per prenderlo ma ho la valigia e preferisco aspettare il successivo.
Prendo la metropolitana e dopo una fermata ci dicono di scendere e che un bus sostitutivo ci porterà qualche fermata più avanti. Inizialmente gira voce che un passeggero abbia avuto un malore e che la metropolitana si sia fermata in attesa dei soccorsi, dopo verrò a sapere che i passeggeri da soccorrere erano più di uno: a causa di una brusca frenata del conducente ci sono stati parecchi feriti di cui uno grave.
Fuori dalla metropolitana una bolgia umana attende il mezzo sostitutivo, taxi zero e il car sharing troppo lontano. Mi rassegno ad attendere il mezzo sostitutivo quando vedo un ragazzo che si avvicina alla signora accanto a me e le dice: 'Mamma io e Sonia siamo in macchina, vuoi un passaggio? ..fai presto perché tra poco la strada sarà trafficata'. Mi faccio coraggio, bussò al finestrino e chiedo un passaggio...per rendermi meno pericolosa mi qualifico come avvocato...NO COMMENT non so come mi sia venuto in mente anche se è la verità.
In effetti iniziava ad esserci traffico ma grazie a Sonia sono arrivata in aeroporto per tempo. Non sono riuscita a passare dal bagno né a prendere un caffè ma tutto è relativo se si considera che potevo perdere l'aereo o, peggio ancora, essere tra i feriti se solo avessi preso la metropolitana coinvolta nell'incidente, cosa che in effetti sarebbe successa se non avessi perso il primo autobus.
Poteva andare peggio...molto peggio!

Londra, Venerdì pomeriggio, pioggerella, mi reco con calma all'aeroporto di London City. Ho l'imbarco poco dopo le 19 e un'ora di tempo per raggiungere l'aeroporto in metropolitana.
Arrivo, faccio i controlli di sicurezza. Mi fanno buttare due/tre prodotti quasi finiti perché tutti i liquidi devono entrare nella stessa bustina che deve essere chiusa! E mi reco con nonchalance a guardare il tabellone dei voli in partenza. TUTTI CANCELLATI. Per un secondo mi si ferma il cuore poi appare il mio volo che è SOLO in ritardo di 35 minuti che poi diventeranno un'ora ma chissenefrega.
Arrivo a casa dopo mezzanotte (a Londra c'è un'ora in meno), doccia veloce e finalmente a letto.
E se avessero cancellato anche il mio volo? Poteva decisamente andare peggio...molto peggio!

Quando ci sentiamo sfigate ....ricordiamoci che potrebbe andare peggio...molto peggio!

domenica 11 novembre 2018

La giusta distanza

La mia vista ha continuato a peggiorare sino a poco tempo fa quando ero molto più che ventenne e anche molto più che trentenne...e potrei andare avanti.
Mi hanno spiegato che la teoria secondo la quale la miopia si fermerebbe ad una certa età non vale più adesso che si è inesorabilmente ridotto (o meglio dire accorciato) il campo visivo.
Non guardiamo più orizzonti, tramonti e distese e neanche lo schermo del cinema o il palcoscenico di un teatro.
Guardiamo il tablet o lo smartphone o 'attraverso' lo smartphone. Alzi la mano chi si gode un tramonto sulle dune senza preoccuparsi di fotografarlo o chi va ad un concerto senza fare foto e filmati. Al cinema poi si va sempre meno perché si preferiscono le serie TV su Netflix (e quindi sul tablet).

Ogni tanto la sera in metropolitana alzo lo sguardo e vedo solo persone con il capo chino sullo smartphone. Qualcuno ha il tablet, magari legge un libro o guarda un video ma nessuno parla con qualcun altro. Se si sente una voce è di chi parla al cellulare.
Siamo più isolati? In fondo no. Attraverso i social siamo aggiornati in tempo reale su mode e tendenze e anche su fatti di cronaca.
Non siamo isolati dal mondo ma siamo isolati da noi stessi, da chi ci circonda e dai nostri pensieri.
Se abbiamo lo smartphone a portata di mano è più forte di noi: DOBBIAMO GUARDARLO!
Siamo continuamente distratti da notifiche, chat e beep.
In fondo siamo anche un po’ maleducati.
Se qualcuno legge in metropolitana e io seduta accanto urlo al telefono, sono maleducata.
Se al ristorante guardo messaggi e non ascolto chi mi parla, sono maleducata.
Se in riunione mi faccio i fatti miei e non seguo do una pessima impressione.
Insomma lo sappiamo tutti ma continuiamo a farlo.

Si stava meglio quando non c’erano i cellulari? Ovviamente no. La tecnologia è sviluppo e avanguardia e non ha senso dire: come facevamo prima? Non facevamo e adesso facciamo!

Il punto a mio avviso è trovare la giusta distanza. Tornare a pensare e a guardare albe e tramonti.

Io per esempio ho deciso che se esco a cena con George, se vado a casa di amici, a fare una passeggiata o al cinema lascio a casa il cellulare. Certo ho una figlia grande e so che se ci fosse un urgenza potrebbe sempre raggiungere George.
Chi non può farlo perché magari ha figli piccoli o genitori anziani potrà sempre trovare altri modi. Fare un’oretta di pausa al giorno, non guardare il telefono dopo le 21 durante la settimana quando i figli sono a casa e tanto altro. 

Che bello sarà godersi un libro o un film senza beep.

domenica 28 ottobre 2018

Signora Lia ...stasera stai con tuo marito

A Febbraio ho ricevuto una foto su whatsApp da un'amica. Era la foto di un biglietto per il concerto di Claudio Baglioni. La mia amica sa che mi piace (lei ne va pazza) e ricordava che ero andata a Roma a vedere i Capitani Coraggiosi (concerto di Baglioni e Morandi al foro Italico).
Il biglietto era per ottobre e me ne ero completamente dimenticata.
Ottobre è arrivato e con lui il concerto e l'autunno.
Ieri sera dopo un'inizio di weekend trascorso sul lago di Garda con i colleghi, mi sono presentata direttamente al forum di Assago senza passare per il VIA (il pullman mi ha lasciato a Loreto e Vittoria- grazie Vitto! - ha tenuto la mia valigia). 
Per completare il quadro pioveva che dio la mandava☔️☔️☔️
Dopo oltre 10 fermate di metropolitana piena di donne Claudiodipendenti la mia voglia era praticamente pari a zero. Continuavo a ripetere come un mantra che ero stanca, che non ho più l'età per andare nei palazzetti (ed infatti non andavo al Forum da secoli), che Baglioni l'ho visto molte volte, ecc.
Arrivata finalmente al mio posto a poco a poco il mio umore è cominciato a salire. I posti erano ottimi e il palco Al Centro del palazzetto: il titolo del concerto è appunto Al Centro e ripercorre cronologicamente i 50 anni di carriera del Claudione nazionale.
Non è un concerto. È uno spettacolo. Baglioni che ha 67 anni (me l'ha detto Rosalba senza neanche controllare su Google) canta e suona ininterrottamente per oltre 3 ore. Non ci sono medley....una canzone dietro l'altra.
  • Questo piccolo grande amore
  • Porta Portese
  • Quanto ti voglio
  • Con tutto l'amore che posso
  • Amore bello
  • W l'Inghilterra
  • Io me ne andrei
  • E tu...
  • Poster
  • Sabato pomeriggio
  • Quante volte
  • Solo
  • Un po' di più
  • E tu come stai?
  • I vecchi
  • Ragazze dell'est
  • Via
  • Strada facendo
  • Avrai
  • Uomini persi
  • Un nuovo giorno o un giorno nuovo
  • Notte di note note di notte
  • E adesso la pubblicità
  • La vita è adesso
  • Mille giorni di te e di me
  • Acqua dalla luna
  • Noi no
  • Io sono qui
  • Le vie dei colori
  • Cuore di aliante
  • Sono io
  • Tutti qui
  • Con voi
Solo di rado sta solo sul palco muovendosi sui quattro lati, per il resto è un continuo susseguirsi di balletti, coreografie, equilibristi e funamboli. È un meraviglioso gioco di luci e colori.
Tutto rigorosamente curato da Claudio che dicono sia maniacale.
Me lo sono goduto proprio. 
Ho cantato e ballato sulle note di Via e di W L'Inghilterra. Mi sono commossa sulle note di Solo (da sempre la mia preferita) e ho immediatamente scaricato l'album su AppleMusic.
Mentre mi godevo il concerto ho fatto due pensieri.
Claudio deve avere avuto un grande amore impossibile. Di quelli che non finiscono mai.
Tantissime sue canzoni descrivono la fine o il ricordo di una storia d'amore: Così vai via l'ho capito sai...(Amore Bello), Ho girato e rigirato senza sapere dove andare (E tu come stai?), Chi ci sarà dopo di te respirerà il tuo odore (Mille giorni di te e di me), Mangia un po' di più che sei tutt'ossa (Solo), Passerotto non andare via (Sabato Pomeriggio)... e potrei continuare.
L'altra cosa che mi sono chiesta è perché nell'era degli smartphone non ci si gode più nulla. A cena si fanno le foto ai piatti e poi si postano, lo stesso in vacanza e al concerto di Claudio Baglioni. Tutti facevano foto e video (che mai più rivedranno). Ma perché?!
Io non ho che qualche foto ma nonostante le scarpe bagnate e il ritorno a casa alle 2 del mattino...oggi sono felice!

domenica 14 ottobre 2018

La posta del cuore

Sono stata a teatro con la mia amica Simonetta a vedere Lella Costa. Forse dovrei dire ad ascoltare (come si dice quando si va ad un concerto o all’Opera). 
Ascoltare perché Lella ha letto ed interpretato magnificamente le lettere che Natalia Aspesi pubblica nella rubrica Questioni di Cuore che, ormai da un’eternità, tiene sul Venerdì di Repubblica. All’uscita vendevano il libro e Simo me ne ha regalato una copia: è sul comodino, in cima alla pila. Ogni tanto ne leggo qualcuna e sorrido. 
Lella è stata magistrale come sempre, ha interpretato con passione dando un’anima e un accento (anche siciliano!) a quelle meravigliose lettere (chissà che bello che deve essere stato selezionarle tra le migliaia che Natalia Aspesi avrà ricevuto). Abbiamo riso con le lacrime ma ci siamo anche commosse. Il tutto accadeva di domenica sera. Quale modo migliore per iniziare la settimana se non pensando a Tina da Mestre?!

La Posta del Cuore....ho scritto anche un post con questo titolo perché anch’io ho avuto la mia piccola posta del cuore: amiche a cui, in un periodo in cui la mia vita scorreva piuttosto tranquillamente, ho regalato il mio tempo e il mio ascolto. Ed è stato bello. Poi io sono stata meno serena o, come si dice a Milano, un po’ incasinata e ho fatto più fatica ad ascoltare, ad avere la parola e il momento giusto per ognuna di loro. Chi lo ha capito (la maggior parte a dire il vero) ha ascoltato a sua volta ed ha atteso momenti migliori che per fortuna sono ritornati insieme a pranzi, colazioni al mattino presto e, per l’appunto, serate a teatro. 
Quando un’amica ti apre il suo cuore senti di essere al mondo per una ragione!

La Posta del Cuore delle riviste è una cosa che leggo volentieri (io sfoglio le riviste partendo dall’ultima pagina. Sempre.) e che esiste da quando esiste la carta stampata. 
Chi la tiene, da Gramellini su Vanity Fair, a Vittoria Cabello (credo su Grazia), alla mitica Natalia Aspesi, dice di ricevere ancora oggi (seppur raramente) lettere di carta. Che belle!

La Posta del Cuore mi fa tenerezza. Mi sono sempre chiesta perché si scriva ad una rubrica di posta del cuore. Soprattutto quando si scrivono cose personali o intime. Cosa spinge una persona a confidare disagi e persino drammi interiori a una persona che potrà dare una risposta piena di buon senso ma, per ovvi motivi, poco approfondita e breve? 
Si tratta di solitudine? Di disperazione? O forse di vergogna? Ed è per questo che si sceglie un ascoltatore sconosciuto. Si vuole raccontare senza correre il rischio di essere giudicati? Si sa che a volte chi ci ascolta poi giudica aggiungendo altro dolore al nostro. 
Non lo so ma so invece che tiene una rubrica di posta del cuore sente addosso una grande responsabilità e fa una cosa davvero bella. Poche righe scritte con il cuore che donano un sorriso e un po' di serenità. Sembra poco ma è tantissimo. 

domenica 30 settembre 2018

Di che segno sei?♎️

Questo è il mese della Bilancia. Io sono nata a settembre e sono una VERA Bilancia.
Amo il bello e l'equilibrio, cerco sempre di mediare, faccio fatica a schierarmi (il che non è sempre un pregio) perché trovo cose positive in entrambi gli schieramenti, sono onesta e odio le ingiustizie. Mi fanno proprio stare male.
Ovviamente ho elencato solo quelli che penso siano pregi. Ho anche mille difetti arcinoti a me stessa e a chi mi conosce bene.
Il segno zodiacale secondo me ci rappresenta abbastanza non è la stessa cosa dell'oroscopo del giorno anche se tutti, se ci capita, lo leggiamo. Alzi la mano chi, trovandosi a sfogliare una rivista, non dà una sbirciatina all'oroscopo. 😉
Su ioDonna della scorsa settimana c'era una bella storia sul segno del mese: la Bilancia, appunto. 
Il protagonista era un uomo della Bilancia che per tutta una vita si era lasciato sopraffare dagli eventi (é tipico della Bilancia non prendere decisioni con facilità). La moglie lo tradiva, lui lo sapeva e tutto scorreva. Passa il tempo e lui, come tutti in età matura, inizia ad occuparsi un po' più di se stesso, inizia a volersi più bene e, a poco a poco la moglie, percepisce il distacco, e torna vicina, lo tradisce meno fino a smettere di farlo. Ma nel frattempo lui è lontano, si è innamorato di un'altra e quando la moglie gli chiede: ti vedo strano. Cosa succede?! Lui risponde: si chiama Francesca e vive a Bari.

Il senso della storia credo fosse che la Bilancia tende all'equilibrio, aspira alla perfezione, desidera ardentemente la serenità ma fatica moltissimo. Fatica a trovare un equilibrio, non è mai perfetta ed è spesso inquieta. Tutto questo la porta ad essere infelice, a sapere bene (benissimo) che le cose si possono cambiare ma a fare una fatica enorme a cambiarle. 
Però le bilancine (ho sempre pensato che sia un segno femminile forse per il genere o forse per l'estetica esasperata) e anche i bilancini, a quanto pare, ci stupiscono, escono alla distanza. Trovano la forza che per lungo tempo hanno creduto di non avere.

Mi sono ricordata sorridendo che quando George ha compiuto cinquant'anni (o comunque quando era più vicino ai cinquanta che ai quaranta) ha iniziato ad acquistare sneakers e felpe colorata e a stare più attento al look. 
Una volta gli ho chiesto: come si chiama? E lui: Lia Campione. 😜

domenica 16 settembre 2018

Niente buoni propositi

Eccoci di ritorno dalle vacanze. Le mie sono iniziate tardi e sono finite da una settimana. 
Settembre è, forse per retaggio scolastico, il mese dei buoni propositi. Anche per chi ha fatto le vacanze a luglio o non le ha fatte per nulla, tutto ricomincia a Settembre. 
Ma si sa che i buoni propositi durano giusto il tempo di farli e di spendere qualche migliaia di euro in abbonamento in palestra, ciclo di massaggi e corsi di inglese. 
Ad ottobre si rientra nel tran tran quotidiano e forse si riuscirà a mantenere l'impegno di fare i massaggi che però saranno tutto tranne che rilassanti perché si arriverà di corsa, si andrà via prima della 
fine (pregando la terapista di farlo durare un po' meno del previsto) e durante si guarderanno le mail. 

Quest'anno andrei controtendenza: niente lista dei buoni propositi ma una ripresa soft cercando di mantenere qualche buona abitudine presa durante la pausa.

Proverei ad evitare che tutti i giorni si somiglino e che diventino talmente stressanti da farmi desiderare che arrivi la sera già al risveglio.

E se provassi a rallentare? Potrei godere di una passeggiata e non farmi prendere da attacchi isterici (avete presente un giorno di ordinaria follia?!) di fronte ad un ritardo o ad un imprevisto. Non è un buon proposito, è uno stile di vita!

E se provassi a programmare meno e a prendere le cose così come vengono? Potrei continuare a programmare sul lavoro ed evitare di farlo anche nella vita privata. Eviterò di fare confusione e di non distinguere più le due vite. Capirò meglio, perché saranno due vite diverse, dove finisce una ed incomincia l'altra. E credo che finiranno per essere più piacevoli entrambe. Non è un buon proposito, è uno stile di vita!

E se provassi a fermarmi ogni tanto? A fare tutto ma non troppo. A fare bene ma non di fretta. A fare una cosa dopo l'altra e non dieci cose insieme? Forse farei lo stesso ma lo farei meglio. Non è un buon proposito, è uno stile di vita! 

E se provassi ad ascoltare di più? A concentrarmi su chi mi parla. Guardare lui o lei e non il PC o l'iPhone? Eviterei di chiamare qualcuno con il nome di un altro (non capita sempre ma può capitare) e di sembrare disinteressata quando invece non lo sono affatto. Non è un buon proposito, è uno stile di vita! 

Mi piacerebbe provare sul serio ed invitare tutti a farlo. I vuoti non vanno sempre riempiti ...e se proprio dobbiamo riempirli proviamo a metterci dei fiori 💐

sabato 25 agosto 2018

VILLA LIA🏡

Non l'avevo mai notata, ci sarò passata correndo molte volte ma non mi era mai caduto l'occhio. A Cernobbio quasi di fronte a Villa d'Este c'è una grande villa che si chiama come me! 

Del mio nome ho già detto (mi son Lia, é il titolo del post), credo sia poco diffuso ma ogni tanto mi capita di incontrare una Lia. Questa Lia non l'ho ancora incontrata.

La villa è grande ma per nulla sfarzosa. Il nome non ha fiori né ghirigori. È scritto a stampatello sulle colonne ai lati del cancello. VILLA a destra e LIA a sinistra.

Ma chi è questa Lia?! Presto o tardi chiederò a qualcuno in zona ma intanto provo a immaginare. La casa è antica, per cui é probabile che Lia sia una dolce vecchietta un po' agée che trascorre i mesi estivi sul lago di Como o che ci vive tutto l'anno. Sicuramente adesso è in pensione ma è probabile che non abbia mai lavorato.
È stata spostata e forse adesso è vedova. Ha la casa piena di amiche con le quali gioca a burraco e di nipoti ormai grandi che in quella casa hanno festeggiato il loro diciottesimo compleanno e il matrimonio.
Ma chi era Lia da giovane? Che vita ha avuto? 
È stata felice di sposare un ricco industriale comasco e di trascorrere tutte le estati in riva al lago? Quali erano le sue passioni?
Sarà stata una combattente o una remissiva?
Avrà sempre amato il marito o - come la signora Lia di Claudio Baglioni- avrà avuto un amore segreto di quelli che non muoiono mai?
Avrà curato le rose o preferito le orchidee?
Avrà avuto un levriero o sarà stata un'amante dei gatti?
Avrà amato i romanzi storici o le storie d'amore?

Sicuramente Lia non era una donna moderna alle prese con ufficio, meeting, call, pilates e tate da incastrare né, per ovvi motivi, una donna alle prese che conti da fare quadrare e lavoro precario.
Lia era soave, lieve, sempre sorridente e con una parola buona per tutti.
Nessuno la criticava, pur essendo ricca e (diciamolo pure) nullafacente, perché Lia non ostentava. Viveva tutto con normalità e le faceva orrore pensare di far pesare sugli altri i suoi privilegi.
Lia era una donna d'altri tempi, con i capelli sempre in ordine, un filo di perle e poco trucco.
Lia non era griffata ma indossava degli elegantissimi abiti da campagna.
Così me la immagino questa Lia ...chissà forse in un'altra vita avrei voluto somigliarle.

martedì 21 agosto 2018

Qual è il tuo film preferito?!

Se mi facessero questa domanda probabilmente su due piedi non saprei rispondere.
I film sono legati a momenti e a sensazioni. Ci sono film che ci ricordano momenti belli della nostra vita o che ci lasciano emozioni particolari, ci sono film con attori che ci piacciono o con storie belle e appassionanti.

Qualche giorno fa mi è caduto l'occhio su una serie di DVD che ho portato al lago perché da poco abbiamo un lettore DVD recuperato cantina (in cantina c'è sem un doppio di tutto...basta cercare). Ho pensato che potevo approfittare di qualche pomeriggio piovoso di fine agosto per vedere un film in inglese o una serieTV. Preciso che i film li vedo al cinema e che la televisione a casa mia è quasi un oggetto d'arredamento. Non abbiamo abbonamenti a PayTV e delle poche serieTV che vedo acquisto i DVD su Amazon.

I film che ho preso, senza pensarci troppo, sono senz'altro legati a sensazioni piacevoli o mi hanno lasciato un bel ricordo, quindi potrei dire che sono tra i miei preferiti. 

When Harry met Sally e Pretty Woman. Sono entrambi tra le commedie americane più famose degli ultimi 30 anni. Li ho visti quando vivevo ancora a Messina (credo a distanza di poco l'uno dall'altro). Il primo, ricordo benissimo di averlo visto al cinema Orione (un piccolo cinema che non credo esista più ma che per un certo periodo di tempo, quando frequentavamo l'università, era tornato in auge e aveva una bella programmazione), l'altro a Taormina durante la rassegna cinematografica al teatro Greco. Era un'anteprima.
A parte la morale che se ci si pensa è un po' la stessa: l'amore - quello vero - alla fine trionfa sempre, trovo che abbiano dei dialoghi esilaranti e una sintonia perfetta tra i protagonisti. Li avrò visti mille volte e ne conosco le battute a memoria. 
Quali? 'Quello che ha preso la signorina', dopo il finto orgasmo al Fast Food e 'oh, su questi non ci sono mai stata!', quando Richard Gere fa notare a Julia Roberts che è seduta sui suoi fax.
Se poi è vero che l'amicizia tra uomo e donna non esiste e che per ogni cenerentola c'è un principe azzurro da qualche parte, non saprei proprio dirlo. A occhio e croce direi di no 😊!
Sliding doors Before Sunrise. Li ho visti entrambi già a Milano credo con Andrea, my brother. Stessa considerazione sui dialoghi. Però devo aggiungere che questi film mi hanno emozionato in modo diverso. Sliding doors ha una sua verità di fondo per niente banale. La vita di ciascuno di noi spesso dipende da istanti e ogni istante può fare la differenza. Before Sunrise mi ha fatto sognare che forse anch'io avrei trovato l'amore per caso, magari su un treno. Ricordo che dopo anni quando già l'amore non lo cercavo più, continuavo a cercare il DVD su Amazon senza fortuna e che quando uscì il sequel (Before Sunset) ne fui felice. Non c'è paragone tra i due, vale sempre la regola che se una cosa riesce bene non bisogna riprovare! Credo ne sia uscito anche un terzo che non ho mai visto.
Match point, un capolavoro del genio di Woody Allen che non mi stanco mai di guardare. Ogni volta che lo vedo mi viene voglia di andare a Londra. Nella vita basta essere fortunati? Non credo...ma la fortuna di certo gioca un ruolo importantissimo. 

E poi qualche serie TV.
Downton Abbey. Tra quelle che ho visto è la mia preferita. La campagna inglese, il dolce far niente è un maggiordomo che pensa a tutto. Meraviglia! 
In treatment: é la versione italiana di una serie americana che a sua volta è stata tratta da un format israeliano. Sedute psicanalitiche: Sergio Castellitto che è lo psicanalista e nel suo studio si alternano i pazienti. È fatta benissimo e molto spesso vorrei essere io seduta su quel divano.
Orgoglio e pregiudizio, nella versione della BBC. Perché? Perché credo che Jane Austen, di cui ho letto tutti i romanzi, non abbia scritto di amore ma di donne cazzute ed emancipate. E perché Colin Firth che esce dal lago con la camicia bianca bagnata é uno spettacolo da non perdere. 
E adesso non mi resta che aspettare un pomeriggio di pioggia.


mercoledì 15 agosto 2018

Le cose che non capisco...

Se Francesco Piccolo (autore di 'piccoli momenti di trascurabile felicità') leggesse questo post si potrebbe sentire autorizzato a chiedere i diritti d’autore o a denunciarmi per violazione del copyright.
Ci sono cose che proprio non capisco:
1. perché nel bagno delle donne (!) c’è sempre il cartello con l’invito a lasciare pulito ed in ordine nel rispetto di tutti? Ma perché è necessario precisarlo con tanto di cartello e di messaggi minatori? Ma le donne non dovrebbero avere, anche da un punto di vista logistico, una maggiore facilità e propensione rispetto agli uomini a lasciare il bagno pulito e in ordine? Probabilmente (non posso saperlo) c’è lo stesso cartello nei bagni degli uomini. Ho appena chiesto a George e mi ha detto che da lui non c’è. Delle due l’una. O i bagni degli uomini sono più puliti davvero o gli uomini non se ne curano più di tanto.
2. Perché se si parcheggia nel posto degli handicappati e se qualcuno lo fa notare si risponde sempre ‘mi fermo solo un attimo’ quindi in quell’attimo (che poi sommato agli altri attimi diventano minuti e ore) l’handicappato può attendere mentre gli altri non possono affannarsi a cercare un altro parcheggio?!
3.  Perché in attesa del bus tutti parlano di come non funzionano a i mezzi pubblici?   È un continuo di: cose da pazzi, è assurdo. L’altra mattina il Top. Una signora ha detto al telefono a chi la stava ascoltando: pensa che adesso fanno l’orario estivo?! E sti cazzi direbbero all’unisono mio fratello Guido e il grande capo di 610 (mitico programma radiofonico con Lillo e Greg)
4.  Perché al cinema in agosto ci sono quelli che ti fanno alzare perché stai occupando il loro posto in una sala così vuota da fare più spavento dell’overlook hotel?
5. Perché al mare ci si sdraia nel senso del sole? Ma il sole (zone d’ombra escluse) non arriva comunque dappertutto?
6. Perché si da del tu agli extracomunitari?
7.  Perché si ha paura dei controlli sul tram quando si è in possesso di regolare abbonamento annuale?
8. Perché se siamo sul marciapiede facciamo passare i ciclisti usurpatori? E perché questi ultimi si sentono autorizzati ad andare a 100 all’ora e pure a suonare il campanello?
9. Perché si prende il sole in topless?
10. Perché siamo tutti convinti che meeting sia più figo di riunione e call più di telefonata?
Buon ferragosto ⛱😎 a tutti

domenica 12 agosto 2018

Non amo che le rose che non colsi

Non amo che le cose che potevano essere e non sono state...(Gozzano).
probabilmente ho già scritto di una frase simile di un film di Ozpetek ‘mine vaganti’: solo gli amori impossibili non finiscono mai! 
Non so se sia da attribuire al regista o sia una citazione.
Il concetto del titolo è più ampio. Va al di là dell’amore (neanche tanto poi...perché in fondo tutto gira intorno all’amore) ma, più che altro, ha a che fare con il rimpianto. 
Perché vorremmo sempre quello che per svariati motivi (anche dipendenti dalla nostra volontà) non siamo riusciti ad ottenere e non riusciamo a godere appieno di quello che abbiamo o che abbiamo ottenuto?
Perché l’erba del vicino è sempre più verde?
Andiamo avanti in un susseguirsi di frustrazioni e rimpianti perché guardiamo indietro invece di guardare avanti. Contiamo quello che non abbiamo quando sarebbe comunque in positivo il conto di quello che abbiamo. Non mi riferisco solo alle cose materiali (sempre troppe) ma anche ai traguardi e agli obbiettivi. Ai risultati e ai successi. Il bilancio potrebbe essere positivo o almeno in pareggio ma non c’è ne curiamo. Gli utili potevano di certo essere maggiori se avessimo fatto questo o quell’altro. 

È la natura umana e forse è anche giusto così. 

Se guardiamo al positivo di questo malcontento diffuso in fondo possiamo dire che rappresenta uno stimolo a fare di più e meglio. Se tutti ci accontentassimo o ci fermassimo al primo risultato, saremmo ben presto privi di stimoli e di interessi.  
Non tutti siamo uguali ma tutti abbiamo il nostro talento e i nostri punti deboli. Spesso pensiamo siano di più dei punti forti per i motivi di cui sopra. 
E allora proviamo a vedere il bicchiere mezzo pieno ma anche mezzo vuoto. Proviamo a pensare positivo e a dire oggi ho fatto e mi riposo ma domani proverò a fare un po’ di più. Sono bravo ma posso migliorare. È in fondo la stessa cosa ma vista un punto di vista più sano. 
In altre parole, non bisogna rinunciare ai propri sogni ma neanche sognare tutto il tempo 😜

domenica 29 luglio 2018

Piccole conquiste

Se abbiamo un marito, una moglie, un fidanzato o una fidanzata o comunque un + uno con cui conviviamo, sappiamo che questo + 1 per quanto da noi amato alla follia, per quanto meraviglioso, ha delle abitudini o fa delle cose che proprio non sopportiamo. 
All'inizio abbiamo provato a dirlo (neanche tanto) gentilmente, poi abbiamo alzato la voce (Quante volte te lo devo dire!) e poi sono arrivate delle vere e proprie litigate.
Il calzino assassino lasciato sul pavimento è diventato la causa di tutti i nostri mali, il capro espiatorio di tutte le nostre frustrazioni e se non c'era ricordavamo quando c'era e ci dicevamo che era solo un caso e magari ce lo mettevamo apposta a dimostrazione delle nostre ragioni.
Se oggi ci ripenso non è che queste liti mi facessero sentire meglio. Anzi restava un senso di frustrazione ancora maggiore: il vero problema (se c'era) non era stato neanche lontanamente affrontato e mi sentivo come una scema che avrebbe sprecato molte meno energie se avesse messo il calzino nel cesto della biancheria sporca.
Ma di quel calzino ci è mai davvero interessato qualcosa?!
A me personalmente no. Assolutamente niente!
Con il tempo per fortuna i difetti o le brutte abitudini del nostro +1 che sono sempre lì così come le nostre, ci sono apparse meno gravi e addirittura tollerabili. 
Questo in effetti è un fenomeno che dovrebbe essere studiato: perdiamo tutto tranne le brutte abitudini😉
Adesso il calzino è sempre lì, ci guarda sfidante ma noi non lo guardiamo neanche...abbiamo altro a cui pensare. Mica abbiamo tempo per discutere di simili sciocchezze?

Che bello diventare grandi, e perché no, crescere insieme. Si perde molto meno tempo in schiocchezze e magari si pensa anche in modo più intelligente.

Ieri girando per casa ho capito che cosa amo veramente della casetta al lago: che non posso girare per casa (perché al massimo potrei fare 2 metri!) e me ne devo stare seduta a leggere, scrivere o pensare.

Girando per casa dicevo ...ho visto il calzino assassino. Non solo l'ho raccolto e l'ho riposto nel cesto della biancheria sporca ma ho addirittura sorriso, l'ho guardato con tenerezza. E credo che lui abbia ricambiato il sorriso e la tenerezza.

Abbiamo fatto finalmente pace😃

mercoledì 25 luglio 2018

Conosci il bassista dei Cure?

Ho chiesto a George il suo nome ma non lo sa. Ovviamente conosce il nome del cantante dei Cure e di altri bassisti più o meno famosi.
Il mio roommate, Marco, sostiene -e mi ha fatto troppo ridere quando me l’ha detto - che quelli della nostra generazione (a ben vedere lui è molto più giovane di George e di me ma è comunque over forty) per fare i fighi, per fare quelli che ne capiscono di musica, si fingono, e magari si sforzano pure, appassionati di musica straniera e si fregiano di conoscere tutte le rock band (George mi ha appena corretto dicendo che i Cure sono una band new wave!! E che te lo dico a fare 😂) bassisti inclusi.
Ora Marco ed io no. Non solo non conosciamo nessun bassista ma siamo pure appassionati di musica pop preferibilmente italiana.
La mia playlist dell’iPhone è Top secret perché nessuno la capirebbe George per primo. Io invece la adoro, la aggiorno con cura e canto a squarciagola quando corro al mattino e nessuno mi vede. Oggi per esempio ho cantato Un’emozione da poco nella versione cover di Paola Turci.

Ricordo una volta in Toscana durante un retreat di Studio la sera si decide di bere qualcosa al bar dell’hotel. Emiliano, Mario, Emanuele (caspita sono trascorsi 15 anni e mi ricordo tutti i nomi) e altri avevano la chitarra e ci siamo messi a cantare. Hanno scelto canzoni straniere, forse Dire Straits e altri e tutti fingevano di cantare muovendo le labbra 👄
Ma non sarebbe stato meglio intonare ‘non è Francesca’ o la ‘Donna Cannone’?

Ma forse noi avvocati rampanti di un studio Internazionale non potevamo rischiare di compromettere la nostra immagine di fighi che a nessuno appariva e invece compromessa dal fatto che non sapevamo le parole!!!

lunedì 9 luglio 2018

Ma come si permette?!?

Cristina, la moglie di mio fratello Guido e quindi tecnicamente mia cognata, è una vera appassionata (e anche intenditrice) d’arte.  Avrà visto migliaia di mostre e altrettanti musei. È in grado di dirti se la mostra in programma alle Scuderie del Quirinale è la stessa fatta due anni prima a Lubiana, chi è il curatore e quali altre mostre ha curato negli ultimi due anni.
Ora io, se paragonata a Cri, sono una totale ignorante ma, nel mio piccolo, prima grazie a mio padre che mi ha trasmesso la passione e adesso grazie a George con cui continuo a condividerla, avrò visto centinaia (non migliaia!) di mostre e musei...dalla pittura, alla scultura passando per la fotografia, che ultimamente è il mio genere preferito.
Con George abbiamo girato l’italia in lungo e in largo prima in macchina e adesso con le frecce di Trenitalia. Abbiamo visto mostre sopravvalutate e piccole meraviglie.
Abbiamo dormito in B&B dappertutto e scoperto ristorantini, acquistato cataloghi e poster (li abbiamo tutti incorniciati e abbiamo la nostra piccola mostra sul pianerottolo di casa 😊.
Alle mostre ci vado anche con amiche, colleghi (Michele ti ricordi le nostre serate culturali?) e spesso da sola, soprattutto se sono in trasferta per lavoro. Ricordo un meraviglioso Van Gogh visto alle 10 del mattino al Museo di Santa Giulia di Brescia e una stupenda Frida Kahlo alle scuderie del Quirinale all’ora di pranzo di un giorno feriale tra un’udienza e una riunione.
Insomma non sono Cri ma tra me e una che l’arte non sa neanche dove stia di casa c’è una certa distanza.
Non è moda (chi mi conosce sa che lo faccio da quando ero quasi una bambina) ed infatti ci sono miliardi di cose che vanno di moda che non mi vergogno a dire che non faccio né voglio provare (mindfulness uno fra tutti 😉😉). Preferisco le mostre ai concerti, mi rilassano più di una seduta di yoga (altra cosa che non mi vergogno a dire che non faccio) e mi è capitato moltissime volte di entrare a vedere una mostra per caso mentre passeggiavo con George o da sola.

Sabato pomeriggio mi trovavo a Como. Con George avevamo riservato un tavolo per la cena in un ristorante nel quale saremmo andati per la prima volta (consigliato a George da un collega) e ci siamo passati davanti per vederlo da fuori mentre passeggiavamo per il centro in attesa della cena.
Di fronte al ristorante c’era una mostra o qualcosa di simile e la persona all’ingresso ha detto a George che se voleva poteva entrare. Lui le ha indicato me facendole intendere che era lì per aspettare me che stavo sbirciando il menù. Questa ‘cretina’ lo guarda e gli dice, rivota a me: si vede che preferisce il menù all’arte.
Mi sono girata, l’ho fulminata con lo sguardo e le ho detto: ma come si permette?
Lei ha detto che era una battuta.
Una battuta? Ma quindi è normale dare dell’ignorante a una persona che non si conosce e poi dire che è una battuta?
Anche se io non sapessi distinguere Picasso da Andy Warhol, anche se non sapessi chi sono costoro, ci sono limiti che non si possono superare.
By the way la cena è stata ottima, della mostra non ho idea 😂😂😂



lunedì 2 luglio 2018

Saggezza popolare 🤔

Non ho mai dichiarato la mia età ma non ne ho mai fatto mistero. Ho una figlia grande e sono sposata da secoli per cui se due più due fa quattro...non ci vuole il mago dei numeri (pausa pubblicitaria...il mago dei numeri è un romanzo meraviglioso per grandi e ragazzi di Hans Magnus Enzensberger, Einaudi Stile libero).
Quest'anno saranno cinquanta e non so per quale motivo, se mi capita, lo dico.
È diventato un traguardo che fino a qualche tempo fa rimuovevo ...poi quando ha iniziato ad avvicinarsi non ci ho più pensato e adesso che ci siamo quasi non mi fa nessun effetto.

Sarà perché dieci anni fa, quando di anni ne ho compiuti quaranta, pensavo di stare bene, di essere una splendida quarantenne e invece il mondo mi è crollato addosso esattamente il giorno prima del compleanno. Sono stata male fisicamente prima e psicologicamente dopo. Poi a poco a poco le cose si sono sistemate ma ci sono voluti quasi dieci anni perché io potessi sentirmi davvero bene. In questi dieci anni è successo di tutto. Forse troppo. 
Ho cambiato vita e lavoro, stile di vita e abitudini, ho conosciuto persone nuove e ne ho perse delle altre. 
Ho pianto tanto e spesso ma mi sono anche fatta delle grandi risate.
Ho ballato e cantato tutte le volte in cui è stato possibile. Ho visto Morandi e Baglioni al foro italico e il Barbiere di Siviglia all'opera di Vienna.
Ho scoperto la corsa e abbandonato la palestra. Ho accettato di andare al lago e devo dire che mi piace pure. 
Ho smesso di sciare e non mi manca per niente. Non sarò mai una tennista ma giocare mi diverte moltissimo. 
Ho fatto viaggi bellissimi. Ho percorso chilometri a piedi, ho scalato il Monte Sinai e ho visto nascere una tartaruga marina. 
Ho visto mio papà compiere ottant'anni e mia figlia prendere la patente e iscriversi all'università.
Ho deciso di non combattere più le zanzare e che non mi interessa essere troppo abbronzata.
Ho scoperto la cioccolata fondente, per cui ho una vera dipendenza, il sushi e il panettone (che preferisco di gran lunga al pandoro) e ho giurato a me stessa che mai più mangerò la quinoa. 
So cosa vuol dire stare male ma non mi fa più paura perché ho finalmente imparato ad affrontare le cose invece di rimuoverle. 
Non mi sento affatto una splendida cinquantenne ma sto bene, faccio un lavoro che mi piace moltissimo e che è arrivato da pochi anni quando mai pensavo che avrei cambiato. 
Se i cinquant'anni sono tutto questo non mi dispiace affatto e forse è per questo che lo dico.

Ieri mattina mi sono presentata alla mia vicina di casa del lago. Mi ha detto che lei e il marito sono in pensione e che trascorreranno al lago tutta l'estate. Abbiamo settant'anni ha aggiunto. E allora io mi sono sentita di dire che noi andiamo solo per il weekend e che lavoriamo ancora perché abbiamo cinquant'anni. E lei ha detto: ma davvero? Sembra una ragazzina. Ecco perché lo dice con tanta naturalezza perché sa che tutti le risponderanno che non li dimostra.

Sarà vero?!?

domenica 1 luglio 2018

Li chiami pure!

Gentile Signora,
Lei paga le tasse? Sono sicura di sì. E allora per quale motivo non usufruisce dei servizi (lo ammetto, a volte insufficienti) che lo Stato le mette a disposizione?
Questo pomeriggio ho trovato per l'ennesima volta (e ho saputo di non essere la sola ad essermi lamentata) la macchina di suo figlio parcheggiata a tre metri dalla vostra villetta con vista lago in un posto che chiaramente non è un parcheggio ma che per giunta ostruisce il passaggio alla stradina pedonale che porta al centro del paese e, purtroppo, alla mia casa.
Tutti i fine settimana quando arriviamo mio marito ed io, ci fermiamo poco prima della sua villetta con vista lago e tiriamo giù le borse dalla macchina. Sono sempre tante Signora sa com'è a casa al lago non ho la lavatrice e porto dietro sempre qualche provvista.
Dicevo dunque che scarichiamo la macchina, mio marito va a parcheggiare nel parcheggio poco più sotto che il Comune ha, per l'appunto, recentemente realizzato e poi a piedi ci dirigiamo verso casa. 
Mio marito ed io in due abbiamo oltre 100 anni 😮
Suo figlio che di anni ne avrà meno di venti, NO! Suo figlio, che pure avrebbe bisogno di un po' di moto, che non presenta segni di malformazione di alcun genere e che anzi appare in perfetta salute, lascia libero il posto riservato agli handicappati ma poi parcheggia poco più avanti, ostruendo il passaggio. Così facendo il malcapitato invalido non subisce alcun torto potendo liberamente parcheggiare, poi però non può raggiungere alcun altro luogo. Ma questo evidentemente per suo figlio, mia cara Signora, non è un problema.
Ora mia cara Signora il punto è che suo figlio è pigro come tutti i ragazzi della sua età, ama muoversi solo in macchina, come tutti i ragazzi della sua età e, come tutti i ragazzi della sua età, fa quello che vede fare o che gli è stato insegnato.
Lei, mia cara Signora, che paga le tasse, per quale motivo non insegna ai suoi figli che devono usufruire dei servizi (lo ammetto, a volte insufficienti) che lo Stato mette a loro disposizione come il nuovissimo parcheggio a 10 metri (purtroppo in salita) dalla vostra villetta con vista lago?
Quando le ho detto di chiamare suo figlio lei non solo non è rimasta affatto turbata al pensiero che suo figlio avesse parcheggiato, per l'ennesima volta, ostruendo il passaggio ma quando ho aggiunto che la prossima volta avrei chiamato i vigili, lei mia cara Signora, mi ha risposto: li chiami pure! 
Suo figlio ovviamente ha sentito e, pur essendo venuto a spostare la macchina (operazione che lo ha distolto dalla visione dei mondiali per una trentina di secondi!), si è ulteriormente convinto di stare subendo un torto e che sua madre comodamente seduta a guardare il lago aveva risposto per le rime alla passante rompiscatole (che poi sarei io) invitandola a chiamare i vigili. Sua madre non ha paura dei vigili né della signora rompiscatole, sua madre lo protegge.

Questo è quello che avrei voluto dire alla mia vicina di casa...in fondo suo figlio non ha nessuna colpa. 

domenica 10 giugno 2018

Straziami ma di baci saziami 💋

Primo pomeriggio di qualche giorno fa. Mi trovavo in una caffetteria con un'amica. Ci siamo trattenute quasi un'oretta. Lei non aveva pranzato e non ci vedevamo da tempo. Non ho fatto caso agli avventori che si sono succeduti ai tavolini accanto a noi ad eccezione di una coppia male assortita: lei alta, vistosa, eccessivamente truccata ed eccessivamente rifatta. Età indefinibile. Lui cinquantenne, vestito come tutti i cinquantenni fuori dall'ufficio: in modo sportivo e giovanile. Ho notato in particolare le scarpe. Tipo sneakers ma di pelle intrecciata e molto colorate. Per niente brutte, anzi...
Li vedo baciarsi e finisce lì.
Tre o quattro ore più tardi, come ogni wonder woman che si rispetti, dismettevo gli abiti da ufficio e andavo a correre al parco di Trenno, a c.ca 6 km dalla suddetta caffetteria.
Avevo appena iniziato a correre quando le vedo in mezzo all'erba. Si erano proprio loro: le scarpe colorate, molto giovanili e per niente brutte, anzi...
Alzo le sguardo e chi ti vedo? Lui. Sempre intento a baciare ma un'altra donna, questa volta giovanissima, acqua e sapone e senz'altro non cliente di un chirurgo estetico.
Lui ovviamente non mi ha riconosciuto ed io ho passato il resto del tempo ad fantasticare su di lui.
Cosa spinge un uomo non brutto, non più giovanissimo ma giovanile e con delle scarpe per niente brutte, anzi...a dividere il suo tempo tra due donne diversissime nessuna delle quali sembrava essere la sua compagna abituale? Nel primo caso si erano dati appuntamento in un bar e nel secondo in un parco defilato...NO non erano coppie. Questa la prima conclusione a cui sono arrivata.
E poi? Lui è un gigolò? Noooo
La ragazza acqua e sapone non è tipo da gigolò. 
È sposato?
Possibile ma se questo spiegherebbe il parco non spiega la caffetteria in pieno centro e per di più in compagnia di una persona che non passava di certo inosservata.
È fidanzato con entrambe? Indeciso il tipo...parecchio direi.

Non lo saprò mai ma mi sono distratta per oltre un'oretta pensando alla vita di uno sconosciuto cinquantenne del quale so soltanto che deve essere bravo a baciare e ama le scarpe colorate e giovanili 😜😜
 

domenica 27 maggio 2018

Piove, senti come piove, senti come viene giù...

Non mi è chiaro perché le canzoni che mi vengono in mente sulla pioggia sono tutte allegre. Dal rap di Jovanotti alla voglia di cantare di Gene Kelly (I'm singing in the rain), forse solo il Gianni Nazionale ci invita ad una riflessione cantando 'scende la pioggia ma che fa, crolla il mondo intorno a me..per amore sto morendo'.
Io non solo non canto ma sono pure parecchio scocciata.
A Milano piove da un mese...le previsioni dell'iPhone danno pioggia ininterrotta anche per la prossima settimana. Non se ne può davvero più ☔️😡
Nell'ordine: 
- se piove tutto rallenta;
- se piove tutti camminano con l'ombrello e poi non sanno come chiuderlo, dove metterlo, ecc;
- l'umido portato dalla pioggia fa diventare i capelli elettrici e ti entra nelle ossa;
- le strade e anche i marciapiedi si riempiono di pozzanghere;
- se cammini a piedi devi guardarti dagli schizzi delle macchine, anche di quelle che non corrono;
- non puoi usare le giacche di pelle (che però in teoria puoi usare solo in questa stagione dell'anno);
- non puoi programmare di andare a correre (io personalmente continuo a guardare le previsioni sul cellulare come se avessi 14 anni e aspettassi il messaggio di un fidanzatino);
- sei di malumore...sin dal mattino.
E last but not least...siamo alla fine di maggio. 
Basta, vogliamo il sole, le biciclette, i colori pastello, i giubbini di pelle e le ballerine senza calze. 
Vogliamo sorridere e, considerato che c'è poco da ridere per il resto, se almeno potessimo godere di una primavera frizzantina..saremmo tutti meno tristi. Io di sicuro. 😊😊😊



domenica 13 maggio 2018

Loro, Loro e noi


Sono riuscita a convincere George a vedere Loro 1 e Loro 2 nello stesso pomeriggio.  

Complice il tempo incerto abbiamo trascorso il pomeriggio in un multisala a Como e, alla fine di Loro 1, abbiamo avuto il tempo di un passaggio dal bagno e ci siamo recati in una sala contigua a vedere Loro 2. Non eravamo i soli! 

La Sorrentino maratona è stata indolore e persino piacevole. 


Che dire? Attori bravissimi. Tutti. 

Nel film c’è tanto ma tanto Sorrentino: le caricature e la notte romana de La grande bellezza e i paesaggi incontaminati di Youth. 


È una fotografia del Berlusconi degli scandali: da Tarantini a Lele Mora, da le Olgettine a Noemi. 

C’è anche spazio per Mike Bongiorno e per Daniela Santanchè, per le poesie di Bondi e per il trapianto dei capelli. 

Il tutto nel contorno della fine del matrimonio con una superlativa Veronica. La scena più bella è quella in cui Silvio le dedica la loro canzone: Domenica Bestiale di Concato. 

La più vera è quella in cui Veronica gli mostra tutto il suo disprezzo dicendo senza mezzi termini tutto quello che pensa di lui. Lui le chiede: se pensi questo di me perché mi sei rimasta accanto? Perché ero innamorata. Un po’ banale e scontato ma probabilmente vero.  

Nel film tutto è assurdo e eccessivo, non si parla di nulla, si vedono solo nullafacenti intenti a fingere di divertirsi e a tirare di cocaina. Tutti ma proprio tutti sono impegnati a fingere per guadagnare il consenso di LUI. 

Alla fine ero un po’ triste perché ho pensato che forse quello che è realmente e accaduto è stato anche peggio. 🙄🙄🙄  Il film merita di essere visto per poterlo criticare o apprezzare di persona, per ricordare a noi tutti che eravamo nel baratro e che in modo diverso ci siamo ancora. Che la politica non interessa più a nessuno e che a cambiare devono essere per primi gli italiani che hanno permesso tutto quello e questo.


Inviato da iPhone

domenica 6 maggio 2018

Fine del viaggio: foto e qualche tips

 

Durante il viaggio non ho potuto postare foto per via della scarsa connessione. 

Eccone qui qualche foto dei posti che ho raccontato. 


L’Oman non è un paese economico. Il cambio è 1 ryal = 2euro e 30cent c.ca

Le donne sono spesso vestite di nero da capo a piedi. La nostra guida ha detto che temono il sole 🙄

I turisti devono evitare pantaloni corti e spalle scoperte. Niente velo per i turisti tranne che in moschea e niente maniche lunghe. 

Il tea più elegante venduto negli hotel viene dallo Sri Lanka e si chiama Stassen. 


lunedì 30 aprile 2018

Oman: diario di viaggio giorno sette

Visita al souk e al mercato del pesce.
Continuazione per un tragitto che si sviluppa lungo la costa.
Lungo il percorso si trovano le rovine della città di Qalhat.
Proseguimento per il villaggio di Tiwi.
Visita al Wadi Tiwi, spettacolare per il paesaggio e per i nove villaggi che si trovano all’interno.
Pranzo al sacco lungo il percorso.
Nel pomeriggio si riprende la strada in direzione di Muscat.
Sosta a Fins Beach, nota come la “spiaggia bianca” ed a Bimmah Sinkhole per osservare uno spettacolare cratere calcareo.
Arrivo al villaggio di Quriyat e sosta.



Dopo una cenetta con vista mare 🙃 siamo andati a vedere le 🐢
Spettacolo meraviglioso. Le tartarughe escono dal mare per deporre le uova e fanno due buche. Una vera e un’altra c.d. dell’inganno che serve a proteggere le uova dagli attacchi degli uccelli predatori. Poi lentamente, come ogni tartaruga che si rispetti, tornano in mare. 
Questo viaggio che volge al termine è stato pieno di colori: il rosso/arancio del deserto, il marrone/grigio delle rocce e delle montagne, l’azzurro del mare, il verde delle palme, il bianco della sabbia e di Muscat. Ma niente è stato emozionante come il buio e il silenzio nel quale abbiamo visto le tartarughe. 

La corsetta mattutina è durata poco. Sono andata in spiaggia in pigiama (non ho più nulla di pulito e le magliette super kitsch con la scritta Oman + cammelli che ho comprato sono di un cotone troppo pesante 😜). 
Correre sulla sabbia a piedi nudi è troppo faticoso ma a questo si è aggiunto che dopo soli 10 minuti mi sono imbattuta in un branco di cani apparentemente senza padrone. Hanno iniziato ad inseguirmi e mi si è fermato il cuore. Sulle prime ho pensato che morire in Oman avrebbe potuto anche essere originale ma poi ho pensato al fastidio che avrei creato al gruppo proprio al termine della vacanza. 
Sono tornata indietro piano piano sempre in compagnia dei suddetti 🐕 🐕🐕🐕🐕 e ho optato per una tranquilla doccia con relax vista mare e, a seguire, e scrittura del post. 
La giornata è proseguita con visita al suk delle donne di Sur. Ci sono solo tessuti, vestiti, cosmetici e gioielli. Gli uomini accompagnano le donne ma restano fuori in macchina ad attendere. Lo abbiamo proposto anche ai nostri pochi uomini ma non hanno accettato 😜
Poi altri giretti, incluso albero di incenso (l’incenso è un loro prodotto tipico), fino a Muscat dove abbiamo fatto l’ultima cena (si fa per dire) in un ristorante tipico omanita: abbiamo mangiato la Shuwa, agnello marinato e cotto sotto terra 😋
La vacanza è finita in una giornata con un caldo torrido. 

La vacanza in gruppo è uno studio antropologico. 
C’è chi fotografa in modo ossessivo, chi aspetta tutte le albe e tutti i tramonti, chi posta la vacanza su Facebook, chi ascolta la guida in silenzio religioso e fa ssss...se qualcuno osa proferire verbo, chi vuole sempre guadagnare mezz’ora sull’appuntamento del mattino -  a qualunque ora esso sia - chi critica per partito preso gli alberghi, chi si gode la vacanza in grazia di dio. Per fortuna in questo viaggio sono i più numerosi 😊😊


Adesso siamo in aeroporto. Stanchi ma felici 😀 

sabato 28 aprile 2018

Oman: diario di viaggio giorno sei

Continuazione per Wadi Bani Khalid, una bella oasi tra le montagne. Proseguimento verso la costa dell’Oceano Indiano.
Continuazione per Ras al Hadd, il promontorio più a est della penisola arabica che oggi è diventato un luogo protetto dove le grandi tartarughe verdi depositano le uova sulla spiaggia.
Sistemazione in bungalows in un resort sul mare e cena.
Dopo cena visita al parco delle tartarughe.



Dopo una cena buonissima nel Desert Nights Camp (la più buona della vacanza) sono andata a dormire presto e all’alba ho corso.
Bellissimo correre all’alba nel deserto. Non avevo portato nulla ma quando ieri sera mi sono accorta che il campo era grande e si poteva azzardare una corsa è stato più forte di me. Ho recuperato una mise di fortuna: pantaloni a tre quarti e canotta del giorno prima, fascia che di solito uso in bagno e scarpe da ginnastica. Non proprio adatte ma pazienza!
30 minuti bellissimi 🏃🏻‍♀️🏃🏻‍♀️🏃🏻‍♀️🏃🏻‍♀️

Colazione in giardino. Pane e marmellata di 🥀.
Abbiamo raggiunto Whadi Badi Khalid percorrendo una strada di montagna che diventava sempre più verde man mano che raggiungevamo la meta. 
Distese di Palme ci aprivano la strada, tra rocce e ruscelli naturali. 
Il luogo nel quale siamo arrivati è una riserva con piscine naturali tra le rocce. 
Nell’acqua ci sono i pesciolini che fanno il pedicure. È vero: mangiano le pellicine morte ed è un solletico molto gradevole. 
Partenza per Sur dopo un pranzetto ventilato. 
Sur la visiteremo domani. 
Questo pomeriggio è dedicato al mare con una tappa in un cantiere navale.  La produzione di barche di legno tipo velieri prima era altissima ma adesso sono barche che non acquista più nessuno. Al momento però ce ne sono 9 in produzione: sono state ordinate dal Qatar per i mondiali del 2020. 
Il nostro resort sul mare si chiama Turtle Beach Resort e si trova a Ras al Hadd un villaggio di pescatori. 
Dopo cena andremo a vedere le 🐢 marine.

Gli italiani continuano a viaggiare molto. Oggi alle piscine naturali c’era una famiglia di Torino e anche ieri al resort c’erano altri. italiani. 

La fine del viaggio si avvicina e siamo tutti un po’ stanchini anche se i ritmi non sono stati pesanti. 
Le persone sono tutte rosse in viso, meno attente al look e con capelli improponibili. 


Tutti sono arrabbiati con l’organizzazione 😂😂😂perché era stato detto che nel deserto e in montagna avrebbe fatto freddo e si erano portati maglioni e piumini (esagerati!!!). Anch’io, in effetti, sto tornando a casa con un’unica cosa pulita: un maglione blu.