domenica 30 dicembre 2012

The doctor is in....

sono a casa malata. Sto provando in tutti i modi a rimettermi perché vorrei provare a raggiungere i miei in Sicilia almeno per la cena del 31. E poi (incrociamo le dita) qualche giorno a Londra.

Comunque non divaghiamo...sarà l'influenza, sarà stata la visita di mio fratello Andrea (infinitamente più accurata di quella del più scrupoloso dei medici. Andrea è ipocondriaco all'ennesima potenza!), sarà la vista dei medicinali sul comodino...fatto sta che mi sono ricordata di una cosa...

La mattina prima di uscire di casa ascolto sempre la radio. Su Radio2 (la Radio preferita da me e da George, ma questo forse l'ho già detto) alle 8 in punto va in onda un programma che anche se sei inc....nero, ti mette di buon umore. Il ruggito del coniglio (condotto da Marco Presta e Antonello Dose). E' un programma di attualità che però guarda al lato divertente, e quindi spesso terribilmente drammatico, delle cose.
Insomma i due partono con la lettura dei giornali o con il raccontare un fatto di attualità appena accaduto (che ne so: Kate è incinta, Obama nel suo discorso ha detto che un cane è abbastanza, la Fornero ha pianto in pubblico, ecc.) e chiedono agli ascoltatori: raccontateci di quando è successo a Voi.

Quel giorno il tema era: diteci quando avete utilizzato l'ufficio in modo improprio.
E' inutile dire che gli italiani (che sono simpaticissimi, non c'è che dire!) in ufficio sembra facciano di tutto fuorchè lavorare.

Io ho raccontato che in ufficio faccio le iniezioni (si si, le intramuscolo proprio lì).
Ho imparato da ragazza poichè mia madre sostiene che bisogna saperle fare ed in effetti saperle fare mi è stato utile eccome. 
Quando le faccio a qualche collega nessun problema: si presenta con farmaco e attrezzatura necessaria (ovvero siringa, disinfettante e cotone idrofilo. Anche se sono tutte cose che di solito ho già), chiudiamo la porta e in un attimo è fatta (come nella pubblicità).

Il peggio è accaduto anni e anni fa quando una mia cara amica (all'epoca anche collega di studio) ebbe l'ardire di dire al nostro capo dell'epoca (più ipocondriaco di mio fratello e di Carlo Verdone messi assieme) che io sapevo fare le iniezioni. Il suddetto che a malapena sapeva il mio nome prese a telefonarmi ogni sera ed iniziava il seguente dialogo: come stai? bene grazie, e tu? Nessuna risposta. Ti disturbo? no figurati. Ci vediamo domattina alle 8? Si certo, che problema c'è? (e qui Simo direbbe...e la sventurata rispose).

Ma non finiva qui ...il suddetto non si scomodava a venire nella mia stanza ma pretendeva che io andassi nella sua e che chiudessimo la porta; ora io comprendo il pudore, ma tra il rischio che qualcuno potesse vedere il suo di dietro e quello che qualcun'altro pensasse a me come ad una Monica Lewinsky un po' cresciutella, onestamente avrei preferito di gran lunga il primo.

Per fortuna la mia sempre amica ha sparso la voce e così tutti hanno presto saputo che io non arrivavo alle 8 per eccessiva dedizione al lavoro e che non mi chiudevo dentro con il capo per ottenere una promozione (che infatti - nonostante la cura sia stata completata con successo - non ho ottenuto!)


domenica 23 dicembre 2012

pandoro o panettone?

...sono i dolci tipici del Natale e sebbene uno sia veronese e l'altro sia nato a Milano, sono presenti in tutte le tavole di Natale accanto ai dolci tipici delle tradizioni locali.

Quando eravamo bambini impazzivamo per il pandoro. Il taglio e la distribuzione delle fette (o fettone quando non si tagliava a metà) era preceduto dallo spargimento dello zucchero a velo.
Il procedimento era sempre lo stesso:
- il pandoro veniva estratto dalla scatola e lasciato nella busta di plastica trasparente;
- si apriva la bustina con lo zucchero a velo;
- si spargeva lo zucchero sul pandoro ancora dentro la busta di plastica;
- si richiudeva l'involucro di plastica e con mani abili si agitava per fare in modo che lo zucchero si distribuisse bene.
E noi bimbi eravamo lì a guardare ammirati in attesa del tanto agognato taglio.

E poi c'era il panettone. Pieno di uvetta e canditi che alle feste dei bambini non sia apriva neanche.

L'altro giorno la mia amica Sabrina mi ha ricordato che ha iniziato ad apprezzare il panettone dopo che io le avrei detto: mangi ancora il pandoro? non ti sei evoluta. A quarant'anni si mangia il panettone.

Non ricordo di averlo detto ma è esattamente quello che penso. Il pandoro ha un gusto dolce e melenso mentre il panettone ha un gusto più deciso e pieno di personalità.
Se a 10 anni, o anche prima e dopo, si è ancora bambini e i gusti, come la personalità, non sono ancora decisi, a quarat'anni non si può mangiare il pandoro, bisogna evolversi (così avrei detto io a Sabrina!) e passare al panettone. Che, a mio parere, è 10.000 volte più buono!!

In fondo è come con la verdura. I bambini che la mangiano si contano sulla punta delle dita ma da adulti la mangiamo più o meno tutti (tranne George!)

Ma comunque Pandoro o Panettone è arrivato anche quest'anno il Natale...inizierà un nuovo anno e si faranno le liste dei buoni propositi (già fatte a settembre ma senz'altro da rivedere perchè non rispettate) e tra questi ci sarà senz'altro il proposito di andare più spesso in palestra per smaltire il panettone (o il pandoro che è anche più calorico!)


 

mercoledì 19 dicembre 2012

verde, bianco e rosso

In questa frenetica settimana di auguri di Natale, lunedì George ed io siamo rimasti a casa e abbiamo visto Roberto Benigni decantare la Costituzione Italiana.

Ha detto e dimostrato che la Costituzione è scritta in modo semplice, è evoluta, è solidale, è aperta, è lungimirante, è internazionale e, soprattutto, è poetica.

Ricordo che qualche anno fa ho dovuto tenere una lezione sui principi fondamentali della Costituzione ad una classe di ragazzi extracomunitari nell'ambito di un progetto di indirizzo al lavoro in Italia.
La sera prima al telefono con la mia amica Nati (che insegna Diritto) l'abbiamo ripassata; in effetti ho realizzato in quell'occasione che pur avendo avuto 30 e lode in diritto costituzionale, non l'avevo mai letta tutta di seguito soffermandomi su ogni articolo (all'unveirsità si finisce per studiare i sistemi, le forme di Stato e di Governo, ecc.).

Benigni ha recitato gli articoli e li ha commentati ad uno ad uno evidenziando che i nostri principi li hanno copiati in tutto il mondo, che la costituzione non fa paura ma anzi protegge (immagine bellissima), che l'art. 2 è talmente poetico che potrebbe tranquillamente concludersi con ...e il naufragar mi è dolce in questo mar!

Eccola per un ripassino:

Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Art. 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Art. 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
Art.7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Art. 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.
Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Benigni e la mia amica Nati, arrivati alla fine hanno detto la stessa cosa: questo è il mio preferito ed in effetti è anche il mio. Ho atteso tutto il tempo la fine (come quando si guarda un film già visto più volte per attendere la scena finale o la canzone che scorre sui titoli di coda) per ascoltarlo.
La bandiera è come l'inno nazionale (anche quello spiegato da Begnini anni fa durante un festival di Sanremo) e deve essere rispettata e amata perchè è segno di appartenenza e fierezza. Siamo Italiani e anche se abbiamo mille ed un difetto, anche se abbiamo una classe politica non all'altezza (questo blog è lieve quindi parlare di politica è difficile), anche se tutto va a rotoli, viviamo nel paese più bello del mondo e dobbiamo essere fieri di essere parte di uno Stato che ha pensato e scritto questa Costituzione!!


Art. 12
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni. STUPENDO!!

martedì 18 dicembre 2012

fashion, chic, à la page....

....le mie amiche dicono che io sono tutte queste cose e ogni tanto si rivolgono a me per sapere dove possono acquistare qualcosa, dove si trova quel tal negozio, ecc.

Mi piace tanto fare da consulente e penso sempre che il mio piano B (e si perchè bisogna sempre avere un piano B) sarà fare la consulente di moda, la personal shopper o l'assistente personale di Miuccia Prada! Nel frattempo mi diletto a dare consulenze alle amiche.

Qualche giorno fa Francesca (che quanto ad eleleganza e chiccheria non è messa affatto male, anzi!) mi ha chiesto di indicarle qualche libro carino sulla moda da potere regalare alle amiche per Natale.

Ecco i miei consigli:
- Guida all'eleganza di Genevieve Antoine Dariaux, Mondadori (da questo libretto pubblicato per la prima volta negli anni Sessanta  è stato tratto il romanzo Elegance. Ne ho parlato in questo blog:http://www.liuzza.blogspot.it/2012/06/icome-intimo.html)
- La parigina - guida allo chic di Ines de la Fressange, L'Ippocampo (anche a questo ho dedicato un post:http://www.liuzza.blogspot.it/2012/06/bastano-sette-capi-e-adesso-come-faccio.html)
- Buccia di Banana, lo stile e l'eleganza dalla A alla Z di Giusi Ferrè, Rizzoli.
Guardaroba perfetto di Carla Gozzi, Rizzoli.

E poi aggiungo due libretti deliziosi che ha scritto la mia amica Paola  (sempre avanti!) prima che scoppiasse il boom dei libri sull'arte del vestire e dell'essere alla moda come quelli che ho citato sopra. Paola ha un modo di scrivere che amo molto perchè sa essere ironica e divertente e poi è sempre attendibile e competente.
Voglio quelle scarpe! e Pazze per le borse! di Paola Jacobbi, Sperling & Kupfer.

Francesca ha seguito il mio consiglio, è andata ad acquistare i libri e ne ha preso uno anche per me: La Milanese chic di Fabiana Giacomotti, Baldini & Castoldi.
Grazie Franci lo sto divorando perchè non si finisce mai di imparare.

Ecco i must della perfetta milanese chic:
- la scarpa stringata maschile (ne ho due paia!)
- jeans che non ridicolizzino le forme (parole sante!)
- il gioiello della nonna;
- pashime autentiche (la milanese sa dove acquistarle...devo scoprirlo!)
- chiodo di pelle nera (in effetti questo lo dice anche Ines de la Fressange senza precisare il colore)
- giacche di buon taglio da indossare su jeans o sulla gonna lunga (questa la eviterei...il mio 1m e 60cm non me lo consente)
- camicia bianca (ce l'ho ma credo me ne serva una nuova!)
- poco trucco (non truccarsi affato vale?)
- gonna a pieghe piatte (stile Miuccia Prada, la mia futura datrice di lavoro).
- pezzo unico di stilista sconosciuto.

Mah diciamo che sono sulla buona strada...

ed ancora le regole dello stile milanese:
- apparente casualità...in altre parole: ogni pezzo del guardaroba è scelto con cura ma deve sembrare non troppo studiato   
- mescolare....mai vestire monomarca o con il logo a vista
- togliere...prima di uscire guardarsi allo specchio. Ci sarà sempre qualcosa da togliere
- massimizzare l'investimento ...non troppi acquisti ma un singolo capo buono a stagione. E' bello poi poter dire. No, non è nuovo ...lo possiedo da secoli.

domenica 16 dicembre 2012

Bianco Natale!

La neve a dicembre mi piace molto perché fa tanto Bianco Natale.
Venerdì  il mio alberello di Natale era così!

Però Bianco Natale a parte, dovevo andare a Roma. Il primo sms l'ho ricevuto da George: stai tranquilla gli autobus vanno!

Ed in effetti andavano ...a 2 all'ora ma andavano. Però ero in anticipo e sono arrivata sana e salva alla stazione della metropolitana e poi in stazione centrale. Il treno è anche partito in orario. 
Insomma qualche piccolo disagio ma niente di più.

La nevicata (peraltro quasi mai improvvisa: a Milano era annunciata da qualche giorno) è una perturbazione meteorologica eccezionale!!
In Italia pochissime sono le città in cui nevica regolarmente; nelle altre (Milano inclusa) si crea qualche disagio. E allora?

Se Pisapia acquistasse più mezzi spargisale o spalaneve (o non so come si chiamano) si griderebbe allo scandalo perché a quel punto ci si ricorderebbe che a Milano nevica solo un paio di volte l'anno (ci vivo da 20 anni e credo sia una statistica valida).

E allora io mi chiedo. Ma me lo chiedo davvero.  Perché quando nevica si sentono sempre e solo le seguenti frasi?
1. IL GIORNO PRIMA: Domani sembra che nevichi. Come farò ad andare al lavoro (non è una domanda è una lamentela).
E se ci andassi come tutti gli altri che ci vanno? Magari con più disagio, magari con un po' di ritardo, ma al lavoro ci si arriva (io non abito in centro e non ho mai perso un giorno di lavoro causa neve!). Non siamo a Roma. Siamo a Milano: la città è piccola e i mezzi funzionano!
2. IN ATTESA DELL'AUTOBUS (qui le frasi tipiche aumentano): io quasi quasi vado a casa. Ogni scusa è buona. Sapevi già di non volere andare al lavoro ma che in fondo era sbagliato e allora sei venuto alla fermata nella speranza (di certa realizzazione) che l'autobus sarebbe arrivato in ritardo! E adesso ti senti a posto. Complimenti!
Oppure: ma quanto tarda? Ma passerà? E al ritorno come facciamo?
Questa mattina c'era un padre (con evidente accento napoletano quindi non nato in una tormenta di neve!) che diceva al figlio al telefono: non hai neanche provato ad uscire! Che vuol dire poi come torno? Torni con i mezzi pubblici nello stesso modo in cui sei andato! Hai solo 19 anni, anche quando stasera dovessi avere difficoltà, qual è il problema!
Grandissimo. Avrei voluto baciarlo (vabbè magari abbracciarlo).
3. SULL'AUTOBUS: Ma come va piano! Arriverò in ritardo.
Al telefono: si mamma ho preso l'autobus, pensa che è arrivato con 30 minuti di ritardo (e sti c...direbbe il grande capo!) E si adesso va ma piano! E che ne so quando arrivo. Speriamo...
La conversazione avveniva tra donna cinquantenne e (suppongo) sua madre. No comment.
4.IN METRO: ho letto - neanche tanto involontariamente - una mail che la signora accanto a me stava scrivendo (spero per lei che non scrivesse a qualcuno su cui voleva fare colpo!): ho preferito non prendere la macchina dal box e ho preso il pulmann dei peones e adesso sono in metro. Spero di arrivare dopo questo calvario! Calvario? No comment

Comunque in autobus ad un certo punto non ho resistito e ho detto alla mia vicina: ma che chiamano a fare? Ma che parlano a fare? Nevica è normale che ci sia qualche disagio. Scusi lo sfogo ma io non tollero la banalità! E lei: tranquilla neanche io. Non sarai mica della bilancia?
Abbiamo iniziato a chiacchierare e ci siamo piaciute subito. E' venuto fuori che lei voleva studiare legge  e invece si è laureata in lettere e che a me me è successo l'esatto contrario.
Insomma non sono snob e intollerante è solo il segno zodiacale!


martedì 11 dicembre 2012

e se si avverasse la profezia maya?

Mi chiedo da sempre perchè le due settimane che precedono il Natale sono una frenesia di aperitivi, feste, saluti, baci e abbracci, quando dall'8 gennaio (se non prima) siamo tutti di nuovo operativi (e potremmo vederci con più calma!). Farsi gli auguri è bellissimo e anche festeggiare il Natale; in tempi di crisi poi può essere visto come un momento in cui si scacciano via i brutti pensieri, si fanno regali piccoli ma utili, non se ne fanno proprio, insomma può essere un momento di riflessione e di bilanci (in tutti i sensi).
C'è però questa frenesia della festicciola, dei saluti, del brindisi.

La mia amica Claudia ogni tanto si diletta a scrivere poesie o a mandare messaggi in rima; quest'anno a ferragosto aveva proposto a noi amiche di vederci più spesso (Un altro anno e' passato e il Ferragosto l'ha segnato, forse a settembre bisognerebbe darsi da fare per vedersi di piu' prima che un altro Ferragosto stia per arrivare! Un bacio e auguri). E' inutile dire che da ferragosto ad oggi forse l'ho vista due volte.

E allora ho deciso di fare un patto con me stessa. Le amiche le voglio vedere sempre (non solo prima delle vacanze di Natale e prima delle vacanze estive), voglio organizzare più cene, voglio regalare più tempo a me stessa e a loro.

Perchè il Natale è bello ma l'amicizia lo è ancor di più e allora non bisogna aspettare l'occasione per vedersi ma cercarla e sforzarsi di trovarla!

Però forse quest'anno un motivo in più per fare di tutto per vedersi prima in effetti c'è: il 21 dicembre 2012 è la data del calendario gregoriano nella quale secondo alcune credenze e profezie, prive di qualsiasi rilievo scientifico, si dovrebbe verificare un evento, di natura imprecisata e di proporzioni planetarie, capace di produrre una significativa discontinuità storica con il passato: una qualche radicale trasformazione dell'umanità in senso spirituale oppure la fine del mondo. L'evento atteso viene collegato temporalmente alla fine di uno dei cicli (b'ak'tun) del calendario maya (fonte wikipedia).

ps per Natale - se non finisce il mondo - regaliamo libri!!!

martedì 4 dicembre 2012

Prima dell'alba



Nella mia vita ho visto tantissimi tramonti. I più belli in assoluto sono quelli dalla mia casa al mare: il sole tramonta dietro le isole eolie.
Le albe sono più rare perché bisogna svegliarsi presto apposta.
Di albe che ricordo bene ne avevo viste due e adesso sono arrivata a tre.
Ho visto l'alba sul monte Sinai (dove Mosè ricevette le tavole della legge). In realtà il Sinai è l'intera catena montuosa mentre il monte si chiama Oreb. Per arrivare in cima ci sono due strade: la prima - più breve - è fatta da 3000 gradini di pietra, mentre la seconda è una salita, neanche troppo ripida, di strada sterrata e pietre lunga circa 5 km. La parte finale per raggiungere la vetta è lunga 2,5 km: c.ca 750 gradini e non ci sono strade alternative!
Li ho percorsi a fatica ma sono arrivata in cima prima dell'alba (eccomi in foto). La salita è un'esperienza bellissima che nel nostro caso è stata illuminata dalla luna piena. Siamo partiti alle 2 notte e siamo tornati giù verso le 8 del mattino. Lungo la strada abbiamo incontrano cammelli e tende di beduini dove ci si poteva fermare per un attimo di riposo o per scaldarsi. Mentre salivamo vedevamo da una parte la luna tramontare e dall'altra la luce del giorno. Arrivati in cima abbiamo atteso il sorgere del sole e siamo tornati giù piano piano (la discesa è molto più pericolosa della salita) alla volta del Monastero di Santa Caterina che è una meraviglia!

ps prima dell'alba succedono sempre cose meravigliose perché la notte è il momento delle verità, delle grandi rivelazioni e delle scelte. Le grandi scelte infatti spesso si fanno dopo una notte insonne!

ps 1 prima dell'alba è anche un delizioso film del 1995 con Ethan Hawke e Julie Delpy . È la storia di due ragazzi che si incontrano in treno. Lei è francese ed è appunto diretta a Parigi, lui è americano ed è diretto a Vienna dove prenderà il volo per gli Stati Uniti il giorno dopo. Lui la convince a scendere dal treno e a tenergli compagnia per una lunga notte a Vienna. La note trascorre tra chiacchiere, battute e confessioni e, ovviamente, i due si innamorano. Ma alla fine di quella notte si lasciano .....andare.
È un film che mi ha fatto sognare per anni. Ho fantasticato sul se i due si fossero mai ritrovati dopo quella notte (era il 95 i cellulari non erano ancora diffusissimi e lui abitava dall'altra parte del mondo).
Poi qualche anno fa è uscito il sequel: prima del tramonto. E lì ho avuto due conferme. I sequel dovrebbero essere aboliti dalla faccia della terra (sognare come sarebbe stato era di gran lunga meglio di quello che ho visto!) e attendere un alba è molto più bello che attendere un tramonto! 

domenica 25 novembre 2012

sulle orme di mosè

sono finalmente in vacanza....dico finalmente perche' le aspettavo da agosto; ormai da qualche anno Geroge ed io ci siamo uniti ad un gruppo di geografi (e siamo diventati soci della societa' geografica italiana) che organizzano, in questo periodo dell'anno, dei viaggi bellissimi.
 
Questo il programma di quest'anno:
 
1° giorno

ROMA – CAIRO – ALESSANDRIA
 
2° giorno
ALESSANDRIA
...........visita della città, il Patriarcato copto, la Colonna di Pompeo, le catacombe di Kom el-Shuqafa e il Teatro romano.
3° giorno
ALESSANDRIA
........ visita istituzionale alla ricostruita, moderna Biblioteca Alessandrina........completamento del tour della città: visita alla Moschea di Abu Abbas e alla Cittadella di Qaitbay dall’esterno.

4° giorno
ALESSANDRIA – ISMAILIA
.... partenza in direzione di Ismailia, attraversando la regione del Delta del Nilo. .....visita dell’area archeologica di San el-Hagar, Tanis e Tal Basta, nella regione di Sharqiya, siti particolarmente importanti nella storia dell’Egitto antico. Tanis, ad esempio, è stata la capitale della parte nord dell’Egitto durate la XXI dinastia ed è stato uno dei più importanti porti che ne hanno fatto un centro commerciale e strategico di primo piano. Continuazione per Ismailia ....
 
5° giorno
ISMAILIA – SUEZ – MONASTERO SANTA CATERINA
...... partenza in direzione di Suez. Sosta ai Laghi Amari. Proseguimento e sosta ad Ain Musa, che la tradizione identifica come il luogo delle cosiddette Sorgenti di Mosè. Continuazione per la località turistica di Ras Sedr, sul Mar Rosso/Golfo di Suez....proseguimento lungo la penisola del Sinai fino al Monastero di Santa Caterina.
6° giorno
MONASTERO SANTA CATERINA – NUWEIBA – AQABA
alle ore 2.00 di notte salita facoltativa sul Monte Oreb (2244 metri di altitudine. Si partirà da una quota di 1500). Arrivo in cima all’alba (intorno alle 5.00) per ammirare il sorgere del sole. Al rientro, visita del Monastero e del Museo
 Attraversamento della Penisola del Sinai in direzione di Nuweiba. ....., imbarco a Nuweiba sul traghetto per Aqaba. Arrivo ad Aqaba, in Giordania
 
7° giorno
AQABA – WADI RUM – PETRA
.....visita della città e mini-crociera, di circa tre ore, sul Mar Rosso/Golfo di Aqaba a bordo di una barca con il fondo trasparente per ammirare i fondali del Mar Rosso. Nella tarda mattinata, partenza per il deserto di Wadi Rum. Pranzo in un campo tendato di beduini. Nel pomeriggio, escursione nel deserto a bordo di "fuori-strada". Rientro nel campo e partenza per Petra.
 
8° giorno
PETRA
....... visita dell’area archeologica di Petra
 
9° giorno
PETRA – WADI MUJIB/MAR MORTO – MONTE NEBO – MADABA – AMMAN
.....partenza per Kerak e visita al castello. Arrivo presso il Dead Sea Spa Hotel, situato in riva al Mar Morto, e tempo libero per fare un bagno ......., visita del Monte Nebo. Visita di Madaba. Proseguimento per Amman......
10° giorno
AMMAN
........visita della città: visita all’anfiteatro romano, alla Cittadella, alla Moschea di Abu Darwish.
 
11° giorno
AMMAN – ROMA
 
Il primo anno ci siamo uniti quasi per gioco e per provare...non eravamo mai stati in Marocco e abbiamo detto: perche' no? E' stata un'esperienza bellissima. Tutti professori universitari piu' grandi di noi (i ragazzi ci sono ma sono davvero una minoranza), tutta gente rilassata, senza fretta e senza il blackberry...10 giorni senza conference call, con gente che se ti parla ti guarda in faccia (a milano non ti guarda in faccia piu' nessuno perche' tutti guardano il display del bb). Sono viaggi culturali per nulla pesanti, anzi  sono molto interessanti perche' tutti raccontano qualcosa della loro esperienza di vita e culturale. Dalla geologa allo storico mediovale e poi, ovviamente, ci sono tanti contributi dei geografi. Ci divertiamo moltissimo e ogni anno ci iscriviamo prima ancora di vedere il programma.
 
ps io lo scorso anno in grecia ho raccontato la storia d'amore tra la Callas e Onassis ...adesso mi devo preparare su Rania di Giordania.


martedì 20 novembre 2012

di mamma ce n'è una sola?

Quanto belle parole e frasi fatte sul rapporto madre figlio: "l'amore delle mamme non si divide, si moltiplica", "di mamma ce n'è una sola", "la mamma è sempre la mamma"...e potrei continuare all'infinito.

Un altro luogo comune è che la morte di un figlio è innaturale per un genitore perchè è nella natura delle cose che un genitore muoia prima di un figlio.

Ma è nella natura delle cose che un genitore muoia quando il figlio è ancora un bambino?

La perdita in quei casi segna un momento e un dolore incancellabile per tutta la vita. Ma non è il dolore della mancanza della mamma (o del papà). Perchè di amore spesso se ne riceve tanto e tanto di più da persone che non per forza sono la mamma (possono diventarlo o anche no ma non è questo che determina il grado di amore che possono dare), e che si inseriscono a passi felpati nella vita di persone (bambini per lo più) pronti ad accoglierle.
Una mia cara amica racconta sempre di una sua vicina di casa "signorina" (come si diceva ai tempi) che l'ha amata quanto e forse più di una madre e che ha avuto nella sua vita un ruolo fondamentale e che - secondo lei - esisteva ed era venuta al mondo per occuparsi di lei. Mi piace molto condividere questo pensiero perchè è come se nella scelta (ho detto sempre che credo molto nell'amicizia perchè è una scelta e non un legame di sangue!) ci fosse un qualcosa di "disegnato" (dalla naturale evoluzione delle cose): tu sei venuto al mondo per occuparti di me! Bellissimo pensarlo e bellissimo sentirselo dire. 

Tornando al punto credo che il dolore per un bambino non sia tanto e non solo l'assenza di un genitore, quanto il dolore per la perdita in sè, il dolore per la diversità: un bambino senza un genitore vede la sua vita diversa (e anche diversamente organizzata) da quella degli altri bambini.

Ho già scritto altre volte che secondo me le cose che accadono nella vita bisogna accettarle, che non si può vivere cercando di cambiare l'ordine delle cose perchè si arriva a cinquant'anni accorgendosi di non avere vissuto. E' vero i cinquant'anni di oggi sono i quaranta (e a volte anche meno) di un tempo, ma resta il fatto che non è giusto perdere metà della propria vita a farsi domande.

Come sarebbe stato se...non lo sappiamo. Sappiamo com'è e ed è com'è che doveva essere.

Ho appena finito di leggere il libro di Massimo Gramellini "Fai bei sogni" (Longanesi, 2012). Grazie Giusy per avermelo regalato.

martedì 13 novembre 2012

tanto costa poco....

in questo periodo ricevo in continuazione e-mails (peggio per me che lascio l'indirizzo e mail nei negozi!) che propongono sconti e offerte speciali, vedo cartelli con scritto "vendita promozionale" dappertutto e poi...poi ci sono le svendite.
Una volta le svendite delle grandi marche (a Milano era storica quella di Valentino) erano rare ed era un'occasione eccezionale essere parte degli invitati - altamente selezionati - ad una svendita.
Adesso ce ne sono a migliaia ad ogni stagione e, ad eccezione di qualche raro caso, sono aperte a tutti. In fondo se svendita è meglio avere più acquirenti possibile!

Ma a cosa serve? E' una cosa che mi chiedo da sempre...(e ancora di più in questo periodo di crisi).

Quando ero piccola tra i negozi c.d. low cost esisteva solo benetton (che adesso non è più tanto low cost!).

Adesso (da almeno 10 anni a questa parte) gli unici negozi che mantengono alto il livello del fatturato a parte il lusso, che non fa testo e si collega ad altri meccanismi, sono le catene low cost da Zara a H&M, Mango, Berska, e altre migliaia di cui risparmio l'elenco (anche perchè non sarei in grado di farlo in dettaglio).

non sono snob (o forse si) ma non è questo il punto.

Il punto è che mi chiedo e mi sono sempre chiesta: ma è davvero un risparmio? comprare alle svendite, nelle catene low cost o ai saldi è davvero un risparmio?
La mia risposta è no. E no perchè scatta la sindrome "ma dai fai un affare!!",  "ma tanto costa poco"; ma quell'affare o quel capo a poco prezzo mi serve davvero?
Non sarà che piuttosto che guardare all'utilità o alla necessità dell'acquisto ci facciamo attirare dall'offerta? Ma se compriamo una cosa che non ci serve o che è la ventesima che abbiamo, che affare è?
Lo shopping compulsivo o meglio ancora quello fatto per il puro gusto di farlo, se non ci fa andare in rosso, fa bene all'umore e fa girare l'economia, per cui ben venga. Ma non cerchiamo di giustificarlo pensando che si tratti di un affare. E quando saremo davanti all'ennessima maglietta low cost chiediamoci sempre: si è vero costa poco ma mi serve?
io da un po' di tempo lo faccio, non ho ancora raggiunto ottimi risultati ma quando alla fine passo avanti mi sento meglio e - questo lo dico a bassa voce (per paura che George mi possa ascoltare) - anche più autorizzata a comprare, senza farmi troppi problemi, una cosa (non duecento!) che mi piace e che - affare o non affare - sarà mia!!

ps Becky la protagonista della saga di Sophie Kinsella "I Love Shopping" diceva che una delle più belle senzazioni che si possa provare (se sei una shopaholic) è stringere tra le mani il sacchetto nuovo di un negozio e sapere che quello che c'è dentro è TUO!!

mercoledì 7 novembre 2012

un senso......

Voglio trovare un senso a questa sera
Anche se questa sera un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa vita
Anche se questa vita un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa storia
Anche se questa storia un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa voglia
Anche se questa voglia un senso non ce l'ha

Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà...
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...

Voglio trovare un senso a questa situazione
Anche se questa situazione un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa condizione
Anche se questa condizione un senso non ce l'ha

Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà...
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...
Domani un altro giorno... ormai è qua!

Voglio trovare un senso a tante cose
Anche se tante cose un senso non ce l'ha

Questa è una delle mie canzoni preferite...non solo tra quelle di Vasco ma in assoluto.

Ho ripensato a questa canzone l'altra sera vedendo in TV Castellitto e Penelope Cruz che presentavano il film 'Venuto al mondo'.

La coppia Castellitto-Mazzantini non mi piace molto: lui non è un grande attore (anche se qualche film buono lo ha fatto) e lei per esprimere un concetto usa più parole di Tolstoj. Però 'Non ti muovere' era un gran bel libro ed è venuto fuori anche un bel film. Ho trovato invece pessimo 'Venuto al mondo' (il libro ovviamente perchè il film non credo che andrò a vederlo) per la banalità dei concetti espressi, per l'uso spropositato delle metafore e perché in fondo la storia è scontata. L'idea di avere un figlio a tutti i costi per legare a se un uomo è mortificante per qualsiasi donna. Nel finale forse si riscatta ma non è un libro che consiglio.

Tornando a Vasco, Un senso è la giusta conclusione di quel bel film e ricordo che qualche anno fa l'ho rivisto in televisione proprio per aspettare la canzone finale che invece è stata tagliata per dare spazio alla pubblicità:-(

Com'è vero che niente ha un senso e proprio quel non senso è il senso stesso delle cose. È inutile sforzarsi per cercare di capire il perché certe cose accadono, penso alle cose brutte come la malattia o addirittura la morte ma anche a quelle belle come l'amore o una gioia inaspettata.
Il domani arriva comunque e come diceva Rossella O'Hara 'Domani è un altro giorno!'

domenica 4 novembre 2012

L'acustica perfetta

La scorsa settimana ho letto su Io Donna che il 31 ottobre sarebbe uscito il nuovo romanzo di Daria Bignardi (L'acustica perfetta, Mondadori). L'ho comprato proprio il 31, l'ho letto in due giorni e, come mi è già successo con il precedente, mi ha lasciato da pensare. 

Il giorno in cui l'ho comprato, in coda alla cassa della Rizzoli in Galleria ho fatto amicizia con una signora: entrambe avevamo preso 5 libri e 3 dei cinque erano gli stessi. Anche lei aveva acquistato il romanzo della Bignardi e mi ha detto che il primo libro (Non vi lascerò orfani) le era piaciuto molto mentre il secondo (un Karma pesante) un po' meno ma voleva darle ancora fiducia.

Un po' il mio stesso pensiero, in effetti.

Anche il primo libro è un romanzo ma parte da una storia vera (l'improvvisa morte della madre) e pur essendo un libro che nasce da un lutto finisce con l'essere una storia di vita e di allegria. Senz'altro una lettura più facile.

Gli ultimi due romanzi sono, invece, molto profondi, parlano di donne forti e risolute (ma solo in apparenza) e di uomini meno problematici e più semplici (come tutti gli uomini in fondo). Parlano di relazioni di coppia complesse e complicate (quale relazione tra due persone vere e intelligenti non lo è), parlano d'amore.

Ci sono certi libri che ti lasciano una sensazione di benessere, altri che ti lasciano una certa euforia (mi è appena accaduto con la biografia di Agassi, Open), altri ancora che non ti piacciono proprio e non vedi l'ora di finirli per passare ad altro (quando non li lasci a metà) e altri che non ti lasciano niente (succede spesso con i gialli).
Nessuna di queste sensazioni mi è rimasta questa volta come, peraltro, la precedente. E' un libro che che mi ha lasciato una certa inquietudine positiva, una voglia di pensare e ripensare ai protagonisti per capirne sfumature e cose non dette. 

E' una storia d'amore per niente banale che mi ha fatto riflettere su cosa è l'amore. E' possibile che pur amandolo/a non si riesca a comprendere nè a conoscere completamente chi ci sta accanto? e' possibile che in fondo chi ama tende a prendere (o addirittura a pretendere) più che a dare? L'amore è in fondo un sentimento egoista? 

Non racconto la storia perchè a raccontarla perderebbe di significato. Posso dire solo che è il pretesto per raccontare sentimenti, ricordi, paesaggi (liguria e sardegna piene di profumi).
Si legge tutto di un fiato e - adesso che l'ho letto - posso dire che la signora della libreria ha fatto bene a comprarlo. E anch'io!

Io adesso mi devo un po' distrarre e ho già iniziato un giallo di Camilleri; ormai si somigliano tutti ma sono molto affezionata ai luoghi di Montalbano e tra un libro "vero" e un altro è quello che ci vuole.





martedì 30 ottobre 2012

pensierando....

In effetti sono stata io a chiederlo. Ho chiesto alle mie amiche di commentare il blog e di dare spunti. E loro lo hanno fatto.

Pensieri sull'amore, sulla vita in genere che sebbene apparentemente diversi hanno una radice comune.
Ecco il primo:
"Tornando alle nostre conversazioni perché non scrivi un blog sul fatto che poiché la regola è che gli uomini fuggono dopo, se fuggono prima un problema devono avercelo, soprattutto se non si relazionano  con un cesso o con una strafiga (che potrebbe intimidire), ma con una donna mediamente carina ma intelligente!!"

Qui devo fare una precisazione e spezzare una lancia. La persona che scrive non è un c... ed è più che mediamente intelligente. La lancia la voglio spezzare a favore degli uomini ai quali ahimè diamo troppa importanza, li riteniamo capaci di pensieri e macchinazioni profonde. Gli uomini invece, a differenza di noi, sono semplici e lineari (il che, inizio a pensare, non è sempre un difetto). Se non gli piaci, e questo può accadere anche se dall'altra parte c'è la suddetta strafiga o persona con intelligenza superiore alla media, non gli piaci e basta. Siamo noi che in fondo se qualcuno ci corteggia magari proviamo a farcelo piacere comunque. Lo trattiamo male salvo poi pentircene se smette di cercarci…ecc. Gli uomini no. Ti conoscono (ovviamente mi riferisco a quelle occasioni di conoscenza che possono sfociare in altro) e decidono quasi subito se vogliono conoscerti meglio.  
Non è detto quindi che abbiano un problema, hanno solo poca voglia di cimentarsi a conoscerci meglio…forse per il semplice fatto che non gli siamo piaciute, perché sono pigri, perché il tran tran a cui si è abituati e comodo e ci si rinuncia (superata la trentina) solo se scatta qualcosa. Come dissi una volta ad un mio amico che diceva "che ci posso fare se non sono pronto?" non sei pronto perché non c'è stata ancora qualcuna che ti ha fatto sbarellare. Quando arriverà sarai pronto. Semplice e lineare…come gli uomini.

Altro pensiero: "a un certo punto bisogna fermarsi e aspettare..tanto le cose capitano lo stesso e, a volte, sono molto meglio di quelle che stavamo cercando affannosamente".
Niente di più vero, dico io e aggiungo che Jonh Lennon diceva che la vita è quello che ti capita mentre stai facendo altri progetti.
Non bisogna vivere programmando tutto perché tanto le cose brutte o belle che siano alla fine capitano e quella è la vita vera, quella che dobbiamo affrontare senza avere la soluzione pronta. Questo non vuol dire vivere passivamente perché tanto le cose capitano, vuol dire non affannarsi alla ricerca disperata di qualcosa di diverso da quello che si ha, vuol dire godersi la vita momento per momento e ogni tanto fermarsi a riflettere …alla fine potrebbe venirne fuori che quello che si è costruito non è poi così male!

Ed infine: può l’amore, che per definizione è irrazionalità e magia, essere vissuto a priori, a tempo determinato? Non è un controsenso? Oppure il controsenso è proprio quello di riporre sempre delle aspettative nell’altro? (“……L’amore lo prenderei a morsi, senza appesantirlo con la costruzione di qualcosa di durevole. Smetterei di inseguire l’impossibile e mi innamorerei a tempo determinato, come tutti, cavalcando le emozioni fin quando resistono, per poi staccarmene senza rimpianti perché nessuna storia può durare per sempre”, M. Gramellini, L'ultima riga delle favole).

Non credo che l'amore si possa vivere a tempo determinato come non si può programmare quando e di chi innamorarsi (chi lo fa non segue il cuore ma altri percorsi più razionali di certo ma meno emozionanti). Quello che però credo e che la stessa esperienza (come il dolore per un amore finito) vissuta a diverse età, e quindi  con una diversa esperienza emotiva, provoca reazioni diverse. E allora mentre se siamo adolescenti soffriamo da morire per un amore finito ma poi, come Vic nel Tempo delle mele, ci basta girarci dall'altra parte per vedere un ragazzo ancora più carino, da adulti soffriamo magari anche di più ma siamo in grado di controllare e gestire il dolore e se questo dolore si è presentato più volte e in varie forme allora diventiamo anche più cinici e disincantati. Perché, come diceva mia nonna, solo alla morte non c'è rimedio per il tutto il resto una soluzione c'è sempre basta volerla trovare…

E allora per tirare le fila penso che l'amore prima o poi arriva basta aspettarlo e viverlo senza farsi troppe domande.

venerdì 26 ottobre 2012

Per chi tifiamo...Elaine o Mrs Robinson?

Una volta al mese organizziamo la cineserata. La mia amica Sabrina ha avuto l'idea e mette a disposizione la casa, George propone il film (e lo porta) e io porto la cena (da mangiare rigorosamente davanti alla TV). Se si unisce un quarto spettatore sarà solo ospite e potrà ovviamente partecipare al breve dibattito conclusivo.

Ieri abbiamo visto Il Laureato (1967, regia di Mike Nichols) con una giovanissimo Dustin Hoffman e una bellissima Anne Bancroft.

George era indignato quando ha saputo che noi (Sabri ed io) non l'avevamo mai visto!

A parte la storia che forse oggi non farebbe più scalpore (anche se non ne sono cosi sicura perché la donna che seduce un uomo più giovane fa ancora notizia) mi hanno fatto riflettere la semplicità della sceneggiatura, l'attualità dei costumi (oggi ci vestiamo come negli anni 60/70!), la bellezza della colonna sonora (Simon and Garfunkel in stato di grazia!). Oggi forse solo in Francia si riescono a fare film così semplici ma così pieni di contenuti.

E che dire della storia?

Cosa spinge una donna bella e annoiata a sedurre un ragazzino bruttarello e inizialmente riluttante? La noia? o forse il desiderio di sentirsi ancora giovane e bella (cosa che peraltro lei era perchè non film dice di avere il doppio degli anni di lui quindi meno di cinquant'anni!)?

E Elaine che - nonostante tutto - alla fine lo segue (alzi la mano chi non ha mai sognato una scena d'amore come quella della fuga dalla chiesa!!)? Lo fa perchè lo ama o perchè anche lei è in competizione con la madre?

E lui, a parte l'Alfa Romeo, cosa vuole dalla vita?...forse solo una donna con cui poter parlare.

La mia scena preferita è l'ultima: loro fuggono insieme e non si baciano nè si abbracciano, ma si siedono sul pulmann, stanchi come dopo la fine di una lunga battaglia, e sono felici. Felici per il solo fatto di essere insieme.

Una mia collega sostiene (secondo me a ragione) che noi donne una volta avremmo fatto il tifo per Elaine ma oggi, senza dubbio, tifiamo per Mrs Robinson...


mercoledì 24 ottobre 2012

sabato e domenica al club di Luca....



La mia passione per Luca Barbarossa nasce da lontano e non ha una spiegazione. Mi piace e basta. Non posso dire che mi piace come persona per il semplice fatto che non lo conosco, né che le sue canzoni siano tra le mie preferite (anche se ho parecchi suoi CD e me ne piacciono tante). Mi piace perché credo sia bravo, serio e che ami il suo lavoro. Me lo immagino fare una vita normale dedita ad un lavoro sul quale non si è adagiato e che ha sempre fatto con impegno e dedizione.
Capita no? E a me da sempre è capitato che se sentivo una sua canzone mi fermavo ad ascoltare, se leggevo di lui mi soffermavo su quello che c'era scritto e se lo vedevo in televisione di certo non cambiavo canale. Una volta l'ho addirittura incontrato (più di 15 anni fa) in un ristorante a Milano e - come se lo conoscessi - mi sono fermata e gli ho sorriso. Lui - probabilmente perché educato - ha ricambiato. La mia amica Claudia mi ha preso in giro per una vita ...

Da quando sto con George ho imparato ad ascoltare la Radio. In casa nostra ne abbiamo una in ogni stanza e ascoltiamo Radio 2: la mattina presto, nel fine settimana e qualche volta anche la sera.

Ovviamente anche la radio in macchina è sintonizzata su Radio 2.
Anni fa una sera mentre tornavo a casa l'ho sentito proprio su Radio 2, non ricordo se era ospite o era un suo programma ma mi ha fatto piacere ritrovarlo. Da lì ho ripreso a seguirlo in radio e a teatro: ho visto uno spettacolo con Neri Marcorè divertentissimo (Attenti a quei due) e poi - recentemente - un concerto con tutti i suoi successi al teatro Manzoni di Milano con tanti ospiti tra cui anche Enrico Ruggeri.

Ormai da qualche anno, il sabato e la domenica mattina conduce un programma (ovviamente!) su Radio 2. È un club musicale dove si canta dal vivo. Gli ospiti sono tanti, cantano da soli o con lui e, secondo me, si divertono. A volte ci sono anche scrittori o attori ma la musica dal vivo è il cuore del programma. Il sabato non sempre riesco ad ascoltarlo (il sabato mattina dovrebbe durare 10h per tutte le cose che sia hanno da fare) ma la domenica mentre cucino o faccio qualcosa in casa è un Must. Hanno parlato di libri che poi ho letto, di album che poi ho acquistato, di concerti che poi ho visto. Insomma mi piace e mi rilassa perché e musica e pensiero...

ps so che Luca conduce o ha condotto un programma in TV la sera tardi ma il mio ritmo biologico non me lo consente. Giada dice che vado a letto con le galline

ps 1 una delle sue canzoni che preferisco si intitola 'le cose da salvare'. Adesso però quando la ascolto non posso non pensare a quando dice che tra le cose da salvare c'è Benigni che prende in braccio Berlinguer ma poi - molti anni dopo - Benigni ha preso in braccio Mastella ....

ps 2 il programma del weekend è condotto anche da Virginia Raffaele e Andrea Perroni. Non li ho nominati perchè questo post è dedicato a Luca...