domenica 4 novembre 2012

L'acustica perfetta

La scorsa settimana ho letto su Io Donna che il 31 ottobre sarebbe uscito il nuovo romanzo di Daria Bignardi (L'acustica perfetta, Mondadori). L'ho comprato proprio il 31, l'ho letto in due giorni e, come mi è già successo con il precedente, mi ha lasciato da pensare. 

Il giorno in cui l'ho comprato, in coda alla cassa della Rizzoli in Galleria ho fatto amicizia con una signora: entrambe avevamo preso 5 libri e 3 dei cinque erano gli stessi. Anche lei aveva acquistato il romanzo della Bignardi e mi ha detto che il primo libro (Non vi lascerò orfani) le era piaciuto molto mentre il secondo (un Karma pesante) un po' meno ma voleva darle ancora fiducia.

Un po' il mio stesso pensiero, in effetti.

Anche il primo libro è un romanzo ma parte da una storia vera (l'improvvisa morte della madre) e pur essendo un libro che nasce da un lutto finisce con l'essere una storia di vita e di allegria. Senz'altro una lettura più facile.

Gli ultimi due romanzi sono, invece, molto profondi, parlano di donne forti e risolute (ma solo in apparenza) e di uomini meno problematici e più semplici (come tutti gli uomini in fondo). Parlano di relazioni di coppia complesse e complicate (quale relazione tra due persone vere e intelligenti non lo è), parlano d'amore.

Ci sono certi libri che ti lasciano una sensazione di benessere, altri che ti lasciano una certa euforia (mi è appena accaduto con la biografia di Agassi, Open), altri ancora che non ti piacciono proprio e non vedi l'ora di finirli per passare ad altro (quando non li lasci a metà) e altri che non ti lasciano niente (succede spesso con i gialli).
Nessuna di queste sensazioni mi è rimasta questa volta come, peraltro, la precedente. E' un libro che che mi ha lasciato una certa inquietudine positiva, una voglia di pensare e ripensare ai protagonisti per capirne sfumature e cose non dette. 

E' una storia d'amore per niente banale che mi ha fatto riflettere su cosa è l'amore. E' possibile che pur amandolo/a non si riesca a comprendere nè a conoscere completamente chi ci sta accanto? e' possibile che in fondo chi ama tende a prendere (o addirittura a pretendere) più che a dare? L'amore è in fondo un sentimento egoista? 

Non racconto la storia perchè a raccontarla perderebbe di significato. Posso dire solo che è il pretesto per raccontare sentimenti, ricordi, paesaggi (liguria e sardegna piene di profumi).
Si legge tutto di un fiato e - adesso che l'ho letto - posso dire che la signora della libreria ha fatto bene a comprarlo. E anch'io!

Io adesso mi devo un po' distrarre e ho già iniziato un giallo di Camilleri; ormai si somigliano tutti ma sono molto affezionata ai luoghi di Montalbano e tra un libro "vero" e un altro è quello che ci vuole.





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