sabato 31 maggio 2014

Mi son Lia

Mia nonna paterna si chiamava Letteria.
Quando sono nata si é deciso di darmi il suo nome come da buona tradizione siciliana.
La nonna si è sempre chiamata con il diminutivo di Lia e allora si è deciso di rispettare la tradizione dandomi il nome con cui tutti l'avevano sempre chiamata (o urlata)...mio nonno era famoso per i suoi: Liaaaaaaaaaa, urlati da una stanza all'altra della casa di via Lenzi. 

E così che papà mi ha sempre raccontato, che l'idea è venuta dalla Bibbia (Lia era la moglie di Giacobbe) e poi da Dante.

giovane e bella in sogno mi parea
donna vedere andar per una landa
cogliendo fiori; e cantando dicea:
"Sappia qualunque il mio nome dimanda
ch'i' mi son Lia, e vo movendo intorno
le belle mani a farmi una ghirlanda

(PURGATORIO - CANTO VENTESIMOSETTIMO vv. 97 e segg.)

La nonna Lia era piccola e minuta come me. Ha trascorso gli ultimi anni della sua vita, ormai molto anziana e un po' sorda, seduta sulla poltrona della casa di via Lenzi. Un po' leggeva ma prevalentemente ascoltava la radio, la TV o i racconti di chi andava a trovarla.
Durante gli ultimi anni della sua vita frequentavo l'università e trascorrevo a casa sua tutte le domeniche pomeriggio. Le raccontavo dell'università e lei seguiva con interesse. Teneva il conto degli esami e pregava sin dal giorno prima.
Devo alle sue preghiere tutti i miei trenta e lode e sono felice che sia riuscita a vedermi laureata.


Ps si è persa soprattutto a Milano - dove vivo - la tradizione di dare i nomi dei nonni. Mi dispiace molto perché i nomi tradizionali sono belli e hanno dentro una storia. Io e i miei fratelli ci chiamiamo Lia, Andrea e Guido, come i nostri nonni. 

domenica 25 maggio 2014

Il mattino ha l'oro in bocca!

Ieri sera George ed io siamo stati a cena a casa di amiche. La serata è stata piacevolissima. Abbiamo bevuto e mangiato più del solito (tutto ottimo e curato), abbiamo chiacchierato, riso e scherzato. E abbiamo fatto tardi. Se gli invitati si trattengono fino a tardi è segno che la serata è riuscita. Il giusto epilogo sarebbe stato quello di dormire fino a tardi questa mattina e fare una bella colazione a letto.
Quando è suonata la sveglia anche George, che si vanta di avere il primato della sveglia in casa nostra, stava ancora dormendo ma mi ha detto: amour adesso mi alzo e ti preparo il caffè. Perché mai? gli ho risposto. Ti ringrazio del pensiero ma sono io a dovermi alzare. 

Da qualche settimana con Milena e Simonetta la domenica mattina andiamo a correre. Ci svegliamo presto e ci diamo appuntamento ai giardini di palestro o al parco Sempione. Chiacchiera veloce, 45 min di corsetta e poi altra chiacchiera....da qualche settimana si è aggiunta anche la colazione.
È faticoso svegliarsi ma una volta lì è bellissimo.
Il parco è pieno di altra gente che corre. C'è anche chi passeggia con il cane, chi passeggia e basta, chi fa arti marziali o yoga. Non c'è troppo caldo perché è ancora presto e non ci sono ancora troppe persone o famiglie con bambini, per lo stesso motivo. Ad ognuno la sua fascia oraria di parco.
Svegliarsi di buon umore e fare una cosa che ci piace e che ci fa stare bene è importante e resta un bagaglio acquisito di positività e benessere che aiuta ad affrontare la giornata, durante la quale ci sarà tutto il tempo per arrabbiarsi. E inevitabilmente qualcosa andrà storto.

In questo periodo c'è una bellissima pubblicità di una brioche che esiste da quando eravamo bambini, morbida e con la granella sopra, che è un inno al bicchiere mezzo pieno.
Per te che un tacco rotto è una ballerina guadagnata, per te che il semaforo è un arcobaleno di colori, per te che allo specchio vedi solo il tuo sorriso. E così via..
Mi piace e mi mette di buonumore. Sono sempre stata un'ottimista e una positiva. Credo che il modo in cui si affrontano le cose dipenda solo dalla nostra volontà. A che serve arrabbiarsi di prima mattina se c'è un po' di traffico, se siamo in ritardo, se la camcia che volevamo mettere ha una macchia?
Lo so possono succedere cose ben più gravi e non si può generalizzare..ma partire con il piede giusto è senz'altro meglio.
Terapia consigliata: ascoltare prima di uscire da casa o in macchina You're the First, the Last, My Everything di Barry White. Funziona!

sabato 17 maggio 2014

Marciapiedi

Non so ancora quale sarà la data del mio decesso ma ne conosco già le modalità e il luogo dell'evento. Uccisa da un ciclista (o meglio da una persona che pedala una bicicletta) in piazza Cordusio o in via Broletto a Milano.
Le modalità dell'evento possono essere (i) scappiciata dal suddetto 'ciclista' (tradotto per i non messinesi: arrotata, investita, messa sotto le ruote); o (ii) presa a bastonate, sempre dal medesimo ciclista.

Io sono mattiniera e mi sveglio anche di buonumore. Vado in palestra e per arrivare in studio prendo il tram per qualche fermata (lo so potrei andare a piedi e qualche volta lo faccio, ma sono sveglia dall'alba e sono già stata in palestra!). Scendo a Cordusio o in via Cusani. Mi dirigo verso lo studio e sistematicamente rischio la vita perché i marciapiedi sono invasi dai ciclisti che corrono a più non posso e che si arrabbiano se la tua presenza li costringe a spostarsi. La regola - secondo loro - è che è il pedone che deve stare attento e spostarsi. Non viceversa.

Ora, cari ciclisti (e già vi sto facendo un complimento) capisco che a Milano ci sia il pavet, capisco che ci siamo le rotaie dei tram. Capisco che voi ve la tiriate un po' con la scusa dell'ecologia e della tutela dell'ambiente. Ma il marciapiede (lo dice l'etimologia della parola) serve per far marciare i piedi dei pedoni. Voi, carissimi bikers, dovete pedalare (hai voluto la bicicletta: pedala!) per strada. 

E se per puro caso, facendo attenzione, vi trovate su un marciapiede, dovete andare a passo d'uomo. E non guardare i pedoni in cagnesco. Il marciapiede è per loro!

Ieri mattina al solito ciclista prepotente, dopo averlo evitato, ho detto: Testa di c..... Il modo in cui mi ha risposto (che metteva in dubbio la mia fedeltà coniugale e la mia moralità) non posso ripeterlo ma sono certa di avere rischiato brutto. Ecco perché alla scappiciata vedo la seria alternativa delle percosse.

C'è una bellissima canzone dedicata ai Marciapiedi di Renato Zero.
La riporto e constato con piacere che non ci sono biciclette!
Marciapiedi stanchi 
La pioggia spazzerà 
La polvere e i ricordi 
Bagnati di città… 
Passi frettolosi 
D'un avido via vai… 
Chi trascina il tempo, 
Clienti attesi… 
E' la vita 
Che 
Passando sporca un po' le dita… 
Lungo i marciapiedi 
Il vento porta via 
L'ultima occasione 
O la tua prima compagnia… 
Lì 
Bambino imparerai 
A camminare, 
Scopri il sesso dietro un muro 
O sulle scale… 
E' peccato o lo confondi, 
Se sia giusto farlo o no 
Ti domandi… 
E' li 
La vera scuola che 
Poi ti segna 
Sulla pelle quello che 
Non s'insegna… 
La palestra della vita 
Sta inventando i giorni tuoi!… Una sfida! 
Vecchi marciapiedi 
Malati di realtà, 
Poliziotti e preti 
Tra i fiori e oscenità… 
Occhi aperti 
Su melma e cieli prima mai scoperti… 
Non scandalizzarti dei marciapiedi… 
Lì sta il mondo, che non sai, che non vedi… 
Marciapiedi screditati 
Per vergogna o vanità dimenticati! 
No, non ridere dei miei marciapiedi! 
Lì, ero un uomo, quello a cui tu non credi 
Ma se cammini, se vai avanti 
È perché i marciapiedi 
Sono tanti…

domenica 11 maggio 2014

George .....e Mildred

Chi legge questo blog sa che il mio George non è George Clooney (anche se con i capelli brizzolati un po' gli somiglia) né il marito di Mildred. 
Ieri pero' chi lo ha visto in mia compagnia alla stazione garibaldi di Milano deve aver pensato a lui proprio come un indifeso George nelle grinfie di Mildred.

Succede che dovevamo andare a Bologna e che per avere il tempo di girare senza meta, goderci la città e vedere qualche mostra, abbiamo prenotato il treno delle 9.30. 
Sveglia presto come sempre ma con la stanchezza di una settimana pesante alle spalle. Ad un certo punto lo vedo. Pronto e impeccabile come sempre (i 50 anni si avvicinano e il suo look ringiovanisce in modo inversamente proporzionale) che mi guarda con fare minaccioso e terroristico. È tardi. È vero che il tempo c'è ma devi prepararti. Dopo mi ha seguito in bagno per sapere a che punto fossi e finalmente si è dileguato verso la macchina lasciando a me - comune mortale e per giunta in ritardo - il compito di prendere chiavi di casa, biglietti del treno, ecc. 

Mentre ci dirigevamo verso la stazione gli faccio sommessamente notare che il treno era Italo non freccia rossa e che quindi sarebbe stato meglio andare con la metropolitana. Ah Italo? Non non lo sapevo. È inutile dire che ho testimoni che possono confermare che il treno da prendere lo abbiamo deciso insieme al telefono. 
Prendiamo la metro in perfetto orario e quando, finalmente rilassata, gli faccio notare che potevamo stare tranquilli, parte con la sua filippica alla George Bush. Beh tranqulli mica tanto...siamo al pelo!
Vabbe'. 
Arrivati alla stazione garibaldi parte verso il treno (quale?) come se fosse Luca Cordero di Montezemolo quando invece Italo non lo ha mai preso in vita sua. Non sapeva quindi che bisognava scendere al piano di sotto. 
Gli chiedo di seguirmi e lui insiste ma non dobbiamo andare al binario.
A quel punto sono esplosa e ho gridato....fino a farmi sentire alla stazione centrale. Lui imperterrito e annichilito è rimasto senza parole ma non si è arrabbiato. Solo non capiva il perché della mia reazione in fondo era solo dalle sette del mattino che mi dava ultimatum minacciosi alla Geroge Bush.

La giornata a Bologna è stata piacevolissima e abbiamo fatto pace davanti ad una crema di caffè.




giovedì 1 maggio 2014

No, grazie. Sono a dieta....

Credo che sia una delle frasi che più mi manda in bestia....anche se spesso l'ho detta anch'io (e qui giuro solennemente che non la dirò più). 
Perché? Perché basterebbe dire: no, grazie. Aggiungere sono a dieta, vuol dire comunicare all'interlocutore (che magari ha anche cucinato con amore e per ore) un fatto personale e intimo che, nel 99% dei casi, porta chi ascolta a dire: ma perché a dieta? Stai così bene! E non possiamo neanche rispondere: sono fatti miei! Perché se fossero stati fatti nostri non avremmo dovuto dirlo. Se lo diciamo dobbiamo anche accettare che diventi oggetto di dibattito.
Ricordo una volta in cui mandai una email alla reception dello studio per avvisare che per tutto il mese avrebbero consegnato per me il pranzo in studio.
È un sistema di dieta 'porta a  porta' che si chiama. Diet-to-go.
La mattina ti consegnano una borsa termica con l'occorrente per tutta la giornata. È un modo facile di fare la dieta anche se si sta tutto il giorno fuori. Si mangiano cose varie e ben presentate. Cose leggere e saporite. Ed in effetti si perde qualche chiletto senza troppe privazioni. Questo naturalmente se al pacchetto giornaliero (che comprende: colazione, pranzo, spuntino e cena) non si aggiungono extra.
Nella mail scrissi: mi raccomando quando mi incontrerete ditemi che mi trovate dimagrita:-).
Una delle ragazze giustamente mi rispose: io ti dico di non buttare i soldi!
Chapeau ....me la sono voluta!


La dieta a mio avviso dovremmo farla sempre, tutti i giorni ad eccezione - per l'appunto - delle occasioni di vacanza o di quando siamo invitati a cena fuori. Per dieta non intendo dieta dimagrante ma dieta sana. La dieta dimagrante, soprattutto se rigida, spesso dà dei risultati che durano poco ed è veramente frustante riprendere tutti i chili persi, e anche di più, dopo avere fatto tanti sacrifici.

Ovviamente non mi riferisco a chi fa la dieta perché ha problemi di salute anche collegati al peso. Ho troppo rispetto per tutte le forme di malessere altrui e non mi permetterei mai.

Mi riferisco a tutte coloro (perché sono quasi sempre le donne) che fanno la dieta, non mangiano alle cene, si privano di piaceri (eh sì perché il cibo e il mangiare e bere in compagnia è uno dei piaceri della vita). E poi? E poi magari ricominciano a mangiare (e ad ingrassare) fino alla prossima dieta.

La dieta (se necessaria) andrebbe fatta una volta nella vita. Poi, una volta persi i chili di troppo, bisognerebbe mantenere uno stile alimentare sempre. Senza troppe privazioni e anche con qualche gratificazione!

Le mie personali regole:
- colazione abbondante. Io vario tra (i) latte e caffè con corn flakes, 2 fette biscottate con miele e 2 kiwi; (ii) caffè, yogurt greco con miele e frutta secca, 2 kiwi, oppure, nei periodi di festa o se ho un dolce in casa (iii) fetta di torta, panettone o colomba, caffè e frutta. 
- spuntino a metà mattina, a scelta tra: mela, yogurt, baretta, succo d'arancia.
- pranzo: (i) panino (raramente), (ii) una zuppa, (iii) un primo, oppure (iv) sushi. Raramente mangio solo un'insalata perché poi mi resta la fame e preferisco il primo al secondo.
- spuntino a metà pomeriggio: insalata di frutta o yogurt
- cena: sempre leggera. Bistecca/pesce e verdure oppure minestrone e formaggio leggero. 
Durante la settimana evito alcolici e dolci e se prendo il dolce lo assaggio o lo divido con qualcuno e poi magari salto lo spuntino del pomeriggio.
Se vado ad un aperitivo poi non ceno.
Se prendo la pizza aggiungo la birra ma evito il dolce. A volta prendo la pizza senza formaggio soprattutto se è sera.
Se esco a cena o vado ad una festa, mangio e bevo senza problemi e poi sto un po' più attenta il giorno dopo.
E soprattutto mi gratifico. Mangio, tra le cose che io reputo sane, quelle che mi piacciono e se mangio non ho mai sensi di colpa.
Evito se posso di restare davanti al pc ma esco a fare una passeggiata anche se per poco.
Ogni tanto faccio i fioretti. Tipo un mese senza alcol, un mese senza dolci, ecc. Non è impegnativo e fa bene.

Le diete iperproteiche danno risultati ottimi nel breve periodo ma alla lunga appesantiscono il fegato.
I grassi e gli zuccheri vanno moderati ma mai eliminati. I carboidrati sono la benzina per il nostro motore...mai lasciarlo completamente a secco.

Che altro? Se avete voglia di un gelato...non prendetelo alla frutta. Alla crema è più buono:-)