mercoledì 26 febbraio 2014

l'aria dello stretto....

Pare che ce l'abbia io...non ho mai capito se sia un complimento ma credo di sì.
Vuol dire l'aria di chi è fiero di essere isolano. Solo chi attraversa lo stretto per raggiungere la casa può comprendere la meraviglia di vivere in un'isola come la Sicilia! Non l'ho detto io (anche se lo penso) ma tale Leonardo Sciascia.
Che avevo l'aria dello stretto me lo diceva la mia compagna di stanza di qualche post fa (Sorridevamo...).

Ci siamo ricordate di quell'episodio e ci siamo accordate per scrivere due post (quasi in contemporanea).
Ecco la sua versione e il suo blog che è Stupendo!


http://www.federicantico.net/2014/02/voi-fate-oggi-la-rivoluzione-arancione.html

sabato 22 febbraio 2014

Riderà, riderà, riderà...

Tu falla ridere perché ....riderà, riderà, riderà ha pianto tanto insieme a me!
A parte il fatto che ci sarebbe da chiedersi perché con lui piangeva, oggi credo di avere riso di gusto come non mi accadeva da tempo!
Non c'è niente di meglio di una bella risata...soprattutto quando è spontanea, improvvisa e non provocata da qualcuno che vuol far ridere (anche se spesso ci riesce).
Anche se sei triste, pensieroso e persino avvilito, ci sono momenti in cui non si può fare a meno di ridere. 

Questa mattina di ritorno a casa dall'ikea (dove mi ero recata per contenere i danni provocati da un'improvvisa crisi di astinenza da shopping) vedo entrare, in una tangenziale semi vuota, un carro funebre. Davanti a me c'era un ragazzo in scooter, che se l'è trovata all'improvviso davanti.
Mi sono detta: poverino chissà cosa farà! Ma lui non si è perso d'animo: ha rallentato, ha staccato una mano dal manubrio e se l'è velocemente poggiata sui gioielli di famiglia. Così ha proseguito per qualche minuto e poi ha ripreso la sua normale andatura.
Un grandissimo! 
Non riuscivo a smettere di ridere e ho riso proprio di gusto per 10 minuti buoni fino a dimenticare tutte le scemate che avevo appena comprato all'ikea!

domenica 16 febbraio 2014

Ma l'hai vista?

Così mi ha detto George quando scherzando (lo giuro scherzavo!) gli ho detto che sospettavo una forte simpatia...tale da poter diventare altro, tra lui e una collega che chiameremo M.
Sembra che questa M. sia una ragazza molto piacevole e che tra lei e George ci siano frequenti chiacchierate sui massimi sistemi, scambio di consigli su letture con annessi regali. E addirittura visite serali in ospedale. Eh sì, mi trovavo fuori per lavoro a Livorno qualche mese fa, quando ricevo la telefonata di George che tutto allarmato mi comunica che M. era stata ricoverata d'urgenza per un problema all'intestino. Non so se per la profonda amicizia che li lega (!) o se per il fatto che Geroge è in effetti un esperto del tema, poiché poverino (ed è l'unico pensiero gentile che in questo momento mi sento di avere nei sui confronti:-) da anni soffre di una malattia cronica proprio all'intestino con la quale ha imparato a convivere anche dispensando consigli a destra e a manca, fatto sta che si è sentito in dovere di andarla a trovare in piena notte. Io con il mio perfetto stile british, ho detto: poverina, salutala tanto da parte mia. Anzi portale un regalo un libro (ne ho appena comprati alcuni) e dille che è da parte mia! 

Per natura sono poco romantica e per niente gelosa. Credo nell'amore (anche eterno se si trova un percorso comune e si decide di percorrerlo insieme!), credo che spesso sia più difficile tenere in piedi un rapporto o un matrimonio piuttosto che farlo finire alla prima difficoltà. Mai nella vita, giuro mai, mi verrebbe in mente di spiare, cercare password, frugare nelle tasche o nel cellulare di George.
Trovo tristissimo arrivare a farlo perché vuol dire che per altri motivi si è già al capolinea. Se un uomo (o una donna) ti tradisce e tu decidi di non passarci sopra, a che serve avere conferme, a che serve umiliarsi ancora. Il sospetto è il segno inequivocabile che c'è qualcosa che non va ed è sul quel qualcosa che bisognerebbe lavorare prima di improvvisarsi Sherlock Holmes!

Sono piena di amici uomini, sia per lavoro che per amicizia, mi è capitato di uscirci a pranzo o a cena e mai mi è venuto in mente di dire a George che sono con un'amica! Il mio migliore amico è un uomo (ciao Max!), è stato nostro testimone di nozze ed è anche un grande amico di George. Mai George si intromette nella nostra amicizia né io mi intrometto nella loro.

Proprio per questo difficilmente mi capita di dire a Geroge: sai Max mi ha consigliato questo libro, sai Max ha questo problema e men che meno scappo in ospedale perché Max è stato ricoverato. Vabbé lo ammetto questo sarebbe difficile considerato che Max vive a 1200 km da noi.
Semplicemente le mie chiacchierate con Max o con qualunque altra amica o amico non sento il bisogno di riferirle.

E allora mi chiedo perché George sente il bisogno di raccontarmi: sai M. (lo so si chiamano tutti con la M., compreso George. È il mio destino!) mi ha consigliato questo libro, ecc.
E soprattutto perché Gerorge ha tenuto a precisare che M. fosse un cesso? Eh sì perché finalmente ieri pomeriggio l'ho conosciuta. È magra, giovanissima e per niente brutta! 
È stata molto gentile e ci ha tenuto a precisare (excusatio non petita.....) che George parla sempre sempre di me! Cosa dice ed in che termini non é dato saperlo.
Comunque cara M. ti vorrei dire che Gerorge non si muove da qua!

mercoledì 5 febbraio 2014

Sorridevamo....

Mi è rimasta impressa la frase di chiusura di un film che ho visto una vita fa.....'se guardiamo le vecchie foto ci vediamo brutti, con orrendi cappelli e vestiti fuori moda, ma sempre sorridenti'.
È vero. Quando guardiamo le vecchie foto, soprattutto se foto di feste o di riunioni tra amici, ridiamo pensando a come eravamo tremendi!
Negli ultimi anni però da quando si sta diffondendo a macchia d'olio il culto del Vintange, del recupero delle cose delle nonna, del ritorno alla moda di tante cose che normalmente sarebbero finite nel dimenticatoio, mi capita sempre più spesso di pensare: 'caspita chissà che fine ha fatto quel cappotto' oppure: 'quel maglione sarebbe di gran moda, lo dovrei recuperare...'.

Io sono una patita non tanto della moda, anzi credo di avere un mio stile personale che va al di là della moda, quanto dell'abbigliamento e più in generale di tutto quello che si indossa. Per anni l'ho vissuto come un complesso. Pensavo: ma io sono una persona intelligente e colta, io dovrei pensare ad altro, io non devo fare la parte della frivola. Adesso, poiché tutto il resto continuo a farlo, poiché mi sento tutt'altro che frivola, poiché provare, curiosare, cambiare, e infine vestire, mi rilassa e non fa male a nessuno, ho fatto pace con me stessa. È la mia passione e se risulto frivola chissenefrega! 

La mia non è voglia di accumulare, di avere tante cose o peggio ancora di comprare. Quando sono fuori (e a volte anche a Milano), sono capace di passare ore entrando e uscendo da negozi, che non conosco, senza comprare uno spillo. A me piace guardare e curiosare.
Lo stesso faccio con le persone. A volte sui mezzi pubblici osservo le persone che non si preoccupano proprio di come sono vestite. E in fondo le invidio. Invidio soprattutto chi è a suo agio anche se secondo me è vestito malissimo. 

Trovo che vestirsi in modo originale, fregarsene della moda e del contesto, se non si esagera, sia segno di personalità.

Quando sono entrata nel mondo del lavoro, ad esempio, pensavo che fosse giusto vestirti con tailleur e décolletés. Adesso credo che l'importante sia vestirsi bene e in modo adeguato all'ambiente. E che molto più di un vestito fuori moda o brutto pesi la sciatteria. Chi non si cura di sé stesso é in fondo poco rispettoso di sé stesso ma anche degli altri. Chi dice io me ne frego, sto bene così, sono comoda, ecc. sa perfettamente di essere fuori luogo altrimenti non avrebbe ragione per giustificarsi. Una volta c'era l'abitudine (che molti hanno anche adesso) di cambiarsi a casa. Tanto a casa non ci vede nessuno e possiamo stare comodi (che è diverso da sciatti!) mentre fuori dobbiamo per forza stare in ordine. Secondo me dobbiamo stare in ordine e comodi sempre....fuori e dentro casa. Senza per questo doverci omologare o perdere la nostra personalità.
Il modo in cui appariamo è il nostro biglietto da visita. Certo che poi ci faremo conoscere meglio e apprezzare per le nostre qualità, ma dobbiamo essere accoglienti, invitare chi si relaziona con noi ad andare oltre l'apparenza. L'apparenza solo a volte inganna....nella maggior parte dei casi è solo la parte esteriore di quello che c'é dentro.

Ho avuto tante compagne di stanza da quando lavoro, con tutte sono rimasta in buoni rapporti e spesso anche molto amica. Una di queste era il mio mito perché appunto se ne fregava - solo apparentemente - del look. E poteva apparire trasandata. In realtà era tutt'altro che così ed infatti sono pochi quelli che non sono andati a fondo e non l'hanno conosciuta e apprezzata per le sue stupende qualità di professionista, scrittrice, fotografa e - soprattutto - dispensatrice di perle di saggezza a tutte le amiche!

Adesso che il look alternativo è stato sdoganato con buona pace del tailleur e delle décolletés, che però si possono sempre combinare, mischiare e reinventare, lei sarebbe ed é attualissima. Invece, quando eravamo ragazze, il nostro capo dell'epoca mi diceva nel suo meraviglioso toscanaccio: é un bel tipino se solo si vestisse in modo più sobrio. Ed io l'amavo ancora di più perché pensavo a quanto avrei voluto io (ma con il tempo ci sono arrivata) dismettere quello orrendo tailleur con tanto di fularino (che sembravo Irene Pivetti ai tempi in cui era presidente della Camera) e vestirmi come lei!

Fu stupendo e ancora oggi rido se ci penso, quando si presentò con un tailleur pantalone di velluto rosso/arancio e il suddetto capo le fece gentilmente notare che non era adatto all'ambiente. Qualche giorno dopo nei corridoi del Tribunale abbiamo visto una ragazza vestita in modo simile e lei mi disse: dillo a ....che non sono la sola ad usare questi colori. Solo che io le feci gentilmente notare che la persona che mi indicava non faceva l'avvocato ma l'addetta ai 'giri in tribunale' (in poche parole, il fattorino). E quindi era anche fin troppo elegante.
Abbiamo deciso di non riferire del nostro incontro al capo ma oggi siamo certe che la mia amica e collega non era inadeguata era soltanto avanti! 
Oggi nessuno le direbbe nulla per quel tailleur se non un: 'dove l'hai comprato '?