giovedì 25 settembre 2014

Merci pour ce moment

Mi sono sempre chiesta, soprattutto nel caso delle coppie 'reali', cosa potesse spingere una donna indipendente e affermata a legarsi ad un uomo (principe o futuro re) con una vita privata inesistente. Dentro di me ho sempre pensato: ma se hanno la loro vita perché devono perderla? Perché devono rinunciare alla loro libertà? Perché devono vivere sempre sotto i riflettori?
Se questo infatti puoi essere 'utile' a chi non ha nè arte nè parte o a chi è molto giovane (pensiamo alla fidanzata del nostro ex premier o alla moglie del futuro - se mai ci arriverà - re d'Inghilterra) non riesco proprio a comprenderlo per chi potrebbe vivere e far carriera lontano dai riflettori e soprattutto liberamente. Sarà l'amore? È possibile!

Ma quello che proprio non comprendo è cosa possa spingere una donna intelligente (ma lo stesso varrebbe per un uomo) a buttare in piazza i propri sentimenti. A lavare i panni sporchi in pubblico. Non c'entra niente con il volere essere famose. Ci sono milioni di donne famosissime e affermate che non scrivono libri sui loro fatti privati, che non scrivono lettere ai giornali e che - nei limiti del possibile - tengono separata la loro vita privata da quella 'necessariamente' pubblica.

Non ho letto il libro di Valerie Trierweiler (ma l'ho appena prenotato su Amazon) e quindi non posso giudicarne i contenuti ma quello che posso giudicare è il gesto. Un gesto che non è isolato ma ne segue altri. Tutti caratterizzati da pochissima riflessione, molta voglia di mettersi in mostra, pochissima sensibilità, nessun rispetto per il prossimo e per il proprio compagno (e il suo passato). Insomma l'ex (quasi) signora Hollande non ha nulla della first lady (Veronica al suo confronto era un raro esempio di riservatezza e compostezza) ma appare come una donna poco intelligente e impulsiva. Non parliamo di una ragazzina sprovveduta, parliamo di una giornalista, di una che l'arte della comunicazione dovrebbe conoscerla bene.

Nessun giudizio sul fatto che sia diventata l'amante di Hollande anzi é apprezzabile che lui si sia poi separato e che l'abbia presentata al mondo come premiere dame nonostante non fossero sposati e lei di non potesse avere questo ruolo ufficiale.

Valerie avrebbe dovuto fare quello che fa una first lady senza esporsi troppo, soprattutto in ambiti che riguardavano la scena politica occupata dal marito.
E invece no. Ha esordito via Twitter dando pubblicamente il suo sostegno al rivale di Ségolène Royal durante la campagna elettorale per le elezioni legislative francesi. 
Qui vengono in mente due cose: la moglie di un presidente della repubblica non dovrebbe schierarsi apertamente con nessuno che non sia a sua volta sostenuto dal suo compagno, il quale compagno, peraltro - in quanto presidente della repubblica - non dovrebbe apertamente sostenere nessuno.
Ma a questo si aggiunga, e la cosa è ben più grave, che Ségolène Royal è stata per lungo tempo la compagna di Hollande e che è la madre dei suoi quattro figli. Un pò di rispetto, No?

Nel periodo in cui è stata vicina ad Hollande non si è mai distinta per discrezione fino a quando ha subito (non se ne era accorta prima?) un tradimento pubblico.

Tutte le donne, nessuna esclusa, l'avrebbero sostenuta e compresa se avesse sofferto in silenzio, se avesse preso atto di essersi messa con un cretino che gira in motorino non curante del suo ruolo; se fosse passata oltre giungendo alla logica conclusione che se lui le preferiva una giovane attrice probabilmente non la meritava.

E invece no. Malore melodrammatico, ricovero e libro-scandalo (scritto in poche settimane).

Chissà perché adesso le donne sono meno solidali con lei?
 


martedì 16 settembre 2014

I nostri ragazzi

Primo film della nuova stagione visto con George in un sabato pomeriggio di questo settembre che si sta rivelando il mese più piacevole di un'estate che non é mai veramente iniziata.
Il film (regista: Ivano De Matteo - con Alessandro Gasmann, Luigi Lo Cascio, Giovanna Mezzogiorno e Barbara Bobulova) è liberamente tratto da un libro di Herman Koch (La cena, ed. Neri Pozza, 2010) e racconta la storia di due coppie della media borghesia romana che si trovano ad affrontare un dramma inaspettato. I figli, due ragazzi adolescenti, hanno picchiato fino al coma (cui seguirà la morte) una vecchia senza tetto sol perché era appoggiata alla macchina elettrica di uno dei due.

Il film, con attori bravissimi è lo specchio di una realtà vicinissima a tutti quelli che hanno figli adolescenti e che sono più o meni colpevoli di averli viziati, di non averli mai veramente responsabilizzati. Di proteggerli sempre e comunque.

Per i genitori di oggi se un figlio va male a scuola è colpa dei professori. Ai nostri tempi era colpa nostra e non si andava alle feste per punizione.

Per i genitori di oggi il fatto che i figli siano spesso maleducati ed indolenti, è normale. È l'età.

I genitori del film fanno di più o pensano di farlo. Si chiedono se sia giusto denunciare l'accaduto quando forse non si scoprirà mai l'identità dei colpevoli. 
Si chiedono se sia meglio insabbiare e fare finta che nulla sia accaduto oppure se sia meglio che i ragazzi paghino per quello che hanno fatto perché solo così cresceranno davvero.

I veri protagonisti del film sono proprio i genitori. I ragazzi per quanto insulsi e disadattati sono la loro espressione. 
Genitori che non hanno tempo, che colmano i sensi di colpa con i regali, che fingono che tutto vada bene anche se il figlio guarda fiction violente e sembra divertito.

I genitori sono i classici genitori d'oggi e oltre ad essere genitori rispecchiano, nelle diverse tipologie, perfettamente la realtà. Gli intellettuali, quelli che con il loro lavoro aiutano il prossimo (il medico e la moglie esperta d'arte) sono in fondo invidiosi della coppia più ricca e apparentemente cinica (l'avvocato con la moglie giovane e carina) che invece si rivelerà la più autentica. Ma dove è scritto che chi fa un lavoro ben retribuito debba per forza essere uno stronzo e dove è scritto che la di lui moglie debba per forza essere cretina?
Da nessuna parte....ma è questo che in fondo si pensa di queste persone. Sempre.

domenica 7 settembre 2014

L'altra

Durante le vacanze ho letto un bel libro (non avendo potuto fare la lista dei libri da portare sotto l'ombrellone, farò in un prossimo post - in controtendenza - la lista dei libri da tenere sul comodino).

L'altra, è un romanzo di Elvira Serra (giornalista del Corriere della Sera) edito da Mondadori che tutte le donne single incappate in una storia d'amore con un uomo sposato dovrebbero leggere.
Per sentirsi meno sole, per capire che i 'non posso', ' stasera non riesco', 'ti chiamo quando posso parlare' non li dice solo il 'loro' uomo ma tutti gli uomini impegnati. Perché è così che funziona, purtroppo. Perché un uomo impegnato ha un'altra vita strutturata con un'altra donna (che nel 90% dei casi ha scelto in quanto innamorato) e dei figli. 
Il traditore seriale forse è un più disponibile ma chissà perché, di rado ci si innamora perdutamente di un traditore seriale. 
Non posso qui indagare sui motivi che spingono un uomo sposato a cercare un'altra donna con la quale avere una relazione stabile (magari neanche la cerca).
Posso immaginare che alla stabilità di un rapporto di lunga durata nel quale l'innamoramento non è stato tanto forte da trasformarsi in amore, quest'uomo preferisca (direi giustamente) una storia di amore vero che torni a farlo vivere come un tempo. 
Posso immaginare che l'amore per la moglie non sia stato coltivato a dovere, che ci sia persi lungo la strada. Che non si sia cresciuti insieme.

Credo sarebbe ingiusto dire (soprattutto nei confronti delle donne che stanno dall'altra parte) che un uomo sposato superati i quarant'anni si innamori di un'altra donna per noia o per combattere la monotonia. Credo che si innamori e basta. Senza farsi troppe domande. Quelle arrivano dopo quando la storia si fa più seria.

Ho già detto più volte che il mondo è pieno di uomini liberi. Ci sono però uomini liberi molto meno attenti di quelli sposati. Gli eterni peter pan, per intenderci....

Insomma non c'è una regola ma quello che bisogna fare è cercare il più possibile di evitare le sofferenze. Sapere che la strada che si sta iniziando a percorrere potrà essere anche molto impervia e che il lieto fine non è sempre scontato.
L'amica dell'amica a cui è successo questo o quello non deve servire da alibi per giustificare errori e incaponimenti. È giusto invece sapere che ogni storia è a sè. È giusto sapete che potrà andare bene ma non è detto anzi la statistica dice il contrario.

C'è poi un altro punto di vista interessante. 
Una persona che conosco sta con un uomo sposato da sempre. Lui non si separa (non so perché) e lei non glielo chiede neanche più. Le va bene così. Sostiene che lei ha solo il bello di lui, che la loro storia è sempre una luna di miele e che in fondo il matrimonio e tutti i rapporti stabili diventano monotoni mentre il suo non lo è.

È una terza soluzione in effetti. Devo dire poco scelta dalle donne. Chissà perché ....