giovedì 25 luglio 2013

Disegnando....

C'è una scena carina di Sex and The City - il film (mi riferisco al primo perché il secondo era inguardabile) in cui durante uno dei soliti pranzi tra amiche, Charlotte, che è insieme a sua figlia Lily, prega le amiche di trovare un sinonimo alla parola sesso e a tutte le sue coniugazioni e accezioni. Carrie, ispirata da Lily (che sta colorando) propone COLORARE e aggiunge che Mr. Big quando colora esce spesso dai bordi!  

Non è però a questo tipo, e senz'altro originale, modo di disegnare a cui stavo pensando ma ai disegni dei bambini. 
I bambini iniziano a disegnare sin da piccoli, dapprima è solo un ammasso di colori (che potrebbe ricordare Vedova, Basquiat e forse anche Rothko), poi iniziano con l'erba, il cielo, il sole, la mamma e il papà e quando diventano più grandetti amano anche disegnare come Mr. Big, nel senso che colorano i quadernetti con i disegni da colorare. Per il resto...ci vuole ancora del tempo.

Trovo che sia un modo bellissimo per i bambini di esprimersi e di dare sfogo alla fantasia, non bisogna forzarli nè indirizzarli anche se disegnano cose senza apparente forma nè senso, anche se escono dai bordi.

Non sto dicendo nulla di nuovo tanto è vero che il disegno é un elemento fondamentale di analisi nella psicologia infantile.

Temevo che con l'avvento dei videogiochi, dei mini computer per bambini e dei cartoni animati no stop (sia su sky sia sul digitale terrestre) il disegno si fosse un po' perso e invece per fortuna vedo con piacere che i più piccoli continuano ad avere le mani sporche di pennarello e che passerebbero le ore a disegnare. Nei supermercati, nei ristoranti attrezzati per ospitare i bambini e in molti luoghi della grande distribuzione (tipo ikea) gli spazi dedicati ai bambini sono pieni di colori, fogli e disegni da colorare. Alle feste dei più piccoli si disegna tutti insieme e ci si trucca il viso (che è sempre una forma di disegno).
E anche ieri, recatami da Imaginarium per comprare un regalo, ho visto inviti rivolti ai bambini: portate i disegni dei vostri nonni per festeggiarli insieme a noi; sabato pomeriggio disegniamo tutti insieme!

Quando Giada era piccola ha sentito alla televisione la parola Talento e ha chiesto a George cosa significasse. Lui le ha spiegato che ha talento chi è bravo a cantare o chi è bravo in un'attività sportiva, insomma chi è portato più di altri a fare una determinata attività. Lei ci ha pensato un po' su e poi ha detto: allora io ho talento nel disegno!

A Milano mancano i cortili, spesso mancano anche luoghi dove scorrazzare in compagnia ma nè a Milano nè in nessun altra città mancheranno mai i colori! 

E allora proviamo a comprare e regalare più colori e meno videogiochi e teniamo in casa matite colorate (che non sporcano come i pennarelli;-) per i bimbi che ospiteremo.



Disegno fatto per me da Rebecca, la mia figlioccia!


martedì 23 luglio 2013

Dixit

Non scrivo da 10 giorni che, in effetti, per il mio standard è tanto. 
Luglio (col bene che ti voglio!) è un mese pesante. 
Intanto il fisico sente la stanchezza di un anno di lavoro aggravata dal caldo, poi io tutti gli anni a luglio faccio i miei controlli medici (niente di che ma é sempre un pensiero) e vado a Roma per un impegno di lavoro fisso. E poi luglio é un mese pesante per il lavoro perché bisogna ultimare tutto prima della pausa. Perché mai poi.....ma è così.
Non voglio scrivere il blog nei ritagli di tempo ma voglio dedicargli del tempo, perché è una mia creatura e come tutte le creature va accudita e curata con amore.
Ho tante cose che vorrei mettere giù e lo farò senz'altro. 

Questa mattina camminando per Roma ho visto su un palazzo vicino alla stazione la pubblicità di una Mostra (almeno credo fosse una mostra perché ho cercato velocemente su Internet e non ho trovato nulla) dal titolo dixit.
Credo si tratti della raccolta di frasi celebri pronunciate da personaggi altrettanto celebri.
Ne ho trascritta qualcuna: 
- solo coloro che hanno tempo per la loro sapienza dispongono del loro tempo. Alzi la mano chi non conosce qualcuno che dice: mi piacerebbe leggere ma non ho tempo :-(
- nulla tanto sfugge al controllo dell'uomo impegnato quanto il vivere; davvero non c'è realtà che ci sia più difficile conoscere. Ma vivere cosa vuol dire? E vivere non é detto che sia vivere bene.
-  la solitudine è per l'anima ciò che il cibo è per il corpo. L'anima bisogna nutrirla e non bisogna avere paura della solitudine. Il paragone è bello perché non ci dice che dobbiamo stare sempre soli, come d'altra parte non dobbiamo sempre mangiare, ma soltanto che dobbiamo trovare nell'arco della nostra giornata del tempo per perderci nei nostri pensieri. 
- frequenta quelli che potranno renderti migliore, accogli quelli che tu potrai rendere migliori. Insegnando gli uomini imparano. Questa è la mia preferita. L'amicizia è scambio, è arricchimento, è generosità.

Lancio un gioco: chi ha detto queste frasi?

sabato 13 luglio 2013

Cucina.....che ti passa!

Tempo fa un'amica mi ha chiesto: fai yoga? Vorrei un consiglio su qualcosa da fare per rilassarmi. E io le ho risposto: ma quale yoga. Devi cucinare!
È vero che negli ultimi anni in TV ci sono un numero spropositato di programmi di cucina. Ma io li guardo poco....perché quello che più mi piace e mi rilassa è fare da me. Cucinare, inventare, assaggiare e avere ospiti a cena.
Non posso dire di essere una cuoca eccellente, ma - come direbbe il mio amico Marco - la mia cucina è made with love!
Mi rilasso da morire...tanto in effetti da dimenticare ogni tanto qualcosa sul fuoco. George dice che faccio troppe cose insieme. Ma quella sono io è non mi si può cambiare.
La mia passione per la cucina è nata da grande. Da quando vivo da sola a Milano. Da ragazza sapevo fare bene i dolci e infatti mia madre mi assoldava se aveva ospiti, ogni tanto preparavo qualcosa (una volta vinsi anche il primo premio ad una gara organizzata dal gruppo dei colleghi e amici dell'università: crêpes agli spinaci!) ma non ero ancora arrivata a leggere libri di cucina né a frequentare corsi.
A Milano invece nella mia casetta da single e anche adesso (ormai da un secolo non vivo più da single, in effetti!) ne organizzo tante, sperimento e mi diverto da morire.
Ho trasmesso la mia passione a Giada che è una maga dei dolci. Anche George se la cava e ogni tanto mi fa qualche sorpresa....io lo chiamo Gualtiero perché assume le vesti del grande chef tanto da non potere neanche rispondere al telefono o aprire la porta, sporca mille cose - tra pentole e utensili - e ca va sans dire, non pulisce. D'altra parte lui è Gualtiero!

Ma quello che più mi piace è che ho scoperto che tante mie amiche, ciascuna a modo suo, hanno un bel rapporto con l'arte di cucinare. E pur essendo prese da meeting, conference call e impegni di lavoro e di famiglia, davanti ai fornelli e in cucina sono loro e basta!

Eccole con passioni e specialità:

Barbara sperimenta, dice sempre che l'esperimento non è riuscito e invece le cenette a casa sua (che organizza quanto torno a Messina a Natale) sono una meraviglia!
Alessandrina, ama cucinare cose che devono stare sul fuoco almeno due giorni! È capace di non risponderti ad una mail per giorni, ma se le chiedi una ricetta o le chiedi il menù dell'ultima cena che ha fatto, interrompe anche una riunione con Letta. Ricordo ancora la prima ricetta che mi ha dato: cosce di pollo con pomodorini e pancetta. Le faccio ancora.
Claudia, sempre avanti, è stata addirittura intervistata da Capital. Conservo ancora la rivista. La ricetta era Paté di porcini! 
Barbara, sostiene che non potrebbe vivere senza i piatti pronti di sua madre, ma poi scopri che con le sue bambine, cucina, sperimenta e fotografa i piatti!
Paola, cucina benissimo le specialità pugliesi. Ed è stata l'unica che è riuscita a far mangiare le verdure a George!
Sabri, prepara buonissime cene a base di pasta con la 'nduia e salsiccia con patate. Una volta una sua ospite ha detto: abbasso il finger food!
Carmi, torna distrutta dal lavoro e prepara dolcetti con sua figlia Lauretta. Li ho visti su Facebook. Non posso dire se sono buoni ma sono bellissimi!
Francesca, è la migliore padrona di casa che esista al mondo. Per un suo compleanno le ho regalato un corso di cucina. Cena romantica in vista del San Valentino. Ci siamo divertite tanto ma non abbiamo mai messo in pratica, almeno non per San Valentino, perché il 14 febbraio suo marito era fuori per lavoro ed io ero sola in un albergo di Catanzaro a studiare per un'udienza del giorno dopo!
Antonella, mi ha fatto riscoprire il piacere di provare, sperimentare e fare dolci. È curiosissima su ingredienti e procedimenti, poi vuole sapere com'è venuto e ti dà tanta soddisfazione. Io faccio le foto e gliele mando.
Milena, dice di usare molto il bimby ed in effetti lo usa. Io però ho il bimby da 15 anni e le cose non mi vengono così buone. Le sue ultime polpettine di pesce erano uno spettacolo! 
Cristina, prepara la ghiotta di pesce spada più buona che io abbia mai mangiato. Ma il suo forte sono le merende natalizie: dolci meravigliosi e tea. Sembra di essere a Buckingham Palace.

E poi ci sono quelle che pur non avendo una vera e propria passione hanno un rapporto particolare con la cucina e il cibo.
Nati, che al ristorante ordina sempre qualcosa che abbia a che fare con la Sicilia, e che raggiunge la pace e la serenità interiore quando sparecchia e mette in ordine in cucina. Guai a chiederle se vuole aiuto.
Ale, che anche se spesso fa cucinare Nonna Teresa e Nico, è la regina della cucina (nel senso che ha una dispensa regale!) Ale mi mancano le nostre cenette nella tua casa sulla darsena ma ancora di più la colazione nella tua cucina di Bari. 
Franci, se tu fossi anche una cuoca saresti perfetta. La perfezione non è di questo mondo e io ti amo così come sei.  In fondo che bisogno c'è di cucinare se c'è Adriana! 

E per concludere, una volta ho letto un articolo di Lina Sotis che parlava bene di Cosenza. Il titolo era: vai a Parigi? Antico sei, a Cosenza devi andare! E io dico: per rilassarti fai yoga? Antico sei, cucinare devi!

Ps due sono le persone che mi hanno trasmesso l'arte del ricevere e l'amore per la cucina. Santa, detta Santuzza, la mamma del sopracitato Marco, le cui feste estive erano una meraviglia. Tutto fatto con amore e curato in ogni dettaglio. Noi eravamo ragazzini ma io osservavo e pensavo: da grande voglio essere come lei. Adesso Marco ha dei locali qui a Milano, si chiamano California Bakery. Da loro, grazie a lui - che senz'altro ne ha preso da Santuzza - e alla dolcezza di sua moglie, tutto è Made with Love. Fanno una cheese cake spettacolare! 
E poi Marisa, amica di mia madre e nostra dirimpettaia a Messina. La sua non è cucina è poesia. Non ti stancheresti mai di guardarla cucinare, la sua cucina è più bella di un negozio di arte antica e il suo gelo di melone è il dolce più buono dell'universo.

Ps 2 adesso sperimenterò per la prima volta l'hummus. Mi devo sbrigare perché l'ho detto ad Anto e tra poco vorrà sapere com'è venuto.

Ps 3 questo è il mio ultimo esperimento. Sembra buono vero?


lunedì 8 luglio 2013

Siamo uomini...non canguri!

Il marsupio è una protuberanza del corpo di alcuni esemplari femmine di mammiferi, detti appunto marsupiali, che consente di trasportare i piccoli della specie in questa sacca, posta sopra l'addome. I "marsupiali" sono mammiferi che generano cuccioli non del tutto formati, che devono dunque completare il loro sviluppo nel marsupio, appunto. (Fonte Wikipedia).
Fatta questa precisazione di carattere scientifico, ogni anno in questa stagione o comunque durante le vacanze mi chiedo: perché?
Perché si incontrano dovunque uomini (non ragazzi, ma uomini) con il marsupio? 

Il marsupio come porta oggetti è nato credo intorno agli anni '80 perché era comodo e divertente e soprattutto era un accessorio sportivo che poteva essere usato, al posto dello zaino, durante un gita, un'escursione o in vacanza.

Poi si è diffuso e - come lo zaino - ha avuto le sue versioni in pelle e griffate. Ma come tutte le cose di moda ha fatto il suo tempo (gli anni '80 sono passati da un secolo!) e, in ogni caso, anche quando era di moda era destinato ad un pubblico gioooovaneee!

E invece no! Ancora oggi, non solo in vacanza, ma anche in città si incontrano uomini con il marsupio e, per aggiungere orrore all'orrore, in bermuda.

Ora vorrei chiarire una cosa. Il bermuda, come la tuta, è un capo di abbigliamento che ha una sua specifica collocazione. L'uno la palestra e l'altro la spiaggia o, al più, una località di vacanza.

In città non c'è mai un caldo pazzesco perché, a meno che non si stia un'intera giornata in mezzo alla strada, tutti i restanti luoghi, dai locali ai negozi ai mezzi pubblici, sono freschi se non addirittura freddi.

Tornando al marsupio, e dopo aver chiarito che è orrendo e antiestetico al pari del borsello, mi chiedo a cosa serva. Perché ci sono uomini che non lo usano? Cosa si mette dentro che non può entrare nelle tasche di giacche, giubbotti o pantaloni (lunghi)? Nulla!

E allora i signori uomini si ricordino quanto sopra, loro non sono dei marsupiali e - mi si passi la volgarità - non hanno bisogno di altre protuberanze. Prendete il coraggio a due mani e buttate via il vostro vecchio marsupio invicta o eastpak....poi vi sentirete meglio e soprattutto più leggeri.

Dove mettere le cose? Se si va al lavoro si può usare una 24ore o una borsa porta documenti. Se si è in giro per la città, per il portafogli e il cellulare bastano e avanzano le tasche!

lunedì 1 luglio 2013

Attenzione! Bambini a bordo.....

Tempo fa ho letto da qualche parte che in aereo ormai pochissime persone prestano realmente attenzione alle istruzioni di sicurezza che gli assistenti di volo illustrano subito prima del decollo.
Tanto è vero che qualche compagnia aerea aveva pensato di farle illustrare da assistenti di volo nude (o nudi)!

Sempre più spesso inoltre - forse per evitare la frustrazione di parlare ad una platea distratta e disinteressata - le istruzioni di sicurezza vengono illustrate in un video. 

Anche su Pegasus Airlines, la compagnia low cost turca, le istruzioni di sicurezza vengono illustrate in un video dove i protagonisti sono bambini vestiti da assistenti di volo che parlano a passeggeri anch'essi bambini che ascoltano attenti, mettono in pratica e fanno morire dal ridere. E quando si è pronti per la partenza arriva immancabile il saluto del capitano, un bambino dallo sguardo furbo, ca va sans dire!

In effetti il video l'ho guardato ma non posso proprio dire di averlo seguito con attenzione perché distratta dalla simpatia dei bambini.

Questo è il rischio che si corre quando per raggiungere un obiettivo si usa un mezzo troppo bello o troppo particolare; il risultato che si rischia di ottenere è che il mezzo ottiene più successo dell'obiettivo.
Accade così quando una pubblicità è talmente bella da far perdere di vista il prodotto, quando si mette  talmente cura nel particolare da far perdere di valore al risultato complessivo. Per dirla in poche parole, quando - e accade spesso - si perde l'obiettivo. 

Anche nella vita dovrebbe essere così: l'obiettivo deve essere sempre lì a ricordarci che stiamo lottando per raggiungerlo ed è fondamentale non perderlo mai di vista. Alzi la mano chi non si è trovato a chiedersi ma io perché sto facendo questo? Talvolta per raggiungere un obiettivo ci si disperde in mille rivoli e strade secondarie. Ogni tanto è importante fermarsi, riprendere fiato, mettere a fuoco l'obiettivo e rimettersi in carreggiata per arrivare a raggiungerlo. Oppure se l'obiettivo sfugge e continua a sfuggire forse non era un vero obiettivo e bisogna (sempre che lo si voglia) darsene un altro.

Il mio obiettivo in aereo è quello viaggiare tranquilla, chiudere gli occhi e pensare ai fatti miei....sul volo per Istanbul dopo aver guardato divertita il video dei bambini sono tornata alla triste realtà perché i bambini seduti nelle file avanti davanti....quelli veri, hanno iniziato a piangere:-(