sabato 26 ottobre 2013

Non ci sono più le mezze stagioni!

Il mese di ottobre è per molti il mese peggiore dell'anno. Soprattutto per chi come me vive al Nord e alla fine del mese di settembre deve fare il cambio degli armadi e tirare fuori il cappotto.

Il mese di ottobre è la vera differenza tra nord e sud. 

Infatti mentre al sud ad ottobre, nonostante non si vada più al mare (e non sempre è così!) e di tanto in tanto piove, c'è un clima mite e piacevole per tutto il mese, al nord spesso fa proprio freddo. Piove tutto il giorno, la mattina è buio e c'è la nebbia e a metà ottobre si accendono i riscaldamenti.

Quando vivevo a Messina il primo maglioncino si indossava durante le vacanze 'dei morti' e infatti lo scorso we sono stata giù e ho visto tutti girare in maniche corte.

A questo, per rincarare la dose, si deve aggiungere che sono stata spessissimo a Roma e ho fatto i conti con la famosa 'ottobrata' che quest'anno è stata più calda e piacevole del solito. 

È un fatto scientificamente dimostrato che il cambio di stagione unitamente al passaggio dall'ora legale all'ora solare (anche quello è arrivato e adesso farà buio alle 17 o anche prima!) porta disturbi dell'umore soprattutto in chi non ha una vita particolarmente dinamica. Non è il mio caso, nel senso che dovrei essere abituata a svegliarmi presto, a viaggiare, a cambiare ogni tanto fuso orario. Ma della sindrome da cambio di stagione sono affetta anch'io. Ad ottobre mi sento triste, svogliata e senza forze (negli ultimi anni questo fenomeno è stato un po' attutito dal fatto che a fine ottobre facevamo una breve vacanza in posti caldi ma quest'anno abbiamo preferito Cuba in estate e quindi niente viaggio autunnale!).

Ad ottobre mi sembra che l'anno stia già per finire e quindi rimando tutto all'anno successivo.....diciamo che vado in letargo per qualche mese.

Quest'anno però c'è stato un piccolo cambio di tendenza (che sembra stia per finire ma c'è stato). Milano ci ha fatto uno scherzetto! Il freddo è arrivato presto già a fine settembre. E quindi si è fatto il cambio di stagione, tutti giravano con cappotti e piumini e si attendeva con ansia il 15 ottobre perchè accendessero i riscaldamenti.  Poi tutto ad un tratto, è tornato un po' di caldo.

Ha piovuto e anche tanto ma non ha fatto freddo....e ieri - che finalmente c'era il sole - è stata una giornata piacevolissima. Ho giocato a tennis in maglietta senza maniche e la sera sono uscita senza calze; su questo tema dedicherò un blog a parte perché qui a Milano ormai sono tutte senza calze anche a dicembre! Ricordo che tempo fa vidi con Giada una bellissima ragazza vestita in modo delizioso con jeans e décolletés nere senza calze e dissi: che carina ma non avrà freddo? E Giada: ma è Bianca Balti. Ne ho dedotto che se sei particolarmente figa non sei soggetta alle variazioni climatiche ma soprattutto che io non sono particolmente figa!

Oggi è tornato il cielo grigio di sempre ma il buonumore di ieri non è ancora scemato del tutto e - come farebbe Bianca Balti - me ne vado in palestra! 

mercoledì 16 ottobre 2013

Post-it

Ho sempre amato fare le liste. Lista di invitati alle mie feste, lista di cose fare, lista del contenuto di un bagaglio, lista degli argomenti da studiare entro la fine della giornata (questa lista la facevo ai tempi dell'università :-). Si trattava però di un piacere fine a se stesso che aumentava all'ennesima potenza quando potevo SPUNTARE le cose fatte!
Adesso invece la lista da semplice piacere è divenuta una reale necessità.
Se non mi segno le cose non me le ricordo.
E così faccio liste dappertutto e su tutto. Ho le liste 'elettroniche' che faccio nelle task di outlook (adoro quando posso cliccare su 'segna come completata'), le liste nelle note dell'iPad e del BlackBerry, le cose da fare nel calendario di outlook, le liste scritte a penna sui blocchetti e blocchettini che possiedo di tutte le forme e misure (i miei preferiti sono i quadernetti colorati di Moleskine o i blocchetti che si comprano nei bookshop delle mostre). 

George sostiene che io non mi ricordo le cose (o meglio che le devo segnare!) perché ne faccio troppe. È vero sono multitasking ma quale donna non lo è. Sono gli uomini che possono e sanno fare una cosa alla volta, magari anche complicatissima, ma DEVE essere una! 
La moglie di Maurizio Crozza, attrice brava e simpatica come lui, una volta raccontò di aver chiesto al marito (che, per inciso, lei chiama come io chiamo il mio): Mauri, puoi guardare i bambini mentre faccio la doccia? E lui: tutti e due? 

Tornando alla memoria a mio avviso il problema è duplice. Sicuramente siamo diversamente giovani e la memoria non è più quella di una volta, e forse non è più esercitata come una volta, ma la vera causa è che oggi siamo costretti a memorizzare tante, troppe informazioni.
I codici di accesso per esempio. Una volta c'erano a malapena bancomat e pin del cellulare. Adesso ci sono più carte (anche le carte di credito hanno il pin) e - spesso - più cellulari. Un'infinità di password: dalla banca on line ad amazon, dal conto arancio a Facebook, e così via. 
Inoltre, le ragioni di sicurezza dei computer impongono di cambiare la password ogni 6 mesi e di non utilizzarne una uguale alle precedenti 5 usate. È evidente quindi come il posto per memorizzare il resto scarseggi. 
Anche gli impegni e le attività di cui ci si occupa, fuori e dentro il lavoro, sono sempre di più e il tempo è sempre lo stesso.
Insomma ci vuole sempre qualcosa (e non basta il nodo al fazzoletto) che ci ricordi che dobbiamo farne un'altra....questo qualcosa per me è quasi sempre il piccolo suono del calendario di outlook senza il quale 'zomperei' (come dice un mio collega) più di metà delle cose che faccio.

George no. Lui non ha un'agenda. Si appunta le cose su post-it volanti oppure mette le carte o le cose che gli servono in posti visibili in modo non si possa non ricordare una cosa che deve fare. Ovviamente con questo metodo se ne dimentica più della metà ma non si arrabbia....l'ho dimenticato....e allora? È la sua frase tipica.
Che non abbia ragione lui?





martedì 15 ottobre 2013

Shopping? No, grazie

Qualche mese fa, durante una tiepida sera di inizio estate, mi trovavo con 3 amiche in pizzeria e una di loro ha proposto di organizzare un week-end insieme. Detto fatto! 
Mentre pensavamo a dove potere andare una di noi ha trovato su Groupon un'offerta a cui non potevamo sottrarci: visita guidata agli Uffizi! Non potevamo sottrarci, non tanto per la convenienza dell'offerta ma perché pur di non apparire frivola o - peggio ancora - incolta, nessuna avrebbe osato proporre, in alternativa, una SPA o un giro per outlet.
Siamo andate e siamo state di parola. Solo cultura!
Siamo partite da Milano di sabato mattina, arrivate a Firenze abbiamo appena avuto il tempo di lasciare le valigie in albergo e siamo andate agli Uffizi. La visita è stata molto piacevole ed è durata 2h (che sono volate....), dopo ci siamo trattenute ancora un po'. Prima di cena abbiamo fatto un giretto in centro. 
Qualche tentativo di shoppingare c'è anche stato ma è morto sul nascere. Poco tempo e forse anche poca voglia. 
La mattina successiva alla buon ora siamo andate a Palazzo Pitti. Abbiamo visitato la Galleria Palatina, gli appartamenti dei Medici e la Galleria d'arte Moderna. E abbiamo visto anche una mostra temporanea: 12 capolavori Impressionisti direttamente dalla Gare d'Orsay (il museo che amo di più al mondo!). Non contente, dopo un pranzetto toscano spolverato da qualche tartufo (la sera prima avevamo mangiato una fiorentina di 800 grammi!), siamo andate a piedi a vedere la Cappella Brancacci: uno dei gioielli del Rinascimento Fiorentino. 

Soltanto nel pomeriggio di domenica ho ricevuto il messaggio da una cara amica pisana che diceva testualmente: se volete deviare dalla cultura in via....c'é un outlet molto carino! 
Non ci potevo credere. Era la via del nostro albergo. 

Milena, che è stata la nostra guida a Firenze (si orienta meglio che a Messina, sua - nonché mia - città natale), fatto un rapido calcolo dei tempi necessari per raggiungere la stazione, ci ha dato 15 minuti. Le altre hanno desistito. Io invece li ho sfruttati tutti ma non ho comprato nulla!

Ps a dire il vero un piccolo acquisto l'ho fatto. 
Sempre Milena ci ha portato da Flor, un posto magico e suggestivo che definire profumeria sarebbe riduttivo. É un laboratorio di profumi, saponi, ed essenze per la casa. Si trova all'interno di un antico palazzo e si respira un'aria di altri tempi. Ho comprato dei piccoli dischetti profumati per la biancheria!

L'interno di Flor




La cappella Brancacci



domenica 13 ottobre 2013

Treno o aereo?

Sono a Roma...ci sono arrivata in 2h e 55min questa mattina.
Ultimamente uno dei dibattiti più diffusi tra colleghi (soprattuto quando uno di loro arriva alla riunione o in Tribunale da Roma) è se il viaggio Roma-Milano sia meglio farlo in treno o in aereo.
Se guardiamo al tempo che ci si impiega, forse in aereo ci si mette meno.
Il volo dura 50min e la distanza dagli aereoporti é di c.ca 40min dal centro per Fiumicino e 20min dal centro per Linate.
Tutti i passaggi intermedi, come check-in e imbarco sono poi facilitati dal web-check-in e dal fast track presente sia a Milano che a Roma (cioè la linea dedicata per controlli di sicurezza e imbarchi che dovrebbe fare evitare le code).
Per cui se tutto - ma proprio tutto - va bene, in aereo ci si impiega 2h e 30min.

Resta però il fatto che, ritardi a parte (quelli possono esserci in aereo come in treno), basta un piccolo inconveniente, come ingorgo sulla strada per raggiungere il centro dall'aeroporto o pulmino in aeroporto invece di sbarco attraverso il finger, per perdere il tempo guadagnato ed impiegarci lo stesso tempo del treno.
È vero che anche in stazione bisogna arrivare ma le stazioni sono in centro e quindi il tragitto è di solito più breve e si può arrivare anche all'ultimo minuto perché non ci sono controlli di sicurezza nè altro.

La vera differenza a mio avviso, che per anni sono stata assidua sostenitrice dell'aereo e che ancora adesso lo prendo se torno la sera tardi o parto la mattina presto, è il modo di viaggiare e di impiegare il tempo. In treno ci si siede e si resta lì per il tutto il tempo che, andando in aereo, si impiega tra taxi e adempimenti aeroportuali. Se si vuole lavorare o leggere una cosa con calma in treno ci sono quasi tre ore per farlo e in aereo a malapena una.

Oggi per esempio mi sono seduta, ho tirato fuori le mie carte, l'iPad, la musica e il giornale e non mi sono più mossa. Tutte cose che ovviamente avrei potuto fare anche tra taxi (tranne leggere) e aereo ma quante volte avrei dovuto tirarle fuori, poi rimetterle in borsa e così via...?

E allora direi che è un modo diverso di viaggiare e di utilizzare viaggio. In treno più rilassato e meditativo, in aereo più dinamico e frettoloso.
Fateci caso...in treno le facce sono tranquille e rilassate...c'é chi dorme, chi legge, chi chiacchiera. In aereo arrivano tutti all'ultimo minuto, trafelati e al telefono (lo spengono solo quando passa l'hostess).

mercoledì 9 ottobre 2013

Anni felici

Ieri sera George ed io abbiamo ripreso la bella abitudine del cinema infrasettimanale. Il piccolo cinema vicino casa, il nostro 'cinema paradiso' ha una buona programmazione quasi sempre e il giovedì una rassegna di film d'autore.
Il film che abbiamo visto ieri, Anni Felici, di Daniele Lucchetti è stato descritto come la storia di una famiglia in piena evoluzione, come in piena evoluzione sono gli anni '70 in cui vive.
Le vicende dei protagonisti sono viste e narrate attraverso gli occhi del figlio maggiore: un bambino di circa 8 anni.
Se non fosse per la voce narrante e per il fatto che i due figli piccoli rappresentano per la madre un rifugio e un'ancora di salvezza (noi c'eravamo sempre ma nessuno si accorgeva di noi, dirà giustamente il narratore), il film, più che la storia di una famiglia, potrebbe essere la storia di una coppia, di due persone che pur amandosi, desiderandosi, cercandosi, devono prima trovare se stesse; sono però fagocitate dalla frenesia intellettuale e sessuale di quegli anni per potersi fermare e per trovare il tempo di guardarsi dentro.
È una storia malinconica e non particolarmente originale in sè ma è narrata in modo poetico e coinvolgente. I due protagonisti interpretano perfettamente l'atmosfera del tempo, sono bravissimi e molto compenetrati nel ruolo anche e soprattuto attraverso il trucco, i costumi e l'ambientazione.
Tutto è perfetto, dagli abiti a fiori alla Dyane 6, dai filmini in Super 8 ai capelli lunghi, dalle spiaggie nudiste alle performance artistiche.

Ho letto qualche critica secondo la quale nel film mancherebbe ogni riferimento agli anni di Piombo e mi sono detta: ma perché? È la storia intima di due persone non la storia di un'epoca. Se tutti i film ambientati negli anni '70 dovessero parlare degli accadimenti politici di quegli anni, allora vorrebbe dire che tutti i film ambientati negli anni '80 dovrebbero parlare del boom economico, quelli ambientati negli anni '90 delle stragi di mafia e quelli attuali della crisi.
La vita di noi tutti è senz'altro (a volte di più, a volte di meno, a seconda del ruolo e della sensibilità di ciascuno) influenzata da quanto accade fuori, dai problemi e dagli sconvolgimenti sociali e politici, ma resta il fatto che la vita di tutti i giorni va comunque avanti e spesso non subisce cambiamenti apparenti. 

Io non ho vissuto quegli anni perché ero ancora una bambina ma credo siano stati anni vivi e vivaci e, perché no, felici....sono stati anni di grandi conquiste, di grande fermento, di grandi ed epocali aperture, come la legge sul divorzio. Insomma anni di svolta e di rottura. Nel film c'è un po' tutto visto attraverso gli occhi di un bambino....che poi erano gli stessi occhi con cui io guardavo ammirata intorno a me e avevo un solo desiderio: diventare grande! 

domenica 6 ottobre 2013

Torta di mele di nonna papera? No, di Liuzza

La mia torta di mele è buonissima. Si fa in poco tempo e a mano, o meglio, con il cucchiaio di legno. Negli anni ho trovato e provato tante altre ricette ma la mia resta la migliore.
Non per vantarmi ma davvero non ricordo nessuno che non abbia fatto il bis!

La ricetta mi è stata data da Marisa, amica di famiglia e cuoca spettacolare, ai tempi della preparazione della laurea. Ricordo che i pomeriggi a casa a studiare, prima per la tesi e poi per l'esame di avvocato erano intervallati da una tazza di tea e una fettona (adesso mi devo accontentare di una fettina) di torta di mele.
A volte facevamo la variante con le pere che era altrettanto buona ma aveva una diversa consistenza e bisognava consumarla subito. La pera infatti è dolcissima e quindi sta bene in una torta (negli ultimi anni infatti si trova dappertutto la torta pere e cioccolato) ma resta più morbida ed più acquosa. 

Poi la ricetta è venuta con me a Milano ed è stata trascritta in un ricettario (il ricettario di casa), che deve avermi regalato qualche amica per Natale, adesso che avevo la mia casetta, ignara del fatto che quel ricettario mi avrebbe seguito da un trasloco all'altro, da una vita (da single) all'altra. La torta di mele è lì, la pagina è un po' sporchetta (sarà caduto il latte o il burro fuso) e, negli anni, si sono aggiunte tante altre ricette e fogli volanti. 

Un pomeriggio ho stupito persino la mia amica Alessandrina (che è una bravissima cuoca).  
Dopo un pranzetto domenicale eravamo rimaste a chiacchierare sul divano e io le ho detto: Hai voglia di una fetta di torta con il caffè? Si, mi ha risposto lei, ma si perde tempo! 
45 minuti dopo la torta eri lì, calda e profumata, sul tavolo della mia cucina. Non siamo neanche riuscite ad aspettare che si raffreddasse. Ale ha voluto subito la ricetta e credo che anche lei la faccia ancora.

Ecco la ricetta.
Ingredienti
100g di burro;
150g di zucchero;
1 bicchiere di latte;
4 uova;
300g di farina;
1 bustina di lievito per dolci;
1kg di mele;
scorzetta di mezzo limone.

Preparazione:
Fondere il burro a fuoco lento e mescolarlo con lo zucchero. Poi aggiungere un uovo alla volta e alternare  con un po' di latte e di farina, mescolando continuamente.
Infine aggiungere le mele tagliate a fette non troppo sottili (se si tagliano prima è consigliabile cospargerle con il succo di mezzo limone) e aggiungere il lievito e la scorza di limone. Cospargere con poco zucchero e riporre in una teglia con i bordi alti precedentemente imburrata e infarinata.
Forno a 180' per 30/45 min. 
Verificare se è pronta infilzando uno stecchino di legno al centro (se resta asciutto vuol dire che è pronta) e fare in modo che venga un po' dorata in superficie. 

Il mio oroscopo di questa mattina diceva: Non c'è niente di più scomodo di un pantalone stretto, perciò, in occasione del cambio di stagione, eliminate tutto ciò che vi va stretto e che fino ad adesso avete conservato in attesa di tempi migliori. Io l'ho interpretata così. Meglio una taglia in più che una vita di sacrifici!