lunedì 30 aprile 2018

Oman: diario di viaggio giorno sette

Visita al souk e al mercato del pesce.
Continuazione per un tragitto che si sviluppa lungo la costa.
Lungo il percorso si trovano le rovine della città di Qalhat.
Proseguimento per il villaggio di Tiwi.
Visita al Wadi Tiwi, spettacolare per il paesaggio e per i nove villaggi che si trovano all’interno.
Pranzo al sacco lungo il percorso.
Nel pomeriggio si riprende la strada in direzione di Muscat.
Sosta a Fins Beach, nota come la “spiaggia bianca” ed a Bimmah Sinkhole per osservare uno spettacolare cratere calcareo.
Arrivo al villaggio di Quriyat e sosta.



Dopo una cenetta con vista mare 🙃 siamo andati a vedere le 🐢
Spettacolo meraviglioso. Le tartarughe escono dal mare per deporre le uova e fanno due buche. Una vera e un’altra c.d. dell’inganno che serve a proteggere le uova dagli attacchi degli uccelli predatori. Poi lentamente, come ogni tartaruga che si rispetti, tornano in mare. 
Questo viaggio che volge al termine è stato pieno di colori: il rosso/arancio del deserto, il marrone/grigio delle rocce e delle montagne, l’azzurro del mare, il verde delle palme, il bianco della sabbia e di Muscat. Ma niente è stato emozionante come il buio e il silenzio nel quale abbiamo visto le tartarughe. 

La corsetta mattutina è durata poco. Sono andata in spiaggia in pigiama (non ho più nulla di pulito e le magliette super kitsch con la scritta Oman + cammelli che ho comprato sono di un cotone troppo pesante 😜). 
Correre sulla sabbia a piedi nudi è troppo faticoso ma a questo si è aggiunto che dopo soli 10 minuti mi sono imbattuta in un branco di cani apparentemente senza padrone. Hanno iniziato ad inseguirmi e mi si è fermato il cuore. Sulle prime ho pensato che morire in Oman avrebbe potuto anche essere originale ma poi ho pensato al fastidio che avrei creato al gruppo proprio al termine della vacanza. 
Sono tornata indietro piano piano sempre in compagnia dei suddetti 🐕 🐕🐕🐕🐕 e ho optato per una tranquilla doccia con relax vista mare e, a seguire, e scrittura del post. 
La giornata è proseguita con visita al suk delle donne di Sur. Ci sono solo tessuti, vestiti, cosmetici e gioielli. Gli uomini accompagnano le donne ma restano fuori in macchina ad attendere. Lo abbiamo proposto anche ai nostri pochi uomini ma non hanno accettato 😜
Poi altri giretti, incluso albero di incenso (l’incenso è un loro prodotto tipico), fino a Muscat dove abbiamo fatto l’ultima cena (si fa per dire) in un ristorante tipico omanita: abbiamo mangiato la Shuwa, agnello marinato e cotto sotto terra 😋
La vacanza è finita in una giornata con un caldo torrido. 

La vacanza in gruppo è uno studio antropologico. 
C’è chi fotografa in modo ossessivo, chi aspetta tutte le albe e tutti i tramonti, chi posta la vacanza su Facebook, chi ascolta la guida in silenzio religioso e fa ssss...se qualcuno osa proferire verbo, chi vuole sempre guadagnare mezz’ora sull’appuntamento del mattino -  a qualunque ora esso sia - chi critica per partito preso gli alberghi, chi si gode la vacanza in grazia di dio. Per fortuna in questo viaggio sono i più numerosi 😊😊


Adesso siamo in aeroporto. Stanchi ma felici 😀 

sabato 28 aprile 2018

Oman: diario di viaggio giorno sei

Continuazione per Wadi Bani Khalid, una bella oasi tra le montagne. Proseguimento verso la costa dell’Oceano Indiano.
Continuazione per Ras al Hadd, il promontorio più a est della penisola arabica che oggi è diventato un luogo protetto dove le grandi tartarughe verdi depositano le uova sulla spiaggia.
Sistemazione in bungalows in un resort sul mare e cena.
Dopo cena visita al parco delle tartarughe.



Dopo una cena buonissima nel Desert Nights Camp (la più buona della vacanza) sono andata a dormire presto e all’alba ho corso.
Bellissimo correre all’alba nel deserto. Non avevo portato nulla ma quando ieri sera mi sono accorta che il campo era grande e si poteva azzardare una corsa è stato più forte di me. Ho recuperato una mise di fortuna: pantaloni a tre quarti e canotta del giorno prima, fascia che di solito uso in bagno e scarpe da ginnastica. Non proprio adatte ma pazienza!
30 minuti bellissimi 🏃🏻‍♀️🏃🏻‍♀️🏃🏻‍♀️🏃🏻‍♀️

Colazione in giardino. Pane e marmellata di 🥀.
Abbiamo raggiunto Whadi Badi Khalid percorrendo una strada di montagna che diventava sempre più verde man mano che raggiungevamo la meta. 
Distese di Palme ci aprivano la strada, tra rocce e ruscelli naturali. 
Il luogo nel quale siamo arrivati è una riserva con piscine naturali tra le rocce. 
Nell’acqua ci sono i pesciolini che fanno il pedicure. È vero: mangiano le pellicine morte ed è un solletico molto gradevole. 
Partenza per Sur dopo un pranzetto ventilato. 
Sur la visiteremo domani. 
Questo pomeriggio è dedicato al mare con una tappa in un cantiere navale.  La produzione di barche di legno tipo velieri prima era altissima ma adesso sono barche che non acquista più nessuno. Al momento però ce ne sono 9 in produzione: sono state ordinate dal Qatar per i mondiali del 2020. 
Il nostro resort sul mare si chiama Turtle Beach Resort e si trova a Ras al Hadd un villaggio di pescatori. 
Dopo cena andremo a vedere le 🐢 marine.

Gli italiani continuano a viaggiare molto. Oggi alle piscine naturali c’era una famiglia di Torino e anche ieri al resort c’erano altri. italiani. 

La fine del viaggio si avvicina e siamo tutti un po’ stanchini anche se i ritmi non sono stati pesanti. 
Le persone sono tutte rosse in viso, meno attente al look e con capelli improponibili. 


Tutti sono arrabbiati con l’organizzazione 😂😂😂perché era stato detto che nel deserto e in montagna avrebbe fatto freddo e si erano portati maglioni e piumini (esagerati!!!). Anch’io, in effetti, sto tornando a casa con un’unica cosa pulita: un maglione blu. 

venerdì 27 aprile 2018

Oman: diario di viaggio giorno cinque

Sosta al tradizionale “mercato del venerdì”, il mercato del bestiame.
Passeggiata all’interno del variopinto souk.
Sosta per osservare il forte solo dall’esterno. Durante il nostro passaggio si verificherà se il forte sarà aperto, dopo un lungo restauro, per un’eventuale visita (ingresso non incluso).
Partenza verso il deserto di Wahiba.
Lungo il tragitto visita di Sinaw e Al Mudarib.
Pranzo in ristorante.
Nel pomeriggio arrivo al campo tendato “Desert Nights Camp”. Le stanze hanno le pareti in muratura con servizi privati e corrente elettrica.



più presto del solito. L’albergo era molto gradevole ma troppo grande. La mia stanza n.333 era dall’altra parte della piscina. Una lunga ma molto lunga passeggiata. 
La colazione buona e abbondante: ho trovato il porridge. 

Il mercato del bestiame dì Nizwa è molto caratteristico. Gli animali girano in tondo e le persone intorno fanno le offerte. Anche qui è di fatto un’asta. 
Poi siamo andati nel mercato di datteri, frutta e verdura e infine al suk. Bellissimo e molto caratteristico. 
Nizwa è la capitale storica dell’Oman dove si respira un’atmosfera vera. 
Una cosa caratteristica da acquistare sono delle ceste buone anche per il trasporto dell’acqua perché la base esterna è di cuoio. 
Poi le spade e i fucili. I fucili possono essere acquistati dalla gente del posto senza permesso ma - come ho detto- il paese è privo di violenza e molto sicuro. Le armi sono un retaggio dell’epoca rurale.

Pensavo che insieme al caffè si servissero solo datteri e invece oggi ho scoperto due varianti:
  • datteri con salsina al sesamo; oppure 
  • un dolce (che non può mai mancare in casa degli omaniti nelle occasioni speciali) fatto di acqua e zucchero (diventa quindi una gelatina), latte di mucca, zafferano, cardamomo (ma va?), amido, burro, uovo e mandorle. La più buona bomba calorica che abbia mai mangiato. Si chiama Omani Halwa.
Ho fatto anche un po’ di shopping 🛍

Pomeriggio nel deserto 🌵  🐫. Il campo tendato nel quale dormiamo è descritto dalle guide come molto bello. In realtà è bellissimo. 
Siamo andati a vedere il tramonto attraverso le dune (sembravano le montagne russe) e poi a piedi scalzi nella sabbia. 

I capelli nonostante i lavaggi sono come una scopa. Hanno preso sale in barca, terra nel gran canyon e sabbia nel deserto. 

Qualche curiosità:

Le insegne dei negozi sono in arabo e inglese (credo fosse così anche in Iran) e il supermercato più diffuso è Carrefour. 

giovedì 26 aprile 2018

Oman: diario di viaggio giorno quattro

Continuazione per Misfat e visita al tipico villaggio di Misfat al Abriyyin dalle antiche case in pietra. Proseguimento per Al Hamra e passeggiata attraverso il villaggio.
Visita al locale museo Bait Al Safa dove viene presentata una tipica casa Omani. Caffè e datteri verranno offerti ai partecipanti.
Proseguimento per Bahla famosa per le sue ceramiche.
Sosta per la visita al forte.
Pranzo in ristorante.
Continuazione per il villaggio di Jabrin che possiede uno dei più affascinanti castelli omaniti.
Visita del castello.
Proseguimento per Nizwa e lungo il percorso sosta a
Birkat al Mawz, un luogo dove i locali coltivano palme da dattero.
Si attraverserà il vecchio villaggio e le fattorie dedite alla lavorazione della palma da dattero.
La guida spiegherà l'intero processo di coltivazione e il “falaj” vecchio sistema di irrigazione in Oman.



Prima tappa: vista dall’alto del Grand Canyon dell’Oman. 950 metri di profondità. Se penso che ieri lo abbiamo attraversato mi viene male. 
Foto di gruppo!
A seguire, nel villaggio di Al Hamra: tea o caffè e datteri in una tipica casa omanita. 
Le donne al mattino preparano per prima cosa il pane (sottile e friabile) e il caffè (nel senso che lo macinano e lo tostano) per la colazione. Le case sono fatte di acqua e fango. 
Fino al 1985 la gente ci viveva, successivamente il sultano ha assegnato una casa in muratura a tutti e queste case sono state trasformate in piccoli musei. 
Passeggiata nella cittadina di Misfah attraverso piante di mango, melograno, banana e papaya.
Sosta alla misfah old house per caffè e datteri... ca va sans dire. Poco tempo fa ci è venuto Carlo d’Inghilterra. La notizia non mi sembra rilevante ma la condivido 😜
Per combattere le zanzare usano dei sacchetti di cellophane pieni d’acqua appesi al soffitto....mi chiedevo cosa fosse  ma avevo intuito che non si trattava di pesci rossi.

Altra lezione sul mondo arabo e le religioni tenuta da Claudio. 

Dopo pranzo il tour è proseguito tra fortezze (il Bahla fort è patrimonio dell’unesco) fino a raggiungere l’hotel nel tardo pomeriggio. 
Lungo la strada abbiamo anche visto il sistema di irrigazione. C’erano anche delle donne omanite che lavavano i panni (2 donne con il marito, lo stesso!) ma non hanno accettato di farsi fotografare. 
Siamo a metà del viaggio e a cena ci siamo concesse il vino. Non la smettevano più di ridire. 

Qualche dato statistico:
Ci sono 3 macchine fotografiche professionali, 2 macchinette digitali che erano molto in voga prima dell’avvento degli smartphone. Il resto sono cellulari o iPad (ne ho visti un paio).

Nel gruppo ci sono 3 o 4 persone che si lamentano per ogni cosa (a volte non sanno neanche perché secondo me) e una sola persona davvero insopportabile.
Il resto sono tutti simpatici e piacevolissimi. 😊😊😊


Direi che  ci è andata bene. 

Oman: diario di viaggio giorno tre

Prima colazione e partenza con i fuoristrada 4x4 lungo la strada che segue le montagne dell’Hajar giungendo a Nakhal.
Prima di raggiungere Nakhl visita al Barkha fish and vegetable market.
Visita della cittadina e del forte.

Continuazione per il bellissimo Wadi Bani Auf con i suoi paesaggi mozzafiato.
Arrivo al villaggio montano di Balad Sayt attraverso un percorso avventuroso su strade strette e tortuose. Pranzo al sacco.
Proseguimento per il Jabel Shams, la montagna più alta dell’Oman, famosa per i suoi bellissimi scenari naturali. Visita al Grand Canyon.
Sosta per la visita a Wadi Gul, un altro villaggio di montagna.



[pubblicato in ritardo per mancanza Wi-Fi]

Colazione in giardino (chissà se troverò un giardino nel prossimo albergo) e partenza con fuoristrada verso Jabel Shams (la montagna più alta dell’Oman ‘la montagna del sole’, 3900m)
Prima sosta: mercato del pesce Barkha fish. Un altro mercato ma molto più caratteristico di quello di Muscat, posto in mezzo al nulla. 
Il pesce viene anche venduto all’asta. C’è un vecchietto che annota tutto in un libro e assegna al miglior offerente. Tenendo per se una percentuale, come ogni battitore d’asta che si rispetti. 
Osama, la nostra guida ci ha offerto un’altra bevanda tipica: tea caldo, latte e cardamomo (devo dedurne che qui il cardamomo va alla grande!)
Poi siamo andati a vedere una fortezza in un luogo chiamato Nakhal (che vuol dire Palme). Il panorama era bellissimo: distese di 🌴 per l’appunto, e la  moschea del sultano. Ogni distretto ha una moschea finanziata dal sultano in persona con i suoi averi. 
E dopo? Pranzo nel deserto: l’unico posto all’ombra all’interno di una gola ci ha visto seduti sulle pietre a mangiare al sacco mentre Maria Luisa, la nostra geologa, ci spiegava la conformazione delle rocce. 
La spiegazione è continuata dopo cena...

Poi giro del Grand Canyon dell’Oman, il Wadi Ghul, fino a raggiungere l’hotel. 
Non avevo mai visto tante montagne e distese rocciose con qualche villaggio qua e là. 
L’albergo e un piccolo resort in montagna dove finalmente c’è un po’ di fresco. 

Nel nostro gruppo la quota di genere è rispettata: su 32 partecipanti ci sono 8 uomini 😜
Qualche altro dato: le bionde sono di gran lunga più numerose degli uomini e c’è una sola persona con i capelli rossi.
Le under 30 sono solo 2. 
Le persone che fumano forse 3/4. 

Il cibo per il momento è poco vario ma ieri sera c’era una tempura di pesce niente male. Stasera ho assaggiato un dolce molto buono e poco zuccherato: una sorta di pan di Spagna ammollato nell’acqua con crema di vaniglia, frutta secca e canditi. 


Altra cosa che ho appreso oggi. Il turismo è in espansione ma è ancora molto poco rispetto a quello degli Emirati Arabi. Gli omaniti fanno molta resistenza. Il paragone con Dubai è di 1 a 7. La strada è ancora lunga. 

martedì 24 aprile 2018

Oman: diario di viaggio giorno due

MUSCAT
Dopo la prima colazione partenza in direzione della città vecchia per poi attraversare il quartiere di Al Bustan. Sosta per ammirare dall’esterno il nuovo edificio del Parlamento.
Arrivo alla Marina Bandar, punto d’imbarco per una minicrociera su una barca tipica omanita.

Colazione in giardino....ormai un must 😊 e partenza. Direzione mercato del pesce 🎣. In Oman la pesca è una delle attività economiche più floride ed è sostenuta dallo Stato. I pescatori sono tutti omaniti mentre chi pulisce il pesce nei mercati viene da fuori; principalmente dall’India. Il pesce tipico? Lo squaletto. 
A seguire gita in barca e visita alla fabbrica di Amouage, un profumo ‘francese’ prodotto in Oman. Nel mondo, oltre che in Oman, si trova a Roma (via dei prefetti) e a Parigi. 
Nel pomeriggio lunga passeggiata sulla spiaggia e tea al tramonto. 
In Oman non si bevono alcolici fuori dagli Hotel e la bevanda tipica è una bibita di limone 🍋 e menta. 
Il caffè omanita è aromatizzato al cardamomo e servito con i datteri. 
C’è caldo ma è sopportabile. Il periodo migliore per visitare il paese è da ottobre ad aprile (siamo venuti giusto in tempo); più è troppo caldo. 
Muscat ha vinto il premio come città più pulita della penisola arabica [si pronuncia Mascat!]

A domani....verso le montagne.

lunedì 23 aprile 2018

Oman: diario di viaggio giorno uno

MUSCAT
Prima colazione e visita della città.
Visita della Grande Moschea.
Continuazione nella parte moderna della città per visitare la Royal Opera House.
Pranzo libero.
Nel pomeriggio visita della parte antica di questa affascinante città-oasi-portuale, capitale del Sultanato. Visita al Museo Nazionale.
Proseguimento per osservare dall’esterno al Palazzo del Sultano Al Alam.
Continuazione per la visita al caratteristico souk.


.Sveglia presto (ma non prestissimo) e colazione: il mio momento preferito della giornata. Per fortuna in albergo a Muscat, dove staremo tre giorni c’è una scelta molto ampia tra dolce e salato. 
Ho fatto colazione in giardino. Dei ragazzi poco distante facevano il bagno in piscina. 
Prima tappa la moschea 🕌 con 5 minareti simbolo di altrettanti pilastri dell’Islam: 
  • Testimonianza della fede
  • Preghiera 🙏 
  • Ramadan
  • Pellegrinaggio
  • Elemosina
La moschea di Muscat è stata lungamente famosa per avere il tappeto intero più grande al mondo. Oggi questo primato le è stato sottratto da Abu-Dhabi. 
OperaHouse. L’opera lirica è una passione del sultano. Un giovanotto quasi ottantenne che ha rivoluzionato il paese nei sui quasi cinquant’anni di governo rendendolo il quarto paese più sicuro al mondo. 
Continua a raccogliere idee innovative per il futuro e si impegna a sviluppare risorse nuove come le energie alternative. Il paese è ricco di petrolio ma non così ricco come gli Emirati Arabi. Bisogna pensare al futuro!

Nel pomeriggio visita alla vecchia città. 

La prima impressione è di una città bianca, enorme, con grandi strade non trafficate. In costante crescita ed espansione. L’aeroporto è nuovissimo (è stato inaugurato da 20 giorni), il museo nazionale (che contiene la storia del paese) altrettanto. L’opera house non ha nulla a che vedere con i nostri teatri lirici ma li supera per dimensioni e tecnologia applicata alla tradizione. 

E poi suk. Al suk mi piace girare da sola, frugare e guardare gli altri. Tutti hanno tutto ma sperano sempre di fare l’affare senza essere fregati. 

Cosa mi è piaciuto? le nicchie di ceramica ai lati della moschea dedicate agli altri paesi della penisola arabica. 


La cucina è quella tipica dei paesi arabi: verdure, spezie e riso. Ma qui siamo vicino al mare e si mangia dell’ottimo pesce. 

Curiosità: Gli uomini non usano le mutande sotto la tunica ma l’uzar [non come si scrive] che è una sorta di gonna corta 😳

sabato 21 aprile 2018

Si parte....

Ritrovo dei signori partecipanti a Fiumicino alle 8.15. 
Partenza per Abu-Dhabi. 
Coincidenza per Muscat e ci siamo!
Inizia oggi, in una domenica di fine Aprile con un caldo torrido ma che non è nulla in confronto a quello che troveremo a destinazione, il mio viaggetto in Oman con gli amici di sempre della Società Geografica Italiana.
Questa volta sono da sola (ma in compagnia dei suddetti amici) e quindi ho deciso di tenere un diario soprattutto a beneficio di George che è rimasto a Milano.
A domani con la prima puntata da Muscat.

sabato 14 aprile 2018

Una persona buona

Il giorno successivo alla morte di Fabrizio Frizzi ho letto molti Twitter di amici, gente dello spettacolo e gente comune. 
Tutti dicevano e dicono: era una persona buona. 
Non era la solita commemorazione buonista..era un ricordo sincero. Qualche giorno dopo George GA recuperato un video fatto secoli fa nel backstage di Miss Italia. Lui era lì in veste di presentatore con la moglie. Ha pranzato con loro, sorrideva, ringraziava di continuo ed era super attento che a Rita non mancasse niente. Rivederlo sarebbe stato commovente anche se non fosse morto.

Cosa vuole dire essere una persona buona?
Vuol dire avere sempre un sorriso in serbo per chi incontriamo, essere gentili e ringraziare. 
Aiutare chi ce lo chiede ma anche chi, per discrezione, non la fa. O chi crede di non avere bisogno di aiuto. 
Vuol dire avere pensieri positivi. 
Mettere allegria. 
Sdrammatizzare. 
Amare e non giudicare chi si ama. 
Non parlare male degli altri (chi parla male degli altri...inizialmente può apparire anche simpatico e divertente ma alla lunga no. Il parlare male fine a stesso non è costruttivo e un giorno potrà toccare anche te). 
Essere generosi non di denaro o di cose ma di tempo e di affetto. 

Tutte queste doti raccolte in una sola persona sembrano impossibili ma invece lo sono eccome. 
Basta essere buoni. 😊

Quale compro? Nessuno

Sabato pomeriggio di inizio primavera alla Feltrinelli per acquisto guida turistica dell'Oman, dopo aver pagato e prima di rischiare l'arresto (nel negozio in cui ero stata prima non avevano tolto il taccheggio da un pantalone e, all'uscita, è iniziato a suonare tutto. Una vergogna senza precedenti 😳), mi sono fermata davanti ad una parete piena di libri sulla corsa. È primavera, il giorno dopo a Milano ci sarebbe stata la maratona e la corsa è diventato uno sport molto diffuso.
Chi mi legge sa che che corro da un po' e che ne sono felice. Mi sono chiesta quale acquistare, ne ho sfogliato qualcuno, ho letto i risvolti di copertina e alla fine ho deliberato che non ne avrei comprato nessuno.
Il motivo? Semplice. Tutti quei libri, chi più chi meno, descrivevano la passione per la corsa ma anche il modo per ottenere la miglior prestazione possibile.
Tecniche, alimentazione, segreti. Il tutto volto a migliorare la performance e, perché no, a correre la maratona.
Ho un amico carissimo che ne ha corse molte e lo fa con passione, si allena, si prepara e giustamente ambisce a fare sempre meglio. Mi sarei meravigliata del contrario perché lui è così in tutte le cose della sua vita. È una persona brillante, seria e determinata e mai farebbe una cosa tanto per farla. Quando ha iniziato a correre dunque non mi sono meravigliata a vederlo, con il tempo, girare l'Italia e arrivare fino a New York per fare la maratona (chissà se ha incontrato il mio mito Gianni Morandi😉).
Io no. Io sono diversa in tutto. Studiosa e diligente soprattutto dal liceo in avanti ho fatto sempre le cose con impegno, ho amato come non mai l'università e i pomeriggi chiusa a studiare (con la signora dell'appartamento di fronte che mi invitava a riposare ogni tanto), finisco tutto quello che inizio e mi sento frustrata se ciò non accade. Amo il mio lavoro e mi piace moltissimo ma, ne sono certa, probabilmente riuscirei ad amare anche un lavoro fatto non per scelta ma per necessità. 
Sorrido e sono apprezzata per quello che faccio e questo mi basta. In poche parole non sono molto ambiziosa, forse per niente.
Ho fatto questa riflessione mentre, felice di partire per l'Oman, consultavo i libri sulla corsa e realizzavo che io corro perché mi piace, mi fa stare bene e in pace con me stessa, corro perché vedo il mondo da un'altra prospettiva, corro perché mi piace il vento sul viso al mattino. Ma non corro per vincere e nemmeno per gareggiare (quelle poche volte che ho corso la staffetta per beneficenza con i colleghi di studio, mi dimenticavo sistematicamente di controllare i risultati).
Il mondo è di tutti e anche mio che se non sarò ricordata perché avrò vinto una maratona, lo sarò perché, come dice la mia amica Francesca, se entro in una stanza la illumino con il mio sorriso😃.

domenica 8 aprile 2018

New entry

Nel primo film di Sex and the City (e unico guardabile perché il successivo era orrendo!), Carrie è costretta a cedere agli occhiali 👓 da lettura e - nell'ultima scena del film - li indossa senza esitazione in pubblico in occasione della presentazione del suo ultimo libro. Segno di una ritrovata consapevolezza.

Stranamente per la mia età ho una vista che continua lentamente ed inesorabilmente a peggiorare. 

Adesso si è aggiunta anche una leggera presbiopia. Se non indosso i giusti occhiali non vedo lo schermo del cellulare e non posso leggere. 

Chissene....come direbbe G. 
Gli occhiali sono carini e divertenti. Danno un tocco di personalità in più, si possono abbinare al resto del look e si possono cambiare spesso. 

Come diceva Anna Magnani al suo truccatore: non me le coprire quelle rughe che ci ho messo una vita a farmele venire. Lo stesso potrebbe dirsi della presbiopia....

Il mito della giovinezza eterna non deve più esistere. Una persona adulta o diversamente giovane è molto più sicura di sé, più consapevole e più interessante. Se poi indossa anche un paio di occhiali fighi magari sarà anche carina😊

lunedì 2 aprile 2018

La stagione dell'amore viene e va...

.....meravigliosa frase del maestro Franco Battiato che dedico a Max. 
È iniziata un anno fa la mia passione per la corsa. Correvo un po’ anche prima ma non ero costante perché forse non avevo trovato lo stimolo giusto, il ritmo giusto e la vera voglia. 
Era maggio: le giornate già primaverili. Andavo al parco vicino casa, poi ho iniziato a correre in città, da casa allo studio e viceversa (è fattibile perché in studio abbiamo la palestra e gli spogliatoi. Bisogna solo prestare attenzione al cambio, a non dimenticare nulla, ecc.), in zona casa e in parchi più lontani, a Londra, a Roma, a Trento. 
È arrivato l’inverno e il freddo. Ho comprato cappellino e guantini, felpe termiche, cuffie e ho fatto l’abbonamento ad Apple Music per avere sempre musica diversa. 
Poi le giornate sono diventate più corte. Al mattino prima delle 8 non si poteva correre e la sera era pericoloso andare nei parchi. Mi sono dovuta organizzare ma non ho perso il ritmo. 
Adesso i guantini e il cappellino non servono più e neanche il Kway. 
Domenica scorsa ho corso alle 7 di sera prima di cena e c’era ancora la luce. 
Ho realizzato che è trascorso un anno. Io sono stata costante e felice di vederlo trascorrere tra albe e tramonti, freddo e mani rosse (una volta sul naviglio faceva talmente tanto freddo che ho perso l’uso di due dita 😂).
Felice di aver comprato altre scarpe perché le mie sono usurate e di metterle sempre in valigia insieme allo spazzolino. 
Questa mattina al lago era così.
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