giovedì 26 aprile 2018

Oman: diario di viaggio giorno quattro

Continuazione per Misfat e visita al tipico villaggio di Misfat al Abriyyin dalle antiche case in pietra. Proseguimento per Al Hamra e passeggiata attraverso il villaggio.
Visita al locale museo Bait Al Safa dove viene presentata una tipica casa Omani. Caffè e datteri verranno offerti ai partecipanti.
Proseguimento per Bahla famosa per le sue ceramiche.
Sosta per la visita al forte.
Pranzo in ristorante.
Continuazione per il villaggio di Jabrin che possiede uno dei più affascinanti castelli omaniti.
Visita del castello.
Proseguimento per Nizwa e lungo il percorso sosta a
Birkat al Mawz, un luogo dove i locali coltivano palme da dattero.
Si attraverserà il vecchio villaggio e le fattorie dedite alla lavorazione della palma da dattero.
La guida spiegherà l'intero processo di coltivazione e il “falaj” vecchio sistema di irrigazione in Oman.



Prima tappa: vista dall’alto del Grand Canyon dell’Oman. 950 metri di profondità. Se penso che ieri lo abbiamo attraversato mi viene male. 
Foto di gruppo!
A seguire, nel villaggio di Al Hamra: tea o caffè e datteri in una tipica casa omanita. 
Le donne al mattino preparano per prima cosa il pane (sottile e friabile) e il caffè (nel senso che lo macinano e lo tostano) per la colazione. Le case sono fatte di acqua e fango. 
Fino al 1985 la gente ci viveva, successivamente il sultano ha assegnato una casa in muratura a tutti e queste case sono state trasformate in piccoli musei. 
Passeggiata nella cittadina di Misfah attraverso piante di mango, melograno, banana e papaya.
Sosta alla misfah old house per caffè e datteri... ca va sans dire. Poco tempo fa ci è venuto Carlo d’Inghilterra. La notizia non mi sembra rilevante ma la condivido 😜
Per combattere le zanzare usano dei sacchetti di cellophane pieni d’acqua appesi al soffitto....mi chiedevo cosa fosse  ma avevo intuito che non si trattava di pesci rossi.

Altra lezione sul mondo arabo e le religioni tenuta da Claudio. 

Dopo pranzo il tour è proseguito tra fortezze (il Bahla fort è patrimonio dell’unesco) fino a raggiungere l’hotel nel tardo pomeriggio. 
Lungo la strada abbiamo anche visto il sistema di irrigazione. C’erano anche delle donne omanite che lavavano i panni (2 donne con il marito, lo stesso!) ma non hanno accettato di farsi fotografare. 
Siamo a metà del viaggio e a cena ci siamo concesse il vino. Non la smettevano più di ridire. 

Qualche dato statistico:
Ci sono 3 macchine fotografiche professionali, 2 macchinette digitali che erano molto in voga prima dell’avvento degli smartphone. Il resto sono cellulari o iPad (ne ho visti un paio).

Nel gruppo ci sono 3 o 4 persone che si lamentano per ogni cosa (a volte non sanno neanche perché secondo me) e una sola persona davvero insopportabile.
Il resto sono tutti simpatici e piacevolissimi. 😊😊😊


Direi che  ci è andata bene. 

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