sabato 14 aprile 2018

Quale compro? Nessuno

Sabato pomeriggio di inizio primavera alla Feltrinelli per acquisto guida turistica dell'Oman, dopo aver pagato e prima di rischiare l'arresto (nel negozio in cui ero stata prima non avevano tolto il taccheggio da un pantalone e, all'uscita, è iniziato a suonare tutto. Una vergogna senza precedenti 😳), mi sono fermata davanti ad una parete piena di libri sulla corsa. È primavera, il giorno dopo a Milano ci sarebbe stata la maratona e la corsa è diventato uno sport molto diffuso.
Chi mi legge sa che che corro da un po' e che ne sono felice. Mi sono chiesta quale acquistare, ne ho sfogliato qualcuno, ho letto i risvolti di copertina e alla fine ho deliberato che non ne avrei comprato nessuno.
Il motivo? Semplice. Tutti quei libri, chi più chi meno, descrivevano la passione per la corsa ma anche il modo per ottenere la miglior prestazione possibile.
Tecniche, alimentazione, segreti. Il tutto volto a migliorare la performance e, perché no, a correre la maratona.
Ho un amico carissimo che ne ha corse molte e lo fa con passione, si allena, si prepara e giustamente ambisce a fare sempre meglio. Mi sarei meravigliata del contrario perché lui è così in tutte le cose della sua vita. È una persona brillante, seria e determinata e mai farebbe una cosa tanto per farla. Quando ha iniziato a correre dunque non mi sono meravigliata a vederlo, con il tempo, girare l'Italia e arrivare fino a New York per fare la maratona (chissà se ha incontrato il mio mito Gianni Morandi😉).
Io no. Io sono diversa in tutto. Studiosa e diligente soprattutto dal liceo in avanti ho fatto sempre le cose con impegno, ho amato come non mai l'università e i pomeriggi chiusa a studiare (con la signora dell'appartamento di fronte che mi invitava a riposare ogni tanto), finisco tutto quello che inizio e mi sento frustrata se ciò non accade. Amo il mio lavoro e mi piace moltissimo ma, ne sono certa, probabilmente riuscirei ad amare anche un lavoro fatto non per scelta ma per necessità. 
Sorrido e sono apprezzata per quello che faccio e questo mi basta. In poche parole non sono molto ambiziosa, forse per niente.
Ho fatto questa riflessione mentre, felice di partire per l'Oman, consultavo i libri sulla corsa e realizzavo che io corro perché mi piace, mi fa stare bene e in pace con me stessa, corro perché vedo il mondo da un'altra prospettiva, corro perché mi piace il vento sul viso al mattino. Ma non corro per vincere e nemmeno per gareggiare (quelle poche volte che ho corso la staffetta per beneficenza con i colleghi di studio, mi dimenticavo sistematicamente di controllare i risultati).
Il mondo è di tutti e anche mio che se non sarò ricordata perché avrò vinto una maratona, lo sarò perché, come dice la mia amica Francesca, se entro in una stanza la illumino con il mio sorriso😃.

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