sabato 17 maggio 2014

Marciapiedi

Non so ancora quale sarà la data del mio decesso ma ne conosco già le modalità e il luogo dell'evento. Uccisa da un ciclista (o meglio da una persona che pedala una bicicletta) in piazza Cordusio o in via Broletto a Milano.
Le modalità dell'evento possono essere (i) scappiciata dal suddetto 'ciclista' (tradotto per i non messinesi: arrotata, investita, messa sotto le ruote); o (ii) presa a bastonate, sempre dal medesimo ciclista.

Io sono mattiniera e mi sveglio anche di buonumore. Vado in palestra e per arrivare in studio prendo il tram per qualche fermata (lo so potrei andare a piedi e qualche volta lo faccio, ma sono sveglia dall'alba e sono già stata in palestra!). Scendo a Cordusio o in via Cusani. Mi dirigo verso lo studio e sistematicamente rischio la vita perché i marciapiedi sono invasi dai ciclisti che corrono a più non posso e che si arrabbiano se la tua presenza li costringe a spostarsi. La regola - secondo loro - è che è il pedone che deve stare attento e spostarsi. Non viceversa.

Ora, cari ciclisti (e già vi sto facendo un complimento) capisco che a Milano ci sia il pavet, capisco che ci siamo le rotaie dei tram. Capisco che voi ve la tiriate un po' con la scusa dell'ecologia e della tutela dell'ambiente. Ma il marciapiede (lo dice l'etimologia della parola) serve per far marciare i piedi dei pedoni. Voi, carissimi bikers, dovete pedalare (hai voluto la bicicletta: pedala!) per strada. 

E se per puro caso, facendo attenzione, vi trovate su un marciapiede, dovete andare a passo d'uomo. E non guardare i pedoni in cagnesco. Il marciapiede è per loro!

Ieri mattina al solito ciclista prepotente, dopo averlo evitato, ho detto: Testa di c..... Il modo in cui mi ha risposto (che metteva in dubbio la mia fedeltà coniugale e la mia moralità) non posso ripeterlo ma sono certa di avere rischiato brutto. Ecco perché alla scappiciata vedo la seria alternativa delle percosse.

C'è una bellissima canzone dedicata ai Marciapiedi di Renato Zero.
La riporto e constato con piacere che non ci sono biciclette!
Marciapiedi stanchi 
La pioggia spazzerà 
La polvere e i ricordi 
Bagnati di città… 
Passi frettolosi 
D'un avido via vai… 
Chi trascina il tempo, 
Clienti attesi… 
E' la vita 
Che 
Passando sporca un po' le dita… 
Lungo i marciapiedi 
Il vento porta via 
L'ultima occasione 
O la tua prima compagnia… 
Lì 
Bambino imparerai 
A camminare, 
Scopri il sesso dietro un muro 
O sulle scale… 
E' peccato o lo confondi, 
Se sia giusto farlo o no 
Ti domandi… 
E' li 
La vera scuola che 
Poi ti segna 
Sulla pelle quello che 
Non s'insegna… 
La palestra della vita 
Sta inventando i giorni tuoi!… Una sfida! 
Vecchi marciapiedi 
Malati di realtà, 
Poliziotti e preti 
Tra i fiori e oscenità… 
Occhi aperti 
Su melma e cieli prima mai scoperti… 
Non scandalizzarti dei marciapiedi… 
Lì sta il mondo, che non sai, che non vedi… 
Marciapiedi screditati 
Per vergogna o vanità dimenticati! 
No, non ridere dei miei marciapiedi! 
Lì, ero un uomo, quello a cui tu non credi 
Ma se cammini, se vai avanti 
È perché i marciapiedi 
Sono tanti…

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