lunedì 10 novembre 2014

On line

Se voglio essere essere anch'io una blogger riconosciuta...una che dice la sua, devo necessariamente esporre il mio pensiero sull'uso di cellulari, smartphone e tablet.

Alzi la mano chi non ha mai pensato, detto o sentito dire, davanti a chi fa uso smodato e incontrollato di tali apparecchi, "come facevamo quando non c'erano i cellulari?".

Nessuno però si è mai chiesto come facevamo quando non c'erano le lavatrici!

Ho una risposta facilissima: quando non c'erano i cellulari non li usavamo e - probabilmente (fino a quando non sono apparse in mano ai più sofisticati - le prime cabine telefoniche portatili) - neanche li desideravamo.

Poi sono arrivati e - come accade con tutte le cose che migliorano la qualità della vita - ci siamo abituati, tanto che adesso non potremmo più farne a meno.

Il cellulare è subito diventato uno strumento di lavoro indispensabile al quale si sono aggiunti la posta elettronica, le chat e i social network. Da quando esistono smartphone e tablet è tutto a portata di mano. Tutti sono raggiungibili con un click!

Ho letto qualche sera fa (tramite Twitter su Il Post :-)) un articolo secondo il cui autore (anzi, credo fosse un'autrice) non esisterebbe una dipendenza da smartphone solo per il fatto che li si guarda tutte le sere (fosse solo quello!) e che nessuno parla di dipendenza dai libri pur essendoci persone che leggono tutte le sere. Menomale!

Premesso che la dipendenza dalla lettura se è patologica non va bene comunque non può essere giustificata dal fatto che un libro è più nobile di uno smartphone. È solo meno diffusa ma ci sono persone che leggono ostentando indifferenza mentre altri discutono oppure che leggono al cinema in attesa dell'inizio del film. Mi sono sempre chiesta il perché. Credo che per leggere ci voglia un minimo di concentrazione e che difficilmente si possa trovarla nella sala di un cinema, mentre la gente cerca il posto o chiacchiera. Mi sono quindi convinta che si tratti di supponenza. Di ostentata superiorità. Io non chiacchiero, io Leggo!

L'uso smodato degli smartphone, senza arrivare al tema della dipendenza, richiederebbe l'adozione di un codice di autodisciplina.

Nella via che si vede dalla finestra del mio ufficio ci sono solo persone che guardano il display, a volte leggono, sorridono, si arrabbiano. Altre volte rispondono. Non sono ancora andati a sbattere con un palo della luce, per il semplice motivo che in via Filodrammatici non ce ne sono!

Il problema è che tale attività continua spesso anche durante il pranzo o durante le riunioni.

Cosa pensereste se il medico mentre vi sta visitando si mettesse a guardare i risultati degli esami di un altro paziente?

Il codice di autodisciplina dovrebbe consistere nel sapere valutare l'urgenza e il momento opportuno.
Nel non rispondere al telefono se si è impegnati in un'altra conversazione (adesso si vede il numero di chi ha chiamato. Più facile di così!)

Sono regole banali eppure nessuno le applica.

Per non parlare poi delle telefonate urlate in tram, in metropolitana o in treno (io prendo sempre l'area silenzio).

Chi mi conosce sa che non sono riservata. Trovo stupido chi pensa che il mondo ruoti intorno a lui. Quando mi sento dire. Non dirlo a nessuno, il mio secondo pensiero è ma credi davvero che a qualcuno interessi?

Mai proprio perché non interessa a nessuno perché urlare i propri fatti ai quattro venti?


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