martedì 14 luglio 2015

ho due fratelli più grandi

e li amo moltissimo.
quando erano piccoli li chiamavano Attenti a quei due. Erano amici, complici e avevano un unico obiettivo: uccidermi!
Un po' li capisco. Sono arrivata dopo quattro anni a sconvolgere il loro consolidato equilibrio. E per di più ero femmina. Scherzando io dico sempre che mio papà non sa come mi chiamo perchè mi ha sempre chiamato Amore. Un po' è vero....
Adesso i miei fratelli (i fratellini come li chiamo io) vivono in due città diverse e sono come il giorno e la notte. Diversissimi ma sempre amici.

Da qualche mese su Radio2 nel pomeriggio del weekend va in onda un programma dal titolo Max 10 pezzi. Conduttori radiofonici di Radio 2 presentano e raccontano la loro playlist.
Ho notato che chi ha avuto dei fratelli più grandi ha sempre una playlist influenzata dalle scelte musicali dei fratelli.

Quando ogni tanto mi capita di dire parolacce (in passato accadeva spesso) mi scuso dicendo che sono cresciuta con due fratelli più grandi e ho assorbito il turpiloquio con cui si esprimevano.

Anche le mie scelte musicali, oltre che il modo colorito di esprimermi, sono state influenzate dai miei fratelli.
Nella mia playlist non potrebbero mancare, Father and son di Cat Stevens e Un giorno credi di Edoardo Bennato amate e cantate da mio fratello Guido (l'album di Bennato non farti cadere le braccia lo abbiamo consumato).
Ad Andrea piaceva Battisti e un pomeriggio lo abbiamo ascoltato senza sosta e Andrea è uscito a comprare gli album che non avevamo.
A casa mia si ascoltavano i Beatles, i Police, i Dire Straits, Pino Daniele, Dalla, Morandi, Crosby, Stills & Nash, gli Eagles, i Supertramp, De Gregori, e potrei andare avanti. Sono tutti presenti nel mio iPod.
Mi ricordano i pomeriggi nel salone della casa più bella del mondo (la nostra casa di Messina) quando io bambina guardavo ammirata i miei fratelli grandi e mi sentivo felice di poter stare con loro.
A casa nostra lo stereo era in salotto, c'era sempre un disco sul piatto e qualcuno che ascoltava musica. Erano i tempi dei Camperos (con cui Guido ha distrutto un tappeto!), della caccia al tesoro organizzata dalla radio locale e delle pizze il sabato sera. Io ero piccola e restavo a casa. Ero piccola e felice.
Adesso mia madre ha avuto una mega idea: una chat su whatsApp in cui ci siamo solo noi. Si chiama Noi 5 e io mi sento tornata ai tempi dei pomeriggi in salotto. 

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