domenica 18 febbraio 2018

Piccoli trucchi...per perdere la connessione 📱

Ho letto ieri in due articoli diversi su IoDonna che si sta diffondendo sempre di più l’astinenza da Smartphone; ieri al cinema ho visto il trailer di un film in uscita con Fabrizio Bentivoglio dal titolo ‘Sconnessi’; Aldo Cazzullo ha da poco pubblicato un libro a quattro mani (in effetti a sei mani) con i figli dal titolo ‘metti via quel cellulare’. Insomma tutti lo usano in modo ossessivo compulsivo e tutti osservano che bisogna distaccarsene per non diventare patologicamente addicted. 

Non ha senso dire ‘come facevamo quando non ce l’avevamo’? Perché lo abbiamo ormai da oltre vent’anni e il mondo si è adeguato. 
Nessuno usa più il telefono di casa, tutti sono rapidamente ed immediatamente connessi e non si torna indietro perché - diciamo la verità- così è meglio. 

Discorso a parte meriterebbero le chat. Ma anche in questo caso è solo questione di punti di vista. I più giovani sono nati e cresciuti con questa forma di comunicazione. Le nostre telefonate che duravano ore, la chiamata Urbana Urgente (qualcuno se la ricorda?!?) loro non sanno neanche cosa sia; nessuno gli dice di smettere perché a nessuno serve il loro smartphone, nessuno gli dice di smettere perché tutti sono impegnati a guardare il loro smartphone o il loro tablet. 
Solo chi ha un cane oggi se torna a casa trova qualcuno felice di accoglierlo. Gli altri restano chini sullo schermo. 

È vero che con il tablet e anche con lo smartphone (vista a parte) si possono leggere 📖 i giornali e libri ma si resta sempre isolati da quello che ci circonda. 
È questa l’unica vera patologia da combattere. L’isolamento. 

Io sono convinta di non essere completamente immune dalla tendenza a diventare addicted e proprio per questo mi sono chiesta cosa posso fare. 

Potrei dire che a casa mia (è una cascina con i muri spessi) non si prendono i cellulari e che per me non è mai stato un problema. È vero che non ne ho mai fatto una tragedia e che mai ho chiamato Tim o Vodafone per risolvere il problema. Ma non potrei negare che i primi anni (quando non avevamo il Wi-Fi) tenevo sempre il cellulare sulla finestra 😜

La prima cosa da fare è capire perché stiamo attaccati allo smartphone. Internet, Facebook, Twitter Instagram, chat o email. 
Prima bisogna capire qual è il problema per combatterlo. Le patologie da smartphone non sono tutte uguali. 
Io per esempio non sono mai su Facebook, non ho Instagram e praticamente neanche Linkedin (ho il profilo solo sul tablet e lo consulto di rado), non uso i giochi (tranne il solitario), non leggo i libri dallo smartphone. Guardo la mattina i giornali, uso whatsapp e - se non sono in studio- leggo e rispondo alle mail. 

E allora cos’è? Perché se ho lo smartphone a portata di mano tendo a guardarlo?

Il mio problema è che sono attratta dalle notifiche. Se vedo il bollino rosso accanto all’icona DEVO guardare. 
Ecco allora i miei piccoli trucchi. 

🌟Ho disattivato le notifiche che mi interessano meno tipo Facebook e messenger.
🌟In metropolitana porto sempre il libro o una rivista. Lungo il tragitto leggo tutt'altro e rispondo alle mail solo una volta arrivata in studio. Che poi sono ancora le 9 del mattino non mezzogiorno!
🌟Se cammino ascolto la musica. Primo vantaggio: evitare i pali in faccia (o di faccia come diremmo a Messina) che sono la vera minaccia per chi cammina guardando lo schermo dello smartphone!
🌟In riunione,  al cinema, a teatro e in generale quando sono a pranzo o cena in compagnia metto la modalità aereo. Se non ricevo non guardo. Molto semplice. 
🌟A casa la sera lo tengo non a portata di mano. In un’altra stanza. Lo guardo ogni tanto ma mi devo alzare apposta e non è la stessa cosa...provare per credere. 

Pausa pubblicitaria (come direbbe il mio amico Gabriele Romagnoli): se volete vedere un gruppo di attori italiani tutti insieme dimostrare la loro bravura andate a vedere A casa tutti bene. Se volete vedere un bel film (insieme ad un cast di attori eccezionali) andate a vedere TheParty.  Per tornare a guardare il cielo ascoltate l'ultima canzone di Diodato.




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