lunedì 13 maggio 2013

Che noia!

Qualche mattina fa mi trovavo in corso magenta in attesa del tram e ho osservato un bambino, neanche piccolissimo (avrà avuto 7/8 anni) che continuava a dire alla mamma: ma quando passa il tram? Nei 3 minuti che abbiamo atteso lo avrà detto 10 volte (peraltro gli sarebbe bastato alzare lo sguardo e guardare il display). Ad un certo punto ha anche aggiunto: mi sto annoiando.
Come dice la mia amica Barbara, non siamo più abituati ad aspettare. Le code che prima erano parte della nostra vita adesso sono diventate una rarità e comunque ci infastidiscono. Stando in coda invece, ci si può guardare intorno, si può pensare.
Nei bambini poi l'attesa e il far niente sono diventati dei momenti talmente rari da essere considerati noiosi anche se durano 3 minuti.
I bambini di oggi non sanno cosa sia stare un pomeriggio in casa e inventarsi qualcosa. Hanno una vita talmente piena da fare invidia all'agenda di Barack Obama. La mattina si va scuola, poi c'è lo sport, poi le lingue, lo strumento musicale e poi ovviamente i compiti. E il tempo per non fare nulla? Per creare, inventare e sviluppare la fantasia? I bambini di una volta avevano l'amico immaginario, inventavano storie e giocavano con poco. 
È stato dimostrato che spesso negli adolescenti l'uso di droghe o di sostanze eccitanti è collegato proprio al fatto che quando i genitori mollano un po' la presa e smettono di organizzare la vita dei figli, che ormai sono cresciuti, i ragazzi non sapendo come impegnare il tempo e non essendo capaci di organizzarsi da soli o di inventarsi qualcosa, si stordiscono. Si stordiscono per colmare un vuoto che non sono stati educati a gestire.
Una mia collega ha istituito il pomeriggio della noia durante il quale lei e i suoi bambini non fanno nulla di organizzato ma si limitano a far passare il tempo anche a costo di annoiarsi.

D'altra parte se si dice 'dolce' far niente un motivo ci sarà?

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