sabato 8 giugno 2013

La grande bellezza.....e basta!

Sono a Roma e mi sono imbattuta in un piacevole fuori programma. Dovevo lavorare per tutta la giornata di oggi e invece mi è stato chiesto di spezzare la presentazione tra ieri pomeriggio e oggi pomeriggio.
La mattinata del sabato l'ho quindi trascorsa a passeggio per le vie di Roma. Non per il centro dei negozi (che conosco a memoria e che avrebbe seriamente compromesso la mia carta di credito) ma in zona Monti e fino a San Pietro in Vincoli. Ho passeggiato senza fretta e senza meta, ho fatto scale, salite e discese e non mi sono persa!
Non che avessi dubbi ma Roma resta la più bella città del mondo anche se è sporca, caotica, disordinata e chi più ne ha più ne metta. Tanto ci stanno tutte!
Diciamo che questa mattina ho guardato con gli occhi della turista e ho capito perché nei film ambientati a Roma si vedono sempre turisti affascinati dai vicoli in cui sperano di perdersi.
Di recente lo abbiamo visto in due film: Mangia Prega Ama con Julia Roberts e To Rome With Love (pessimo film di Woody Allen) in cui a perdersi per le vie di Roma sono in tanti. Entrambi i film sono abbastanza bruttini ma Roma salva tutto.

L'altra sera pensavo di andare al cinema ma ho dovuto desistere perché praticamente dappertutto davano La grande bellezza e io lo avevo già visto.

La grande bellezza è Roma. E l'ho trovato un film bellissimo. Non c'è una storia avvincente né toccante ma le continue feste, i personaggi e gli accadimenti surreali fanno riflettere sul vuoto che ci circonda. Sulla vacuità di certe vite. Sull'inutilità di certe conversazioni. Il protagonista (un Tony Servillo sempre meraviglioso) lo ha capito e sconfigge tutto con distacco e ironia. 
A 60 anni ha capito che si può permettere di dire quello che pensa: stupenda la descrizione fatta all'amica radical chic di quello che lui pensa lei sia veramente; bellissima la fuga dalla bella e stupida miliardaria accompagnata da una frase che tutti dovremmo recitare come un mantra: ho deciso che non voglio più fare quello che non mi va di fare. 
A 60 anni può permettersi di commuoversi, di prendersi gioco di sé stesso e degli altri: meravigliosa l'intervista alla sensitiva figlia dei fiori (mi dica cos'è una vibrazione?).

A lui basta l'alba di Roma!

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