venerdì 21 marzo 2014

Ogni scarrafone è bello a mamma soja

Con un un giorno di ritardo ieri mattina ho sfogliato avidamente il mio Vanity Fair.
È una rivista che amo molto: è piena di firme importanti, articoli di moda, costume e società. Inchieste, tanto cinema, libri, musica, viaggi e il mio amato oroscopo. Ci azzecca sempre ed è pure divertente!
La prima lettura del mercoledì mattina (ieri avevo, per l'appunto, un giorno di ritardo) consiste solo nello sfogliare il giornale dall'ultima alla prima pagina (sì al contrario!). Unica lettura ammessa: l'oroscopo. Poi nei giorni successivi lo riprendo e leggo quello che mi interessa (e a volte, per curiosità, anche quello che non mi interessa), cercando di farmelo bastare per tutta la settimana.
VF è pieno di pubblicità. Non è una critica. É un fatto. È una rivista molto letta (credo l'unica in Italia in attivo) e quindi è normale che tutti vogliano fare pubblicità attraverso VF. VF non regala gadget, costa solo 2euro e si finanzia anche e soprattutto con la pubblicità. Fin qui tutto assolutamente normale.

Ogni tanto avviene che il giornale dedica quasi tutte le pubblicità di moda ai bambini. Non le guardo quasi miei non essendo più interessata al genere (il nostro topo è maggiorenne e già da quando aveva 12/13 si sentiva sminuita se la portavo in un negozio per bambini); ieri però mi sono soffermata un attimo in più e ho notato che i bambini delle pubblicità sono tutti non belli ma bellissimi e patinati.

Tutti i bambini sono belli ma sono spontanei e spesso imbronciati. Molte volte sporchi e sudati perché si divertono a giocare incuranti degli abiti che indossano. Sicuramente non patinati. Nemmeno quelli che i vestiti firmati delle pubblicità li indossano veramente sono come vengono rappresentati. Immagino che un servizio fotografico che ha come protagonisti dei bambini, duri esattamente come quelli con gli adulti. Immagino che si richiedano espressioni e sorrisi. E mi chiedo, perché?
Perché sottrarre ai bambini - che hanno già una vita così piena - il tempo per giocare, per farli posare in un servizio fotografico? 
Di certo non é una loro scelta, quasi certamente non saranno da grandi attori o modelli. E allora perché? Per guadagnare qualcosa che serva per il loro futuro? Può essere una ragione e sarebbe anche apprezzabile se fosse vera.
La mia paura però è che non sia quello o non solo quello. Credo che i genitori di bambini belli, decidano attraverso di loro di riempire dei vuoti. Di appartenere ad un mondo patinato che loro da bambini, e magari neanche adesso, non hanno avuto.

Credo, e questo vale anche più in generale, che sui bambini si scarichino troppe ansie e si proiettino troppe aspettative. 

I bambini sono bambini. Belli, stupendi, meravigliosi, intelligenti, simpatici ma bambini. È importante che siano educati, curiosi, rispettosi del prossimo. Che abbiano il senso del dovere come strada per la conquista del piacere (quando ero piccola io si scendeva in cortile dopo che si erano finiti i compiti), ma sopratutto che siano bambini.
Il lavoro come mezzo per guadagnare, la fatica di stare ore in posa....non è un attività da bambini. 
La disciplina la possono imparare in altri modi. A scuola e facendo sport.

È giusto insistere perché studino e facciano sport ma mi sento di escludere che sia un bambino ad insistere per fare una pubblicità. 

Tutti inorridiamo di fronte ai concordi di bellezza per bambini. Non è forse la stessa cosa?

Nessun commento:

Posta un commento