mercoledì 2 luglio 2014

Ma secondo te è gay?

Chissene direbbe Giada. Ed io con lei.
L'altra sera ad una cenetta siciliana tra amici non so perché è venuto fuori il nome di George Clooney. Forse perché si pensava fosse il mio George? No, Il mio è George Bush! Forse qualcuno ha chiesto un Nespresso o qualcun'altro ha parlato di Como. Non lo so. Fatto sta che si è detto che il suddetto George sia in procinto di sposarsi e che sarebbe un matrimonio di copertura. È possibile. Forse è vero. E se così fosse lo troverei assurdo.
Non riesco mai ad esprimere liberamente questo concetto perché faccio fatica a spiegarmi. 
Il punto però è questo. Mi sono sempre chiesta perché si debba fare outing. O meglio perché ci si debba interrogare sulle tendenze sessuali di qualcuno. 
Mi sono sempre chiesta perché mio fratello Guido che è mancino non abbia sentito l'esigenza di comunicarlo worldwide, se non al suo maestro delle elementari, mentre ad un gay (è solo una caratteristica della persona non una differenza), si chiede di fare outing.

L'essere gay o etero non dovrebbe essere comunicato in modo ufficiale ma semplicemente reso noto alle persone con cui ci relazioniamo nè più e nè meno come quando si comunica qual è il proprio lavoro, l'età o la città di nascita.

Cosa vuol dire fare outing? E soprattutto a che serve?

Al concerto di Miley Cyrus pare che ad un certo punto abbia chiesto a tutti i gay di baciarsi. Ma perché non lo ha chiesto a tutte le coppie presenti o a tutti quelli che sia amavano? Perchè non lo ha chiesto - e questa sarebbe stata la vera trasgressione - a tutti quelli che ne avevano voglia? 

Interrogarsi sulle tendenze sessuali di qualcuno significa volerne mettere in evidenza le differenze e quindi considerarli diversi. Ma diversi da chi? 
Chi siamo noi per sentirci dalla parte degli uguali.

La differenza è un valore non la base per una discriminazione. 
L'essere gay o etero è riduttivo. È importante invece, se ci interessa di qualcuno, sapere che ha un compagno o una compagna semplicemente perché è parte della sua vita. 

Una volta ad una cena di lavoro ad Amsterdam, mentre si parlava di figli, ho chiesto ad un collega:  Do you have children?  E lui mi ha detto: no, I have a boyfriend.
È così che dovrebbe funzionare. Sempre.


2 commenti:

  1. Bellissima riflessione, sulla quale mi cimento in continuo. Lo stesso ricamo in pensieri si potrebbe fare sull'espressione " Ho un amico gay, ma lo tratto normalmente". E' assurdo quanto tangibile, il problema è sicuramente alla fonte. Il fatto di avvertire la diversità come deficit e non come risorsa. E' malato il concetto stesso di dover ribadire di sentirsi magnanimi verso chi ha altre preferenze sessuali, è proprio lì che alberga la discriminazione. In ogni caso il fare outing appartiene più alle classi sociali ricche o al mondo dei vip. Nella nostra terra, purtroppo è privilegio di pochi rivelare le proprie tendenze sessuali e non ricevere un processo pubblico, seguito da etichette e ingiuri vari. Più di tutti è questo che mi fa male, in Italia ci sono dei livelli di abusi sessuali a discapito di minorenni davvero allarmanti, spesso consumati tra le pareti domestiche. Eppure fa più scandalo e più schifo chi dichiara il suo amore verso un individuo dello stesso sesso.

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    1. È altrettanto bello e profondo il tuo commento! Condivido e sottoscrivo in pieno.

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