domenica 11 giugno 2017

A passeggio per Stoccolma

Sono stata a Stoccolma qualche giorno per lavoro e ho saggiamente deciso di fermarmi il sabato per fare un giretto per la città.
Non c'ero mai stata e ho pensato di approfittarne.
E bene ho fatto perché rientrare dopo due giorni come quelli trascorsi in compagnia dei miei colleghi sarebbe stato davvero troppo.
Il primo giorno la sveglia é stata alla 4....scelta mia che ho prenotato un aereo presto per arrivare con calma prima dell'inizio dei lavori programmato all'ora di pranzo.
Il giorno successivo l'appuntamento era alle 6.30 fuori dall'hotel. Alle 7.30 saremmo partiti tutti per una mini crociera in Finlandia. La mia collega organizzatrice del tutto (che deve avere avuto un passato nelle SS) ha chiesto senza avvertirci che la sveglia suonasse nelle camere di tutti alle 5.45. Io personalmente l'avevo puntata a quell'ora ma mi chiedo con quale autorità si possa decidere di buttare dal letto persone adulte che magari si lavano in 5minuti e che devono rendere conto solo a loro stesse se mai dovessero perdere la nave.
Il giorno successivo: appuntamento sul ponte della nave alle 6.30 (again!!) e iniziò dei lavori alle 8.
Se quello stesso pomeriggio mi fossi messa in viaggio avrei preso di sicuro un volo diretto dall'altra parte del mondo 😜

Ieri mattina mi sono svegliata presto - ma ad un orario civile - e dopo una bella colazione ho fatto una passeggiata senza fretta e senza meta nel centro storico. Unico acquisto: una copia del Piccolo Principe in svedese!

Pensavo passeggiando che lo scorso anno avevo visto i miei colleghi nello stesso periodo ad Amsterdam. Era stata la nostra seconda scelta; il meeting era inizialmente programmato a Bruxelles ma poi a febbraio c'è stato l'attacco terroristico e abbiamo cambiato destinazione.

Quest'anno sarebbe potuta accadere la stessa cosa. Il programma era già stato fatto quando ad Aprile c'è stato l'attacco terroristico a Stoccolma, in centro e a due passi dallo studio ma nessuno ha proposto di cambiare destinazione.

Che non sia forse l'approccio corretto? Siamo in guerra, continuamente esposti e posti sotto assedio psicologico. Non dico che bisogna fregarsene e organizzare viaggi in mete a rischio ma avere un po' di sano fatalismo sì.

È anche questa una reazione che chissà forse potrebbe confondere e disarmare l'avversario.
Non dico che bisogna essere indifferenti ma essere distaccati (il giusto) é forse la risposta. Forse. 

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