giovedì 28 novembre 2013

Il valore della differenza

Alla fiera del libro usato ho trovato un delizioso manualetto dal titolo 'La vera signora', il manuale che insegna a tutte le donne intelligenti come ci si deve comportare in ogni momento della vita di oggi. La mia edizione non so di che anno sia ma costava 350 lire e sul retro di copertina ho letto che è stato pubblicato per la prima volta nel '52 ed ebbe tale e tanto successo da essere più volte ristampato e aggiornato. Contiene regole di comportamento per ogni occasione e luogo, dall'autobus alla chiesa, senza lasciare nulla al caso. Nella mia personale biblioteca di libri che mi fanno sorridere questo si è aggiunto ad un vecchio libro che mio nonno regalò a mia nonna Lia (come me!) dal titolo, A te sposa. La dedica diceva 'alla gemma di primavera dell'albero di mia vita. Novembre, 1929. Firmato Andrea, mio nonnino.
Di recente poi, Simo mi ha regalato, con dedica (perché qualunque piano deve prevedere la way-out!), la Guida agli uomini per Signore, saggi consigli senza tempo su come comportarsi con l'altro sesso, di Madame Dariaux.

Insomma la letteratura d'altri tempi trattava la donna come un delicato fiore da rispettare, amare, ammirare. Le dava un ruolo ben definito nella società (indispensabile, peraltro) di cui la donna andava fiera! E ci credo bene. A me piacerebbe molto passare le mie giornate tra cappelli, velette e tea con le amiche (o forse no?.....non lo saprò mai).

Poi sono arrivati I manuali self-help più o meno seri. Ricordo 'Donne che amano troppo', fin troppo serio; 'Le Regole' (di cui ho parlato in qualche post passato), pieno di buon senso ma sempre orientato all'obiettivo matrimonio e ancora i libri del genere chick lit, rappresentato in Italia da Federica Bosco, tra cui 101 modi per trovare il principe azzurro e 101 modi per dimenticare il tuo ex.
La donna diventa quindi una Bridget Jones, sfigatella con qualche chilo di troppo e con una stima di se stessa praticamente nulla tanto da essere perennemente alla ricerca di un uomo....

Da qualche anno - e per fortuna in un certo senso - oltre a temi seri (e tragici) quali quelli della violenza o dello stalking, si sta sempre più affermando il tema della donna con un 'nuovo' ruolo nella società, il tema della parità, il tema della donna di successo. 

Ieri pomeriggio ho partecipato ad un dibattito sul tema dell'equilibrio nella coppia quando lei ha più successo di lui o comunque quando lei lavora a pieno ritmo e guadagna anche bene. Sembra che negli emancipati Stati Uniti il successo lavorativo ed economico della moglie sia vissuto male dai mariti. 
Perché? Io personalmente non mai messo in discussione il mio lavoro senza per questo trascurare la famiglia o la casa. 
A parte il fatto che il successo e i soldi non sono sempre il segno che uno sia meglio dell'altro nel senso di più bravo o più intelligente. La vita è fatta anche di fortuna, di occasioni e di opportunità.
Ma a parte questo non vedo quale sia il problema soprattutto se si considera, e questo è emerso anche ieri, che in casa e con i figli è sempre stata la donna a decidere, salvo che ai tempi dei miei nonni e in qualche contesto ormai sempre meno diffuso.
Qual è il problema quindi se la donna lavora e ha successo anche fuori casa, se contribuisce - anche fino ad esserne la colonna portante - al ménage familiare?
A mio avviso nessuno.

Il problema delle donne di successo è che spesso, per superare le insicurezze, la poca stima che noi per prime abbiamo in noi stesse, vogliono fare come gli uomini ma non ne sono capaci. E non perché gli uomini siano meglio o peggio ma semplicemente perché siamo diversi. Molto diversi e tale differenza è un valore. Le nostre doti e le nostre capacità sono quelle che devono emergere.
Infatti, quello che mi è piaciuto nel dibattito di ieri e che alla fine è emerso che la donna di successo (non vuol dire nulla ma...ci siamo capite) ha i problemi e i pensieri di tutte le donne perché, se è intelligente, non rinuncia al suo ruolo di madre o moglie. 
Forse bisognerebbe solo uscire dagli steriotipi, non sentirsi da meno di niente e nessuno ed avere sempre e comunque la grazia e la sensibilità che solo noi donne sappiamo avere e che serve sia per gestire un'azienda che per gestire una casa.
Facciamola valere questa differenza perché una grande donna non è sempre dietro un grande uomo ma spesso anche davanti!

1 commento:

  1. Ps George mi ha fatto notare che non ho parlto dell'importanza dell'uomo nell'equilibrio di una coppia in cui la donna lavora e - in certi casi - degli aiuti esterni. insomma se una coppia o un menage funzionano è un lavoro di squadra. Condivido in pieno ma qui quello che volevo dire è che si può essere donne di successo senza perdere la propria identità!

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