lunedì 22 ottobre 2012

E se avessimo solo due Jeans?

Ieri sera ho letto un articolo di Francesco Piccolo* su La Lettura (l'inserto cultura del Corriere della Sera) che mi ha fatto riflettere.

Raccontava che a causa di un trasloco ha dovuto abitare per un certo periodo in un monolocale nel quale entravano lui e la sua famiglia ma non le loro cose. Ha dovuto quindi affittare uno di quei box (tipo casaforte, easybox, ecc.) dislocati solitamente nelle periferie o zone industriali delle città e che pare abbiano una clientela molto varia. Oltre al caso del trasloco e quindi dell'uso temporaneo, immagino che li usino le persone che cambiano casa per trasferirsi in una più piccola, che non hanno la cantina, quelli che lavorano all'aperto (tipo mercati o fiere) e hanno bisogno di un luogo nel quale custodire la merce.
Francesco Piccolo racconta di avere visto una donna (probabilmente vittima di shopping compulsivo) che entrava con i sacchetti dello shopping e ne usciva a mani vuote!

Comunque Francesco Piccolo si è trovato in un monolocale con un libro, quattro camicie e due pantaloni (immagino che avesse anche la biancheria intima ma nell'articolo non ne ha fatto cenno:-) e di essersi, alla fine, adattato a questo stato di cose.

Eliminare il superfluo, avere poche cose, vivere in ambienti minimalisti e ordinati (il "decluttering" che significa togliere quello che ingombra è una teoria di derivazione anglosassone che, nata con lo scopo di creare ordine esteriore, se bene applicata sembra possa aiutare anche a realizzare un ordine interiore!) è una cosa a cui ultimamente penso spesso.
Sarà la stanchezza, sarà l'età ma mi accorgo sempre più spesso di quanto la sera pur volendo rilassarmi, sdraiarmi, leggere un libro (o anche scrivere per il blog) non ci riesco perché c'è sempre qualcosa da ordinare, i vestiti da controllare (questo è da lavare, qui manca un bottone, quest'altro lo devo portare in tintoria), la borsa della palestra da preparare, i vestiti per il giorno dopo (io generalmente li preparo la sera). Insomma mi viene una certa ansia, come se stessi facendo una corsa vedessi il traguardo ma non riuscissi a raggiungerlo...

Chissà ...se avessi meno cose forse dovrei sistemare anche quelle o forse no.  Forse potrei stare in meno spazio, spenderei meno, non lo so e non credo si debba arrivare a simili eccessi: una casa contiene cose ma anche persone ed avere spazio per se e per gli amici mi piace molto. Però se iniziassimo ad essere più distaccati dalle cose, a comprare solo quello che ci serve davvero, a non accumulare, ad utilizzare le cose che abbiamo fino a quando non sono davvero inservibili o distrutte, forse ci sentiremmo più leggeri e la sera potremmo andare a letto prima.

* Francesco Piccolo è uno scrittore e sceneggiatore. Io ho letto solo "Momenti di trascurabile felicità" (Einaudi, 2010)...piccole perle di saggezza che ci fanno sentire umani, normali e in buona compagnia («Entro in un negozio di scarpe, perché ho visto delle scarpe che mi piacciono in vetrina. Le indico alla commessa, dico il mio numero, 46. Lei torna e dice: mi dispiace, non abbiamo il suo numero. Poi aggiunge sempre: abbiamo il 41. E mi guarda, in silenzio, perché vuole una risposta. E io, una volta sola, vorrei dire: e va bene, mi dia il 41») 

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