lunedì 15 ottobre 2012

robocop

sono stata al cinema a vedere "una storia di ruggine e ossa" con Marion Cotillard che mi piace moltissimo (consiglio un'altro film - sempre con lei come protagonosta - che sebbene sia di due anni fa è uscito nella sale in Italia la scorsa primavera, Piccole bugie tra amici. Dedicherò anche a questo un post).

E' la storia di una giovane donna che a causa di un incidente sul lavoro (addestratrice di orche: mai avevo pensato che fosse un lavoro tanto pericoloso) perde entrambe le gambe.
Dapprima non riesce ad accettare la situazione, si isola e si abbrutisce ma poi anche grazie all'aiuto casuale di un uomo, anche lui in una situazione personale molto difficile, riacquista la voglia di vivere e una sicurezza e una forza che prima non aveva.

Arrivano le protesi e lei riprende a camminare ed è affascinante vedere il contrasto tra il suo splendido volto e le protesi (che spesso lascia in vista). Lei ne sembra quasi fiera e chi le sta intorno la guarda con rispetto e ammirazione!

Il film è molto crudo, si vedono spessissimo le sue gambe monche (ho letto che lei indossava dei calzettoni scuri e poi il resto lo ha fatto il computer) e mi ha fatto molto riflettere.

Ho pensato che la vita dà a tutti - sempre - una seconda occasione che forse è anche meglio della prima.

Da bambine più o meno tutte avevamo forse un unico sogno: matrimonio, figli e casetta nella prateria. E anche chi voleva fare l'esploratore o lo scenziato oggi non si trova nè in africa nè dietro ad un microscopio!

Voglio dire che le cose quasi mai vanno come le avevamo programmate ma è in questo QUASI MAI che c'è l'essenza di tutto. Chi l'ha detto che la vita che sognavamo sarebbe stata quella giusta? Che non sia meglio invece la realtà, a volte dura (e anche durissima) che la vita VERA ci ha riservato.

La protagonista del film, a parte lavorare (un lavoro che amavava e che le manca nonostante l'incidente), era abbastanza scombinata: aveva una storia d'amore che si trascinava e in fondo era infelice.

Solo dopo si accorge di quanto sia grande e imporatnte il dono della vita, un dono che non va sprecato e che va goduto fino in fondo anche nelle difficoltà. Ed proprio una difficoltà (perdere le gambe è molto più di una difficoltà) che le fa amare la vita di nuovo.

Ho letto qualche critica negativa perchè alla fine arriva il lieto fine. Ma a me è piaciuto, non l'ho trovato poi così scontato; e se alla fine trionfa l'amore che male c'è? Vive l'amour


ps nel film si ride anche e lui - per prenderla in giro - la chiama robocop

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