sabato 23 giugno 2012

I....come intimo

Qualche anno fa, la mia amica F. (ciao Franci!) mi ha regalato un libro leggero e delizioso, 'Elegance' di Katheleen Tessaro, Salani Editore (sottotitolo: L'eleganza dà fiducia in se stessi, la fiducia attira l'amore e l'amore vero non passa mai di moda).

È la storia di una giovane donna inglese che non è riuscita a realizzare i suoi sogni (avrebbe voluto fare l'attrice) e conduce una vita ordinaria e triste convinta che tanto le cose non possano cambiare. Il suo guardaroba, come lei stessa lo definisce, è quello di un'irlandese ottantenne che non si cura delle apparenze.

Le piace frugare tra gli scaffali delle librerie di Charing Cross e per caso si imbatte in un libricino dal titolo 'Elegance', appunto. È una guida all'eleganza di Madame Dariaux (il libro è del 1964 ed è stato recentemente ripubblicato da Mondadori con il titolo di 'Guida all'Eleganza') Secondo Madame Dariaux l'eleganza è "una forma di armonia non dissimile dalla bellezza, ma se quest'ultima è assai più spesso un dono di natura, la prima è un'opera d'arte".


Elegance è  un libro lieve (come questo blog!) che non ha in alcun modo la pretesa di sostenere che l'eleganza di una donna è alla base della felicità o della realizzazione ma lo spunto di partenza è interessante e vero.
Parte tutto da noi. È come l'invito a vedere il bicchiere mezzo pieno o il detto 'aiutati che Dio ti aiuta'. Il cambiamento, la fiducia in noi stesse e la stima di noi stesse dobbiamo volerli e crederci noi per prime.
La protagonista del libro si accorge che in fondo le piace curarsi di se stessa ed essere 'elegante' (non solo esteriormente) e, dopo aver curato l'aspetto esteriore, passerà a guardarsi dentro. Del resto le due cose sono inscindibilmente collegate. Una donna stanca, stressata o profondamente infelice potrà essere anche elegantissima ma le starà tutto 'appeso' (penso che renda l'idea!), come se non le appartenesse.

Anch'io nel mio piccolo ho tratto ispirazione da quel libro quando sono arrivata al capitolo I come Intimo.
Madame Dariaux sostiene che 'anche se la biancheria intima di una donna può ridursi a due pezzi, questi dovrebbero come minimo essere coordinati' ed ancora 'quando vi vestite pensate che più tardi vi spoglierete e davanti a chi' (vabbè forse non sempre è bene pensarci!).

Mio padre mi racconta sempre che mia nonna (che si chiamava Lia come me!) raccomandava l'uso di biancheria coordinata ed in ordine per il caso in cui ci fosse stato un incidente: se ti devono spogliare all'improvviso non puoi avere i calzini bucati!

Senza bisogno di arrivare a tanto credo anch'io che la biancheria intima (non necessariamente firmata o ricamata) sia lo specchio del nostro livello di trascuratezza o sciatteria (tutti ne abbiamo un po'. Credo sia nella natura umana perché in fondo è più comodo). Io uso biancheria - diciamo comoda - la notte. Prima di andare a dormire faccio la doccia e indosso (anzi indossavo prima di leggere Elegance!) quella mutadina rimasta spaiata o il cui elastico ha un po' ceduto o che è rimasta gravemente compromessa da un lavaggio sbagliato, ecc.

Quando ho letto quel capitolo del libro mi sono accorta che anch'io come Louise (la protagonosta del libro) avrei dovuto seguire i consigli di Madame Dariaux (perché anche per dormire si può evitare di essere sciatte). Detto fatto: la mattina dopo ho buttato via tutto il mio parco biancheria intima notturna e l'ho sostituito con cose semplici e comode ma di colore uniforme!
E mi sono sentita meglio....


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